Ritorno in città: dove gli affitti sono aumentati di più

Ritorno in città e caro vita, aumentano i costi degli affitti in Italia, in alcune regioni più di altre: ma dove i prezzi sono saliti di più?

Foto di Federica Petrucci

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

La fine delle vacanze estive per molti coincide con il rientro nelle grandi città, dove i costi degli affitti stanno continuando ad aumentare, in alcune regioni più che in altre. Due analisi condotte dall’Ufficio Studi di Idealista, pubblicate recentemente, hanno fatto luce sullo stato attuale del mercato immobiliare italiano, rivelando una netta tendenza al rialzo anche nel 2023.

Ma dove i prezzi sono saliti di più?

Le città con gli affitti più cari per gli studenti e lavoratori

Uno dei due studi condotti da Idealista si è concentrato sul mercato delle stanze in affitto in Italia (per studenti o giovani lavoratori). L’analisi, nello specifico, ha tenuto conto della domanda e dell’offerta riserva a chi è in cerca di un appartamento o di una stanza da condividere.

Prima di tutto, è emerso che l’età media di coloro che cercano stanze in case condivise è in costante aumento, passando da 32 anni nel 2022 a 34 anni nel corso del 2023. Un confronto con il 2019 – l’ultima analisi svolta prima della pandemia – l’età media dei locatori si attestava sui 29 anni. Inoltre, pare ci sia stato un calo dell’offerta in molte città, in modo particolarmente accentuato in alcune, tra cui spiccano Venezia (-86%) e Trento (-81%).

Tuttavia, in relazione al forte calo dell’offerta è analizzando i singoli mercati che si evidenziano le variazioni di prezzo più marcate si sono registrate a :

  • Bergamo (+27%);
  • Firenze (+26,6%);
  • Torino (+25%);
  • Genova (+16,7%);
  • Verona (+14,3%);
  • Bari (+11,1%);
  • Padova (+10,3%);
  • Milano (+10%).

Tutti grandi centri questi che segnano incrementi a doppia cifra.

Ci sono stati però anche aumenti a Roma e Napoli (entrambe 9,4%).

Concentrandosi sull’analisi dei prezzi e non solo sugli aumenti, però, c’è da dire che Milano resta la città più cara per studenti e lavoratori fuorisede con 570 euro di media per la stanza davanti a Torino. Seguono Firenze e Brescia (490 euro per entrambe), quindi Bergamo (470 euro), Roma (460 euro), Bologna e Padova (entrambe 450 euro) per citare le più care.

Le più economiche sono invece Reggio Calabria (180 euro), Catania (220 euro), Messina (220 euro), Pescara e Ancona (entrambe 230 euro).

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: “Il boom degli affitti brevi ha portato a una significativa riduzione dell’offerta di stanze per gli studenti in molte delle principali città italiane. Questa tendenza ha creato un ambiente sempre più competitivo e ha innescato un notevole incremento dei prezzi delle stanze, mettendo a dura prova gli studenti universitari e le loro famiglie”.

Le città italiane dove gli affitti sono aumentati di più

Affittare casa costa di più anche per chi va a vivere da solo. Il report di Idealista pubblicato il 6 settembre infatti ha registrato un aumento del costo medio degli affitti in Italia pari al +1,4% ad agosto, circa 13,7 euro/m2. E Ancora più significativa è stata la variazione se si tiene conto di un arco temporale maggiore, infatti rispetto all’anno scorso – nel giro di 12 mesi – gli affitti in generale sono aumentati dell’11,9%.

Le regioni che hanno riportato gli aumenti maggiori sono:

  • Valle d’Aosta (+10,6%);
  • Trentino-Alto Adige (+4,3%);
  • Puglia (+3,5%).

Aumenti superiori alla media nazionale si rilevano anche in:

  • Sicilia (+3%);
  • Liguria (+2,9%);
  • Calabria (+2,8%);
  • Lombardia (+2,5%);
  • Campania (+2,3%);
  • Piemonte (+1,5%).

I restanti incrementi di agosto sono compresi tra l’1,4% del Lazio e lo 0,4% della Sardegna.

Prezzi in aumento anche in 57 su 106 province monitorate, trascinate dai rimbalzi a doppia cifra di Vibo Valentia (16,7%), Brindisi (15,2%), Fermo (12,6%), Aosta (10,6%) e Trapani (10,2%). Incrementi superiori alla media nazionale dell’1,4%, vengono rilevati invece in 33 province, con valori che vanno dal 9,9% di Bolzano, a scendere sino all’1,5% di Avellino e Biella. All’estremo opposto, Pesaro-Urbino (-11,6%), Isernia (-10,6) e Pescara (-7,3%) sono le zone che hanno subito il maggior calo di prezzo ad agosto.

I canoni più elevati richiesti dai proprietari si trovano a Lucca (31,7 euro/m²), Belluno (27,7 euro/m²), Rimini (26,4 euro/m²) e Grosseto (25,4 euro/m²). Milano è settima con 21,2 euro al metro quadro, mentre Roma diciassettesima con 14,7 euro mensili. Mentre, le province più economiche per l’affitto sono Enna (4,8 euro/m²) che precede Caltanissetta (5,3%) e Avellino (5,7 euro/m²). Milano (22,4 euro/m²) è stabilmente la città più cara per gli inquilini, seguita da Massa (19,7 euro/m²) e Firenze (18,5 euro/m²), Roma, con 14,9 euro mensili di media, si posiziona sesta, Napoli (13 euro/m²) è nona nel ranking dei prezzi. Di contro, le città più economiche per la locazione sono Vibo Valentia (4,6 euro/m²), Caltanissetta (4,9 euro/m²) e Reggio Calabria (5 euro/m²).

Nelle città, invece, i maggiori aumenti rivelati nell’ultimo mese si concentrano a:

  • Udine (+11,8%);
  • Carrara (+7,9%);
  • Sassari (+7,7%);
  • Lecce (+7,5%).

Incrementi superiori alla media nazionale poi ci sono stati in altri 26 capoluoghi, compresi tra il 6,3% di Frosinone e l’1,6% di Napoli.

Inoltre, c’è da dire che questo trend dei prezzi di richiesta in aumento c’è stato in pressoché tutti i principali mercati cittadini, infatti, a eccezione di Bologna, stabile ad agosto crescono anche:

  • Roma (+2,3%);
  • Catania (+1,9%);
  • Milano (+1,8%);
  • Napoli (+1,6%);
  • Bari (+0,9%);
  • Torino (+0,8%).

All’opposto il calo maggiore spetta al Molise (-4,6%), che precede Marche (-2,7%), Veneto (-2,1%) ed Abruzzo (-1,8%). Prezzi giù anche in Emilia-Romagna (-0,9%) e Toscana (-0,2%). La Valle d’Aosta (22,3 euro/m2) è la regione più cara davanti a Toscana (18 euro/m2) e Lombardia (17,9 euro/m2). Altre regioni con valori sopra la media nazionale sono: Emilia-Romagna (15,6 euro/m2), Trentino-Alto Adige (15,1 euro/m2) e Lazio (14,2 euro/m2). Di contro, Umbria (6,9 euro/m2), preceduta da Molise (7 euro/m2) e Basilicata (7,2 euro/m2) rappresentano le aree più economiche della Penisola.