Il Pd chiama il M5s: il piano di Schlein e l’addio di Renzi

La segretaria dei dem ha un chiaro piano per riunire sotto un'unica coalizione il centrosinistra, ma Renzi volta le spalle: ecco cosa succede tra i partiti

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Le prime elezioni da quando Elly Schlein è guida del Partito Democratico non sono andate benissimo per il centrosinistra, con le forze di Governo che hanno confermato la loro supremazia nella maggior parte dei centri andati al voto e con i sondaggi che non sorridono più di tanto. L’effetto Schlein, che aveva portato alla risalita nelle rilevazioni degli istituti sul voto degli italiani, infatti, sembra essersi esaurito da settimane, ma la segretaria del Pd non getta la spugna e non ha intenzione di fare un passo indietro come spesso capitato ai suoi predecessori.

“Il giochino del logoramento del segretario non funzionerà” ha detto alla direzione nazionale del partito, con un chiaro piano da mettere in campo per risollevare le sorti del Pd e del centrosinistra.

Il piano di Elly Schlein

Nel corso delle della direzione nazionale del Partito Democratico Elly Schlein ha parlato per oltre un’ora e non si è tirata indietro alle critiche e alle polemiche piovute dopo l’avvio non convincente nelle ultime elezioni. Tornata elettorale che però non dovrà più essere ripetuta secondo la segretaria, perché il centrosinistra ha molto da imparare dalla maggioranza. Come succede al centrodestra, infatti, anche l’opposizione deve camminare unita.

Ed è questo il grande piano di Schlein, ovvero tendere una mano agli alleati per camminare insieme verso lo stesso obiettivo. Le ultime elezioni, con una situazione che si ripete da anni, hanno infatti visto correre la sinistra divisa in varie fazioni, regalando qua e là voti che sarebbero potuti essere fondamentali per il successo. Schlein lo sa bene, motivo per il quale alla direzione nazionale ha ribadito che per tornare a essere competitivo il Pd non deve chiudere le porte a nessuno.

“La destra ha una coalizione che anche quando si divide poi si ricompatta, e noi quella coalizione oggi non ce l’abbiamo” ha spiegato, sottolineando l’importanza delle alleanze. Ecco perché è scesa in piazza con Giuseppe Conte e perché, in direzione, ha ribadito che “Calenda mi invita a una sua manifestazione, io porto un saluto anche lì”. Insomma, un modo per non voltarsi dall’altra parte per alleanze che possono essere importanti nel “gioco di squadra” in cui crede molto.

Renzi verso il Governo

E le parole di Elly Schlein sono seguite dalla solita polemica con Matteo Renzi che di recente ha voltato le spalle alla possibile alleanza. Italia Viva, dopo aver rotto con Calenda e il Terzo Polo, ha infatti deciso di appoggiare il candidato della maggioranza Francesco Roberti in Molise, dove si andrà al voto domenica 25 e lunedì 26 giugno 2023.

Una decisione, quella dell’ex premier ed ex sindaco di Firenze, che non ha fatto piacere alla Schlein che ha ricordato: “Dispiace che Renzi abbia scelto di supportare, in Molise, il candidato di destra, mi sembra che sia quello meno adatto a dare lezioni sulla subalternità visto che appena arrivato al Nazareno ha invitato Berlusconi facendoci un patto”. E proprio di Berlusconi potrebbe esserne erede politico, come si rumoreggia da giorni.

Dal canto suo Renzi non è rimasto in silenzio e sulle pagine de Il Riformista ha dato un consiglio alla segretaria del Pd: “Non usi il mio nome per ricompattare i suoi, è un giochino che non funziona più. Parli del futuro se ne è capace. Sul passato, se vuole confrontarsi con i nostri risultati, prima prenda il 41% e poi ne riparliamo”.