Come stanno davvero le cose sul prelievo forzoso del governo

Il prelievo forzoso nella delega fiscale non c'è: parola del viceministro Maurizio Leo che ha spiegato la ratio della riforma in discussione

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il prelievo forzoso sui conti correnti si farà, parola del leader di Italia Viva Matteo Renzi. Anzi no, parola del viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Alcuni giorni fa il leader di Iv ha pubblicato un video per accusare il governo di voler utilizzare la delega fiscale come piede di porco per scardinare uno degli ultimi tabù della politica: fare un prelievo forzoso. Leo è infine intervenuto per gettare acqua sul fuoco.

Prelievo forzoso conti correnti, il chiarimento del viceministro

Intervenendo nella discussione sulla delega fiscale in commissione Finanze al Senato, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha spiegato che nell’agenda del governo non c’è alcun prelievo forzoso contro i contribuenti che abbiano pendenze col Fisco. Ciò che il testo della delega prevede è una modifica all’attuale normativa per evitare che i pignoramenti sui conti correnti, già attualmente possibili per la riscossione, siano fatti a pioggia. L’attività di recupero, sulla quale pende un arretrato di 1.153 miliardi, verrà effettuata “evitando l’avvio di procedure di pignoramento che si rilevano poi infruttuose e mantenendo, in ogni caso, tutte le forme di tutela previste a favore del debitore”.

La ratio, dunque, è quella di aumentare la capacità di riscossione facendo interventi mirati. Spesso, infatti, l’attività di riscossione dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni va a colpire debiti ormai inesigibili. Questo ingolfa i meccanismi di riscossione e genera costi.

Nel cercare di chiarire la “tempesta in un bicchiere d’acqua”, Leo ha fatto presente che il meccanismo che si intende introdurre “discende dal Codice di procedura civile e si rende applicabile anche alle altre ipotesi, non solo quando c’è di mezzo lo Stato”.

Il pignoramento presso terzi, dice Maurizio Leo alle opposizioni, già esiste. Inoltre è “rimasto tutto com’è, l’unica cosa è che si accelera, con il procedimento informatico, la verifica se ci sono i soldi e quindi si può fare il pignoramento che andrà a buon fine”.

La delega fiscale per superare il ruolo

La delega fiscale prevede anche il progressivo superamento del ruolo, ovvero dell’elenco nominativo dei soggetti debitori, e delle relative somme da pagare, che viene compilato dagli enti impositori. Secondo il viceministro Leo “potrebbe realizzarsi estendendo l’avviso di accertamento esecutivo anche ad altre tipologie di entrate – ad esempio le entrate degli enti locali per le sanzioni amministrative del Codice della strada – che prevedono, già prima del ruolo e della cartella di pagamento, la notifica di un atto al debitore, come nel caso del verbale per le sanzioni del Codice della strada, indicandogli i termini per il pagamento o per presentare ricorso all’autorità giudiziaria”.

Il Pd apprezza i chiarimenti sulla riforma del Fisco

Questo per quanto riguarda il prelievo forzoso. Ma la delega fiscale prevede anche altre innovazioni, dalla revisione dell’Irpef alla rimodulazione di altri balzelli, con inevitabile rimodulazione delle detrazioni fiscali.

Il chiarimento è stato apprezzato dal Partito democratico, che si dice pronto al dialogo al fine di “rendere il Fisco più equo”. Dal Movimento 5 Stelle arriva invece un muro.

Per quanto riguarda i tempi il governo punta al terzo passaggio, col ritorno alla Camera per il secondo voto dopo la recente approvazione al Senato, entro la fine dell’estate. Ma non è detto che si riesca a rispettare la previsione.