Bonus matrimonio, la proposta alla Camera: emendamento per aiutare le coppie under 35

È la volta buona per il bonus? Lo spera la Lega, ma anche l'ampia platea che potrebbe beneficiare dell'importante agevolazione per abbattere le spese

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Si torna a parlare di bonus matrimonio, l’aiuto che nell’ottobre 2022 la Lega aveva ipotizzato per cercare di incentivare le unioni religiose in Italia che sono diventate sempre più rare. Cercando un modo per portare sempre più coppie all’altare, infatti, il Carroccio aveva avanzato la proposta dell’agevolazione che però ha incontrato sulla sua strada numerosi ostacoli.

Per il 2024, però, eccola ancora lì alla finestra, nella speranza che qualcuno possa intercettarne le potenzialità. Il passaggio alla Camera, dove è in fase di discussione l’emendamento sul bonus, fa ben sperare. Ma in cosa consiste?

La proposta sul bonus matrimonio

Come incentivare le coppie a sposarsi? Da questa domanda era partita la Lega ormai due anni fa, con la risposta ovvia che non era tardata ad arrivare: con un bonus. L’agevolazione pensata nell’ottobre 2022 era appunto quella relativa al bonus matrimonio, dedicato a tutte le coppie che avrebbero scelto il rito religioso in chiesa per convolare a nozze.

Ma una proposta che ha incontrato parecchi ostacoli e che ancora oggi, nel 2024, non ha trovato una traduzione in legge. Ora un nuovo emendamento è in fase di discussione presso la Camera dei Deputati, con la misura che potrà entrare in vigore solo quando la proposta di legge AC n. 97 verrà approvata a Montecitorio prima e a Palazzo Madama, in Senato, poi e pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

In cosa consiste il bonus

Nello specifico con bonus matrimonio si fa riferimento all’agevolazione fino a 20.000 euro per le coppie che si sposano in chiesa. Non è un vero e proprio bonus che viene accreditato in carte o conti, ma una detrazione che si applica all’imposta lorda Irpef del 20% che arriva a coprire, al massimo, la cifra citata.

Misura che può quindi essere riconosciuta all’interno della dichiarazione dei redditi nella sezione spese documentate che riguardano la celebrazione del matrimonio religioso celebrato per le coppie con meno di 35 anni. Insomma, un’agevolazione che potrebbe giocare un ruolo fondamentale per ottenere una detrazione delle spese per gli addobbi floreali, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, il servizio di acconciatura e quello fotografico. Spese per un matrimonio che spesso sono dei veri e propri salassi da affrontare.

Si tratterebbe, quindi, di un motivo in più per le giovani coppie di convolare a nozze, con il costo complessivo del matrimonio che potrebbe essere abbattuto grazie alle detrazioni previste dal bonus matrimonio.

Chi potrebbe richiedere il bonus

Come detto, in attesa della conversione in legge, i destinatari principali della misura sono le coppie under 35 che decidono di contrarre matrimonio religioso. Nella proposta, inoltre, i beneficiari del bonus matrimonio possono essere tutti i cittadini italiani o chi ha ottenuto la cittadinanza da almeno 10 anni.

Passando ai limiti economici, a poter richiedere la detrazione del 20% possono essere le coppie che hanno un Isee che riguardi il reddito dichiarato, riferito all’anno precedente rispetto a quello in cui si richiede la misura, non superiore a 23.000 euro, ovvero 11.500 a persona all’interno della coppia.

La detrazione del 20%, che come detto verrebbe calcolata su un importo massimo di 20.000 euro, dovrebbe quindi essere ripartita tra gli aventi diritto in cinque quote annuali dello stesso importo. La detrazione, dal punto di vista normativo, rispetterebbe la procedura indicata nel Testo Unico sulle Imposte sui Redditi, come indicato nella riforma fiscale 2024.