La Russia blocca le trasmissioni di 81 tv europee: ci sono anche Rai, Repubblica e La7

Le restrizioni in risposta alla decisione del Consiglio europeo di «vietare le trasmissioni» di Ria Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, attraverso una nota, condanna con forza la decisione della Federazione Russa di bloccare l’accesso sul suo territorio alle trasmissioni e ai siti di diversi media europei, tra cui gli italiani Rai, La7, La Repubblica e La Stampa.

Una vera e propria forma di ritorsione, in risposta al divieto imposto il mese scorso dall’Unione europea su “qualsiasi attività di trasmissione” da parte di tre media russi considerati “reti di propaganda legate al Cremlino”: l’agenzia di stato Ria Novosti, i quotidiani Izvestia e Rossiyskaya Gazeta.

Gli organi di informazione bloccati

Come risultato, Putin ha deciso di bloccare l’accesso nel paese a 81 organi di informazione europei. Tra questi ci sono importanti giornali italiani come Repubblica, La Stampa e La7, e anche il sito Rai.it.

Nell’elenco sono inclusi anche rinomate testate internazionali come Der Spiegel e Frankfurter Allgemeine Zeitung dalla Germania, El Pais e El Mundo dalla Spagna, Le Monde, Libération e l’agenzia France-Presse dalla Francia, e Politico Europe dal Belgio. Sono rappresentati quasi tutti i paesi dell’Unione, fatta eccezione per Croazia e Lussemburgo, con un’eccezione per un sito ungherese. Il Paese più colpito, con nove media, è la Francia.

Il ministero della Difesa russo accusa i media europei di diffondere “sistematicamente informazioni inesatte sullo svolgimento dell’operazione militare speciale”. Nel comunicato si legge che la Russia ha avvertito ripetutamente a vari livelli che le azioni politicamente motivate contro i giornalisti nazionali e i divieti ingiustificati contro i media russi nell’Unione Europea non resteranno senza risposta. “Nonostante questo – si legge nel comunicato di Mosca – Bruxelles e i Paesi membri hanno scelto di seguire la strada della escalation, costringendo Mosca ad adottare contromisure simmetriche e proporzionate”. “Se le restrizioni ai media russi saranno revocate, la parte russa rivedrà la sua decisione in relazione ai media menzionati”, conclude la nota.

Il commento della Farnesina

Il ministero degli Affari Esteri italiano ha subito condannato con forza la decisione: “Esprimiamo rammarico per la misura ingiustificata adottata nei confronti di queste emittenti e testate giornalistiche italiane, che hanno sempre fornito un’informazione oggettiva e imparziale sul conflitto in Ucraina. Questi media hanno seguito criteri di informazione oggettiva”, sostiene la Farnesina in una nota.

Anche Gedi, il gruppo editoriale che possiede Rai e La Stampa, ha rilasciato una nota: “In relazione alle misure restrittive decise dalla Federazione Russa ai danni di 81 testate europee, tra cui anche La Repubblica e La Stampa, Gedi si rammarica della decisione, che danneggerà in ultima istanza i soli cittadini russi”. L’editrice ha ribadito “il suo impegno a continuare a garantire un’informazione libera e di qualità. Limitare la lettura di un quotidiano significa ledere la libertà delle persone ed ostacolare la circolazione delle idee e delle diverse opinioni”, ha aggiunto il Gruppo.

“Nel pieno rispetto delle norme vigenti, le nostre testate proseguiranno a seguire quello che avviene ovunque nel mondo, Russia inclusa, fornendo ai lettori informazioni puntuali e aggiornate su tutti i temi che meritano di essere quotidianamente raccontati”.