Sono entrate in vigore il 14 luglio le modifiche al Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici (il Decreto del Presidente della Repubblica 62 del 2013) adottate con il DPR 81 del 13 giugno 2023. Diverse le novità sul tavolo, a partire dall’utilizzo di mezzi di informazione e social media.
Dipendenti pubblici e social network
I tempi cambiano e la pubblica amministrazione si adegua. Buona parte delle novità introdotte volgono ad estendere ai nuovi media quegli obblighi, già da tempo sanciti dalla normativa, secondo i quali i pubblici dipendenti devono rispettare il decoro imposto dalla propria funzione.
Il Dpr 81 introduce così un nuovo articolo, l’11 ter. In sintesi: nell’utilizzo dei propri di social media, al dipendente viene chiesto di utilizzare “ogni cautela” affinché le proprie “opinioni o i propri giudizi” su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione.
In ogni caso il dipendente è tenuto ad “astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.
Il nuovo articolo 11 ter va così a rafforzare ciò che era sottinteso dal già esistente articolo 12, secondo il quale “Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione”.
Rimane dunque garantita la facoltà per il dipendente pubblico di esprimere giudizi e opinioni sui propri canali social. Ciò che gli viene richiesto è di esprimersi esclusivamente a titolo personale e di rispettare una certa continenza verbale senza scadere in invettive e contumelie.
Il comma 4 dell’articolo 11 ter va poi a prevedere l’istituzione di una eventuale “social media policy” per ciascun social network, al fine di tutelare il decoro dell’amministrazione.
Previsto poi il divieto di divulgazione di informazioni per ragioni estranee alle proprie mansioni.
Inclusione e differenze di genere nella pubblica amministrazione
Oltre a una serie di micro-modifiche agli articoli già in vigore, all’articolo 13 viene esplicitamente richiesto ai dirigenti di curare “il benessere organizzativo nella struttura” tramite “l’instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori” ma anche di favorire “iniziative finalizzate alla circolazione delle informazioni, all’inclusione e alla valorizzazione delle differenze di genere, di età e di condizioni personali“.
Etica del dipendente pubblico
All’articolo 15 del già esistente Codice di comportamento viene aggiunto il comma 5-bis, che introduce l’obbligo per i pubblici dipendenti di seguire “cicli formativi sui temi dell’etica pubblica e sul comportamento etico” ogni qual volta si verifichi un cambiamento contrattuale nella propria carriera. I corsi andranno seguiti, cioè, al momento dell’assunzione, in caso di promozione e in caso di trasferimento ad altra amministrazione. I corsi saranno proporzionati, per “durata e intensità” al grado di responsabilità del dipendente.
Per approfondire si rimanda al testo del DPR 81 del 13 giugno 2023 sul sito della Gazzetta Ufficiale.
Decreto Pa 2023
Intanto è in arrivo una piccola grande rivoluzione che abbraccerà settori eterogenei della pubblica amministrazione: il testo del Decreto Pa presentato dal governo prevede una serie di novità dai concorsi agli stipendi, dallo scudo erariale per i dipendenti statali alle nuove norme sulla Corte dei Conti.
Ed è proprio sul ruolo della Corte dei Conti che si infiamma la polemica fra maggioranza e opposizione.