Nel 2022 è stata di 1.117,28 euro la spesa media mensile per la casa di una famiglia italiana. Lo afferma l’Istat, che certifica quello che già per molti era chiaro, che mentre i consumi nel loro complesso sono cresciuti dell’8,7%, esattamente come l’inflazione, quelli riguardanti affitti, bollette, mobili, elettrodomestici hanno invece visto un incremento maggiore, del 9,7%. La ragione è nel fatto che, come si sa, il carovita ha colpito il settore energetico, e quindi le tariffe di gas e luce, più degli altri settori.
Questo significa anche che non tutti gli italiani sono stati interessati allo stesso modo dall’impennata dei prezzi, perché il peso di queste voci di spesa non è lo stesso per tutti, ma varia molto in base alla tipologia di nucleo familiare.
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Come cambiano le spese per la casa in base al numero di componenti
Un parametro che influenza moltissimo i consumi è quello del numero di componenti di una famiglia, non solo perché, come è ovvio, quelle più numerose devono spendere di più, ma soprattutto perché spendono in modo diverso. Per esempio: quelle composte da cinque o più persone, come una coppia di adulti con tre o più figli, nel 2022 hanno dedicato solo il 34,2% del proprio budget alle spese per la casa, ovvero 1.193,07 euro, mentre chi vive da solo, invece, ha speso 966,86 euro. È meno in termini assoluti, ma in percentuale sulle proprie entrate questo ammontare corrisponde al 49,9% delle uscite totali, quindi una fetta ben più grossa.
La ragione è che mentre chi vive solo compra un terzo della pasta che acquista una famiglia di tre componenti, quando c’è da riscaldare un appartamento il fatto che vi abitino una o tre persone influisce poco sui costi della bolletta.
L’abitazione, poi, non è immediatamente modificabile o sostituibile con un’altra più piccola se, per esempio, ci si separa o si diventa vedovi, soprattutto da anziani ed è anche per questo che proprio il segmento di chi ha più di 64 anni e abita da solo dedica 999,75 euro, cioè ben il 55,3% delle proprie uscite alle spese per la casa: un record.
Le entrate complessive dei pensionati, poi, sono inferiori a quelle di chi ha un reddito di lavoro, come coloro che hanno la responsabilità di una famiglia con figli, e quindi spese piuttosto fisse e poco comprimibili quali quelle per la casa pesano di più. Gli anziani spendono per la casa in termini relativi anche più dei single con meno di 35 anni, che pure normalmente godono di entrate piuttosto basse. Questo è probabilmente dovuto anche al fatto che i più giovani hanno uno stile di vita molto diverso da quello dei padri, delle madri e dei nonni, sostengono anche altri costi, per i trasporti, per la ristorazione, il divertimento, che sugli over 64 pesano molto meno.
Nelle grandi città mantenere un’abitazione costa di più
Non è però solo una questione di giovani e anziani o di famiglie numerose o mononucleari, conta anche dove si vive. Secondo l’Istat sono coloro che risiedono nei comuni più grandi che devono dedicare la quota maggiore di entrate alle spese per la casa. Stiamo parlando dei seguenti capoluoghi: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Cagliari. Chi vi abita destina a questa voce il 47,6% dei propri consumi, contro il 41,1% di coloro che vivono in comuni con meno di 50mila abitanti e che non fanno parte degli hinterland delle grandi città.
È quindi facile immaginare l’identikit di coloro che nel nostro Paese più temono e soffrono l’incremento delle spese legate alle abitazioni, sono i vedovi o le vedove over 64 (più spesso sono donne) che hanno una pensione minima e vivono soli nella periferia di una grande città, dove il costo della vita è solitamente più alto.