Biden “anziano smemorato” secondo un report: presidente Usa in difficoltà contro Trump, chiesta la rimozione

I repubblicani chiedono la rimozione del presidente Usa, che si infuria per la definizione di "smemorato", ma in conferenza stampa commette un'altra gaffe

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Lo stesso report che scagiona Joe Biden, dall’accusa di aver divulgato e non aver riconsegnato documenti top secret, rischia di compromettere la tenuta della sua amministrazione e soprattutto la corsa alla riconferma contro Donald Trump. “Un anziano con buone intenzioni e scarsa memoria“, è questa la definizione che il procuratore speciale Robert Hur ha fatto dell’81enne presidente Usa, a conclusione dell’indagine sui documenti altamente classificati sottratti agli Archivi nazionali quando era vicepresidente. Epilogo che se da una parte ha fatto tirare un sospiro di sollievo al Capo della Casa Bianca, dall’altra ha scatenato la sua furia in conferenza stampa, nella quale scivola sull’ennesima gaffe.

Il rapporto

La mia memoria è buona” ha risposto un Biden visibilmente nervoso ai giornalisti che gli chiedevano conto del suo stato di salute, precisando che se ci sono stati eventuali errori, in passato, era perché ”ero nel bel mezzo di una crisi internazionale”.

Nel rapporto di 345 pagine del procuratore speciale Robert Hur, nominato dall’ex ministro della Giustizia dell’amministrazione Trump, è stata esclusa l’incriminazione sul presidente Usa per i “documenti sulla politica militare ed estera in Afghanistan” e “appunti scritti a mano su questioni di sicurezza nazionale e politica estera che coinvolgevano fonti e metodi segreti di intelligence”, trovati in casa e in ufficio.

Nonostante il documento affermi che abbia effettivamente conservato quelle carte, si dichiara che “le prove non stabiliscono che Biden sia colpevole aldilà di ogni ragionevole dubbio”.

Il report sottolinea però come durante il colloquio di 5 ore avvenuto lo scorso ottobre, il procuratore abbia constatato che la memoria del presidente ha “significative limitazioni”, al punto di aver dimenticato la data della morte di tumore a 46 anni del figlio Beau.

La furia di Biden

Proprio questo passaggio del report ha irritato il Capo della Casa Bianca, che in conferenza stampa, convocata per esprimere la soddisfazione per la conclusione della vicenda, non ha trattenuto la sua furia contro i giornalisti che mettevano in dubbio la sua memoria (qui abbiamo parlato del successo di Joe Biden nelle primarie democratiche in Nevada).

“C’è persino un riferimento al fatto che non mi ricordo quando è morto mio figlio, come diavolo osa parlare di questo? – ha detto Biden parlando del rapporto del procuratore Hur -. Francamente, quando mi ha fatto la domanda, ho pensato che quelli non erano dannati fatti suoi, non ho bisogno di nessuno che mi ricordi quando mio figlio se ne è andato”.

Nel corso della stessa conferenza stampa, però, l’81enne presidente ha commesso l’ennesima gaffe, parlando del capo di Stato egiziano Abdel Fattah al-Sisi come ”presidente del Messico”, in riferimento agli aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza.

La richiesta di rimozione

Quello su al-Sisi è soltanto l’ultimo degli scivoloni del presidente Usa, che appena sette giorni fa ha detto di aver parlato con l’ex presidente francese François Mitterrand, morto nel 1996, confondendolo con Emmanuel Macron.

Lapsus sempre più frequenti che alimentano i dubbi sulle condizioni di salute dell’81enne presidente e che gli fanno scoprire il fianco agli attacchi politici. Alla luce del rapporto di Hur, alcuni esponenti repubblicani hanno chiesto che si esplori la procedura per rimuovere Joe Biden, in base al 25/mo emendamento della costituzione: introdotto dopo l’assassinio di John F. Kennedy, la norma prevede la possibilità di sostituire il presidente Usa in caso di morte, destituzione, dimissioni o incapacità. Si tratta dello stesso emendamento ventilato più volte dai democratici per rimuovere Donald Trump durante il suo mandato (qui abbiamo parlato dei finanziatori della campagna elettorale di Trump).