Pensioni amare, chi resta escluso dagli aumenti

Nel testo della legge di Bilancio vengono elencate le indicizzazioni degli assegni per il prossimo anno: ecco come cambiano gli importi e chi ci guadagnerà

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Domenica 22 ottobre. Tarda mattinata. In via della Scrofa, sede centrale di Fratelli d’Italia a Roma, c’è un via vai frenetico di militanti, eletti e rappresentanti dei territori: fanno la spola tra gli uffici organizzativi e il Teatro Brancacci, dove va in scena la festa per il primo anno di governo di Giorgia Meloni. A differenza di ministri, parlamentari, sindaci e governatori, la premier non è presente di persona: lo aveva già annunciato ai fedelissimi, troppo presa tra i viaggi internazionali per la questione bellica in Medioriente e i viaggi mentali su come affrontare la gestione della figlia Ginevra dopo la burrascosa separazione dal compagno Andrea Giambruno.

Nel videomessaggio inviato dall’Egitto (con il suo volto proiettato a tutto schermo sotto lo slogan “L’Italia vincente – un anno di risultati“), la presidente del Consiglio rivendica il suo primo anno trascorso a Palazzo Chigi: tra un attacco frontale alla stampa e una stilettata alle opposizioni “che continuano a rotolarsi nel fango”, la leader della destra trova spazio anche per rivendicare l’impostazione della maggioranza sulle politiche economiche e fiscali.

Cosa prevede la legge di Bilancio sull’indicizzazione delle pensioni

Il riferimento – tanto implicito nelle sue parole quanto evidente nei fatti e nelle azioni – è alla legge di Bilancio approvata pochi giorni prima dal Consiglio dei ministri. Giorgia Meloni sa bene che, aldilà delle “gomitate mediatiche” pronunciate per proiettare il partito verso la campagna elettorale alle porte, una buona parte del suo consenso nel Paese dipende dai miglioramenti che gli italiani potranno percepire sulla propria pelle man mano che il tempo passa. Al prossimo giugno, quando si apriranno le urne per eleggere i nostri rappresentanti al Parlamento europeo, saranno trascorsi quasi 2 anni dal suo insediamento alla guida del nuovo esecutivo.

Ad oggi, la situazione dei conti pubblici non è migliorata di molto, le criticità sono tante, le famiglie faticano a trovare una solidità economica e le imprese tribolano a destreggiarsi tra la mancanza di manodopera qualificata e l’esigenza di alzare i prezzi di prodotti e servizi. In mezzo a queste due componenti, ci sono i pensionati, che rappresentano una fetta importante dell’elettorato di centrodestra. E sono proprio alcuni di loro che potrebbero venire beffati dalla Manovra 2024, qualora il testo vidimato dai ministri non dovesse subire modifiche in Aula.

Come cambiano le pensioni con la Manovra 2024: tutte le fasce

Ad oggi, le regole sono abbastanza semplici. Durante i dodici mesi appena trascorsi, la rivalutazione degli assegni si è assestata al 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo (ossia 2.264 euro lordi), all’85% tra 4 e 5 volte il minimo, al 53% tra 5 e 6 volte il minimo, al 47% tra 6 e 8 volte il minimo, al 37% tra 8 e 10 volte il minimo e al 32% per gli importi che superano le 10 volte il minimo garantito dallo Stato (parliamo di cifre pari a 5.640 euro lordi al mese, circa 3.760 euro netti).

Qualora la Finanziaria uscisse indenne dal passaggio parlamentare (i partiti di maggioranza non dovrebbero presentare emendamenti, mentre quelli delle opposizioni potrebbero essere respinti), le nuove normative vedrebbero un leggero aumento dall’85% al 90% delle pensioni tra 4 e 5 volte il minimo, cioè fino a 2.820 euro lordi al mese. Chi invece verrebbe beffata è la platea di cittadini che attualmente percepisce oltre 10 volte il minimo: per quei pensionati, infatti, la rivalutazione scenderebbe dal 32% al 22%. Con ogni probabilità andrà così, mentre le fasce intermedie rimarrebbero in linea con quanto accaduto negli scorsi anni.