Pensioni, come potrebbero cambiare nel 2025: verso una riforma

Il governo italiano dovrà affrontare nelle prossime settimane la questione della riforma delle pensioni 2025, nonostante risorse limitate e pressioni politiche

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 12 Giugno 2024 09:08

Con la scadenza delle misure prorogate dalla Legge di Bilancio 2024, tra cui Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, il governo italiano si trova a dover affrontare il tema della riforma delle pensioni 2025. Decidere se prorogare queste misure ancora una volta o finalmente avviare la tanto attesa riforma è una questione urgente.

Tra i principali dossier che attendono il governo Meloni al rientro dal prossimo G7 in Puglia, c’è la riforma delle pensioni, una questione sempre aperta e in continua evoluzione. La necessità di bilanciare i conti dell’Inps e garantire al tempo stesso assegni adeguati ai pensionati rende il tema particolarmente complesso, vista la scarsità dei fondi.

Da anni, la previdenza italiana è al centro del dibattito politico. Esigenze contrapposte, come la sostenibilità dei conti pubblici e la garanzia di pensioni dignitose, rendono difficile trovare soluzioni definitive. L’esito delle recenti elezioni europee potrebbe influenzare le decisioni future.

Le risorse sono limitate

La disponibilità di risorse economiche è una delle principali preoccupazioni. Le risorse attuali sono scarse e ci sono altre priorità che competono per i fondi, come la conferma della riforma Irpef. Questo contesto macroeconomico complesso, delineato dal Def ad aprile, rende difficile trovare spazio nel bilancio per una revisione sostanziale del sistema previdenziale.

Equilibri di maggioranza e influenza di Forza Italia

Gli equilibri politici all’interno della maggioranza di centro-destra avranno un ruolo cruciale nella definizione delle nuove misure. Forza Italia, rafforzata dalla leadership di Antonio Tajani, ha promesso pensioni minime di 1.000 euro al mese. Già nel 2023, l’assegno minimo è stato aumentato in misura superiore all’inflazione per diverse fasce d’età, e ulteriori aumenti sono previsti per il 2025.

Rivalutazione delle pensioni minime

Particolare attenzione sarà rivolta alla rivalutazione delle pensioni minime, soprattutto nel Sud Italia, dove il problema degli assegni bassi è più acuto a causa di carriere lavorative discontinue e del lavoro nero. Forza Italia potrebbe spingere per una rivalutazione extra superiore al 2,7% già previsto.

Quota 41 e le proposte della Lega

La Lega, con il vicepremier Matteo Salvini, continua a promuovere la proposta di Quota 41, che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Il costo elevato di questa misura rappresenta un ostacolo non di poco conto.

In ogni caso, i risultati delle elezioni europee di giugno, che hanno visto la Lega ottenere risultati non proprio brillanti, complicano ulteriormente questo scenario.

Possibili soluzioni e compromessi

Una soluzione di compromesso potrebbe essere quella già adottata per Quota 103, che consente il pensionamento anticipato con un assegno calcolato interamente con il metodo contributivo. Questo comporterebbe una riduzione dell’importo mensile, ma garantirebbe una maggiore flessibilità.

Le simulazioni dell’Inps

Le simulazioni dell’Inps suggeriscono che, nonostante i costi iniziali, tali misure potrebbero portare benefici a lungo termine. In questo momento è però difficile parlare di una vera riforma delle pensioni che possa accontentare tutte le parti coinvolte.

Le risorse previdenziali sono già sotto pressione e la situazione è destinata a peggiorare con l’aumento dei pensionati e il calo delle nascite. L’unica via percorribile sembra essere quella di garantire pensioni minime più dignitose e una certa flessibilità senza gravare eccessivamente sui conti dell’Inps.

Il Ruolo del Cnel nella riforma delle pensioni 2025

Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) potrebbe offrire un’altra via d’uscita. Un gruppo di lavoro istituito dal Cnel a febbraio, denominato “Riforma e prospettive del sistema previdenziale”, sta lavorando per individuare le criticità del sistema attuale e proporre linee guida per la riforma. Entro luglio, si prevede di completare i documenti tecnici su diversi temi, tra cui le casse dei liberi professionisti, la previdenza complementare e obbligatoria e la contribuzione.

Basandosi sui documenti tecnici, il Cnel ha in programma di presentare una proposta di disegno di legge per la riforma del sistema pensionistico ai primi di ottobre. Ottobre coincide con il periodo di stesura della Manovra 2025, e questo determinerà se e come il governo procederà con la riforma delle pensioni.