Perché l’espressione “capra!” è associata a Vittorio Sgarbi

Il più famoso critico d'arte e politico italiano è solito utilizzare questa espressione: ecco il significato

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Come tipico per ogni personaggio televisivo di rilievo, Vittorio Sgarbi possiede un ritornello caratteristico, una parola che lo rappresenta e lo rende riconoscibile al vasto pubblico. Nel suo caso è “capra”, un termine che il critico d’arte ha ripetutamente usato come bersaglio nei suoi intensi scambi verbali in televisione.

Come nacque il termine “capra!”

La locuzione “capra!” viene impiegata come un vero e proprio mantra durante i suoi interventi, presentandosi frequentemente e con un’energia esuberante all’interno delle trasmissioni televisive. Attraverso questa pratica, Vittorio Sgarbi ha introdotto una frase colloquiale che ha varcato diversi contesti, trasformandosi persino nel titolo di un libro, più precisamente il “Diario della Capra”, edito dalla rinomata casa editrice Baldini e Castoldi.

Verso la fine degli anni Ottanta, Vittorio Sgarbi comincia a affiancare alla sua carriera nel mondo dell’arte una presenza sempre più rilevante nei programmi televisivi. In brevissimo tempo, si fa notare come ospite fisso nel Maurizio Costanzo Show, dove la sua personalità intraprendente e schietta emerge in modo evidente. Le discussioni animate con gli altri ospiti diventano una costante.

Un momento memorabile avviene durante l’episodio del 23 marzo 1989, quando una docente legge una poesia scritta da Sgarbi, la quale viene criticata in maniera negativa dal critico d’arte. L’insegnante, rivolgendo la parola a Sgarbi, lo etichetta come “un asino poetico”, scatenando la sua reazione offensiva, che alla fine comporta una multa di 60 milioni di lire a carico di Sgarbi. Come spiegato in seguito, per evitare ulteriori costose querele, Sgarbi inizia ad adottare insulti più creativi, dando così origine al termine “capra”. Nel corso del tempo, l’animale stesso diventa una sorta di icona personale per Sgarbi, tanto che pubblica diverse foto di sé insieme a capre sui suoi profili social.

La sua partecipazione al programma televisivo “DiMartedì” e l’intervista condotta da Giovanni Floris offrono ulteriori dettagli sull’origine e il significato di questa espressione. Sgarbi è arrivato persino a ripetere la parola molteplici volte di seguito in un’unica occasione. Ha spiegato: “Il termine ‘capra’ si riferisce a molte persone che potrebbero trarre beneficio, e forse lo desiderano, dall’essere istruite. Dopo aver affrontato numerose azioni legali per diffamazione, ho notato che utilizzando ‘capra’ nei confronti di qualcuno non mi esponeva a ulteriori procedimenti giudiziari. I giovani mi fermano per strada e vogliono sentirsi dire: ‘capra!’. Questo mi permette di mantenere popolarità anche tra le nuove generazioni, oltre al mio coinvolgimento nell’ambito dell’arte e delle controversie televisive.”

Il record di “capra”

Nell’episodio del 17 aprile 2019 dello spettacolo televisivo “Live-Non è la d’Urso”, Vittorio Sgarbi riesce a fissare un nuovo primato pronunciando in sequenza la parola “capra”. In un momento di confronto acceso con le cinque ospiti della trasmissione, il critico d’arte si immerge in un profondo disaccordo con Caterina Collovati.

Deciso a dimostrare il suo punto di vista, Sgarbi giunge persino a rivolgerle l’epiteto “capra” per ben 24 volte consecutive, il tutto sotto gli applausi e l’incoraggiamento del pubblico presente in studio. Al suo fianco si trova Alba Parietti, la quale reagisce con un’aria di sorpresa e divertimento, mentre osserva la scena in corso. La situazione rappresenta un momento emblematico dello spettacolo, catturando l’attenzione del pubblico e sottolineando la personalità spiccatamente controversa e senza peli sulla lingua di Vittorio Sgarbi.