Fisco, se l’azienda collabora addio sanzioni penali

"Scudo fiscale per gli evasori": il Pd va all'attacco degli emendamenti della maggioranza che propongono un sistema premiale per chi si autodenuncia

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La delega fiscale continua a tenere banco nell’infuocata estate 2023: archiviate le polemiche, nate e morte nel giro di 48 ore, in merito al prelievo forzoso sui conti correnti dei contribuenti ecco che il panorama politico s’incendia per l’esclusione delle sanzioni penali tributarie per le imprese che collaborano col Fisco.

Evasione fiscale: sanzioni penali addio per chi collabora

Sono tre gli emendamenti presentati in materia. Tre emendamenti identici proposti da FdI, Fi e Lega e approvati in commissione Finanze al Senato. In sintesi: si prevede di escludere le sanzioni penali tributarie, e in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, alle aziende che “hanno tenuto comportamenti collaborativi e comunicato preventivamente ed esaurientemente l’esistenza dei relativi rischi fiscali”.

L’emendamento va a sostituire l’indicazione volta a individuare “specifiche misure di alleggerimento delle sanzioni penali tributari” per quei contribuenti che abbiano tenuto “comportamenti non dolosi e comunicato preventivamente” i loro rischi fiscali.

Pd contro lo “scudo fiscale”

L’opposizione va all’attacco e parla di uno scudo preventivo per gli evasori fiscali. “Gli emendamenti della destra approvati oggi in commissione Finanze alla delega fiscale disegnano da un lato l’inizio di un clamoroso attacco all’Agenzia delle Entrate e dall’altro un regalo a grandi e piccoli evasori abituali. È una bomba messa sotto al nostro sistema fiscale“, attacca il capogruppo del Pd in Senato Francesco Boccia. Tra gli emendamenti, osserva Boccia, “c’è una sorta di scudo preventivo per i contribuenti che fanno dichiarazioni infedeli. Un provvedimento grave che oltre a mettere a rischio le casse dello Stato fa passare il messaggio che chi paga le tasse è un fesso”.

Premio per i contribuenti fedeli

Ma non è tutto. Se da un lato il centro-destra punta a premiare i cattivi redenti, dagli stessi scranni c’è qualcuno che punta a premiare chi è stato buono fin dal principio. Un emendamento presentato da Claudio Lotito di Forza Italia, e approvato giovedì 27 luglio dalla commissione Finanze del Senato, prevede di rafforzare i regimi premiali per i contribuenti più affidabili per il Fisco. Secondo la ratio dell’emendamento lo Stato dovrebbe “rafforzare i regimi premiali attualmente vigenti, inclusa la possibile riduzione dei tempi di rimborso dei crediti fiscali, per i contribuenti che presentano alti livelli di affidabilità fiscale, misurati anche sulla base degli indicatori statistico-economici utilizzati per la definizione degli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale”.

Prelievo forzoso dai conti correnti: rischio scongiurato

Saltato poi, come detto, il rischio di “automazione” nella procedura di pignoramento dei conti correnti. Il testo della delega fiscale era ambiguo in tal senso e Matteo Renzi aveva accusato il governo di voler mettere le mani nelle tasche degli italiani. La commissione Finanze del Senato ha approvato alcuni emendamenti che modificano il passaggio incriminato. Qualche giorno prima il viceministro dell’Economia Maurizio Leo era intervenuto per spiegare che non ci sarebbe stato alcun prelievo forzoso, ma che era invece prevista una razionalizzazione al fine di evitare che le attività di recupero venissero fatte a pioggia, anche in caso di crediti ormai inesigibili. La modifica prevede “la razionalizzazione, informatizzazione e semplificazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari”, anche con “l’introduzione di meccanismi di cooperazione applicativa sin dalla fase della dichiarazione stragiudiziale del terzo, ferme restando le forme di tutela” a favore del debitore.

Riforma dell’Irpef

Il testo della riforma del Fisco prevede una serie di altre innovazioni, a partire da una riduzione degli scaglioni Irpef. Riduzione al seguito della quale sarà necessario rimodulare le detrazioni fiscali.