Bonus trasporti, dal successo ai debiti: guai per il Governo

Il Tpl è in rivolta col Governo, con le associazioni che chiedono di avere rimborsata la quota anticipata per il bonus: ecco a quanto ammonta il debito

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pubblicato: 13 Luglio 2023 20:00

Il bonus trasporti ha avuto un gran successo negli ultimi anni in Italia, ma presto potrebbe trasformarsi da delizia- ereditata dal governo Draghi- a una vera e propria croce. L’esecutivo, infatti, dopo aver rinnovato la misura in aiuto di tutti gli italiani con l’agevolazione sugli abbonamenti del trasporto pubblico locale, deve ora affrontare l’ira delle aziende del settore che aspettano ancora i rimborsi da parte del Ministero dopo aver anticipato la parte dell’agevolazione.

Dal successo ai debiti

Il Governo ha brindato tante volte ai numerosi traguardi che il bonus trasporti ha registrato negli ultimi anni. Misura ereditata dal governo Draghi, l’agevolazione ha fatto breccia nel cuore degli italiani che hanno potuto sfruttare lo “sconto” per un massimo di 60 euro per poter acquistare abbonamenti del trasporto pubblico locale, che siano essi mensili o annuali. Agevolazione che è stata attiva per tutto il 2022 e che nel 2023, nonostante il tanto ritardo, è tornata da aprile.

Dal 17 aprile, infatti, è stata resa disponibile la piattaforma per richiedere il bonus, con alcune novità rispetto al passato, e sin da subito sono state milioni le richieste da parte degli italiani interessati ad accedere all’agevolazione. Ma se da un lato c’è chi sorride per i grandi numeri, dall’altro c’è chi se ne lamenta.

Parliamo delle associazione delle aziende del Trasporto pubblico locale che, secondo quanto riferito da La Repubblica, sembra non avrebbero ancora incassato la cifra che il Ministero del Turismo avrebbe dovuto dare loro come rimborso per l’agevolazione anticipata. Le cifre mancanti, nello specifico, sarebbero vicine ai 50 milioni.

La richiesta delle aziende

Ad alzare la voce sono state Agens, Anav e Asstra, le società del Tpl che si sono riunite per presentare una chiara richiesta al Ministero guidato da Matteo Salvini. Al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, infatti, è stata recapitata una lettera in cui è stato richiesto di saldare il debito.

“Le aziende hanno sino a oggi anticipato oltre 50 milioni di euro” e nulla è entrato nelle loro casse. “Importi che il Ministero si era impegnato a rimborsare con cadenza mensile entro 30 giorni dal rilascio degli abbonamenti e che ad oggi non sono ancora stati erogati”, denunciano le associazioni.

Ma le colpe del ritardo non sarebbero da dare solo al Ministero. Come riferito dal quotidiano, infatti, il decreto di attuazione è alla Corte di conti per la registrazione. È un passaggio burocratico necessario per il trasferimento di risorse e la possibilità di erogarle, con le associazioni del Tpl che dovranno dunque attendere ancora.

Il Ministero ha quindi specificato che l’intoppo burocratico non comporta alcuna perdita per i fornitori o per i cittadini. Ma dal canto loro Agens, Anav e Asstra, che fin qui hanno avuto un buco tutt’altro che indifferente, agitano il rischio che il servizio ai cittadini venga sospeso, in una fase di tensione sulla liquidità dovuta al “forte incremento dei costi di esercizio. E a cavalcare la polemica è anche l’opposizione, con i democratici che per attraverso Michele Fina ha sottolineato la “mancanza di serietà e dell’incapacità amministrativa di questo governo”, mentre con il ministro Orlando quando era in carica tutto era più semplice, veloce e lineare