Casa di proprietà sempre più difficile da avere: colpa dei tassi e i mancati aiuti

Gli italiani considerano la casa un fattore di sicurezza e stabilità, ma i costi cominciano a pesare troppo e l'accesso diventa più difficile

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 11 Dicembre 2023 20:00

Grande o piccola che sia, la casa di proprietà resta un pilastro della sicurezza per gli italiani. Per la precisione, sono l’83,2% quelli che ritengono che la proprietà della propria abitazione sia un elemento essenziale per garantire sicurezza e stabilità. Questa convinzione è condivisa dal 76,9% dei giovani tra i 18 e i 34 anni, dall’82,4% delle persone tra i 35 e i 64 anni e dall’89,3% dei cittadini con 65 anni o più. Questo emerge chiaramente dal 2° Rapporto Federproprietà-Censis intitolato «La casa nonostante tutto».

Gli aumenti dei tassi e dei mutui frenano i sogni

Per il 78,4% degli intervistati, la casa rappresenta un riflesso della propria identità e personalità, mentre il 69,1% la considera un investimento sempre affidabile. La metà dei proprietari, ossia il 50,0%, afferma categoricamente di non voler mai vendere la propria dimora, desiderando invece lasciarla in eredità ai propri figli o nipoti. I dati confermano inequivocabilmente che, nella società italiana, la casa di proprietà costituisce ancora un pilastro fondamentale per la stabilità individuale e la coesione sociale.

Tra coloro che sono proprietari di casa e devono affrontare un mutuo, emerge che il 35,9% di essi sta sperimentando difficoltà nel pagamento delle rate, e questo fenomeno è spiccato soprattutto a causa dell’incremento dei tassi di interesse. Una situazione particolarmente critica coinvolge i giovani, con il 42,6% degli individui tra i 18 e i 34 anni che segnala problemi finanziari, in confronto al 39,5% dei 35-64enni e al 26,1% delle persone di 65 anni e oltre. Analizzando la distribuzione geografica, emerge che le sfide maggiori si presentano tra i residenti delle regioni del Centro (41,4%) e del Sud (37,2%), mentre le percentuali sono inferiori per coloro che vivono nel Nord del Paese (32,2% nel Nord-Ovest e 33,4% nel Nord-Est).

L’accesso alla proprietà della prima casa è diventato più arduo, con il 59,8% di coloro che ancora non possiedono una casa indicando che l’aumento dei tassi di interesse ha reso più oneroso e complicato un eventuale acquisto immobiliare. Questa sfida è particolarmente evidente nel 61,9% dei giovani tra i 18 e i 34 anni, mentre risulta meno impattante per le persone di 65 anni e oltre, coinvolgendo il 50,8% di questo gruppo demografico. In sintesi, la pressione finanziaria legata agli interessi ha influito notevolmente sulla stabilità economica dei proprietari di casa, soprattutto tra i più giovani e in determinate regioni geografiche.

Quanto pesano le bollette

Il 75,5% degli italiani afferma che le spese legate all’abitazione, come condominio, bollette e tasse, rappresentano un notevole peso sul proprio bilancio familiare. Questa percentuale raggiunge quasi l’80% tra le famiglie a reddito basso, mentre si attesta al 57,6% tra quelle più benestanti. Il peso dei costi abitativi sul budget familiare è particolarmente avvertito dal 73,4% dei residenti nel Nord-Ovest, dal 70,9% nel Nord-Est, dal 79,0% nel Centro e dal 77,8% nel Sud.

La gestione della casa risulta complessivamente più onerosa, con il rischio che la proprietà dell’abitazione, anziché rappresentare un fattore di sicurezza, si trasformi in un elemento critico. Il 60,8% delle persone a rischio di povertà è proprietaria della casa in cui vive. Nonostante un rallentamento dei prezzi nel corso dell’anno, il settore residenziale (che comprende abitazione, acqua, elettricità e gas) ha registrato variazioni significative nel primo trimestre (+24,7%) e nel secondo trimestre del 2023 (+14,0%), nettamente superiori al tasso di inflazione medio (+9,0% nel primo e +7,5% nel secondo trimestre del 2023). Solo nel terzo trimestre dell’anno, grazie a un taglio netto dei costi dell’energia elettrica e del gas, si è registrato un aumento più contenuto del +4,2% nei costi abitativi.

Si al green, ma gli aiuti sono pochi

Tra i criteri fondamentali per il futuro acquisto di una casa, il 64,6% degli italiani considera la classe energetica come un elemento chiave. Questa valutazione è condivisa dal 66,1% dei giovani, dal 65,7% delle persone tra i 35 e i 64 anni e dal 61,5% degli anziani. Riguardo alla direttiva europea “Casa green” per l’efficientamento energetico delle abitazioni, il 73,3% degli italiani dichiara di esserne a conoscenza. Per il 51,1%, la direttiva è vista in maniera positiva poiché prevede interventi necessari per ridurre l’inquinamento, mentre il 40,1% apprezza il risparmio energetico che ne deriverà.

Tuttavia, il 22,0% esprime preoccupazione riguardo alla possibilità che l’applicazione della direttiva possa comportare un ulteriore aumento dei costi di gestione degli immobili. Il 16,3% dei proprietari ritiene che gli interventi non saranno economicamente sostenibili, e il 10,7% è preoccupato per un potenziale calo dei prezzi delle case in assenza di ammodernamenti. È unanime l’opinione (90,2% degli italiani) che gli interventi dei proprietari debbano essere supportati da aiuti economici dello Stato, sotto forma di detrazioni, incentivi o altre misure di sostegno. Quindi, sebbene ci sia un’accoglienza positiva verso l’approccio ecologico, la tutela della sostenibilità economica delle famiglie proprietarie rimane un aspetto cruciale.

Una casa green non impatta solo sul risparmio energetico

Sulla tematica delle case ecologiche, Sima, la Società Italiana di Medicina Ambientale, ha condiviso le sue opinioni partecipando al rapporto Federproprietà-Censis.

Secondo Sima, la creazione di connessioni tra gli ambienti chiusi come case e uffici e la natura, nota come “architettura biofilica”, non solo ottimizza l’efficienza energetica con significativi risparmi economici, ma aumenta notevolmente il benessere umano, migliorando la qualità della vita e riducendo lo stress. Secondo i dati, una casa eco-sostenibile caratterizzata da ventilazione e illuminazione naturali, superfici in vetro o materiali riflettenti per pareti, tetti e lucernari, sistemi di schermatura solare, pareti verdi e l’uso di piante vive può ridurre lo stress degli abitanti fino al -60%, migliorare le performance del +10% al +25%, e aumentare il benessere generale e la creatività del +15%.

In breve, secondo Rita Trombin, psicologa ambientale ed esperta di biophilic design per Sima, la casa biofilica non solo migliora l’efficienza energetica delle abitazioni, ma contribuisce anche al benessere di coloro che vi abitano.

Cos’è il sociale e il senior housing

Sebbene la proprietà di una casa rimanga una delle principali aspirazioni degli italiani, c’è anche un’attenzione crescente verso nuove soluzioni abitative, come il social housing in locazione. Per il 24,6%, il social housing rappresenta una soluzione temporanea, un’attesa prima di poter acquistare una casa di proprietà, mentre per il 22,2% è principalmente un servizio abitativo, offrendo la possibilità di ottenere un alloggio temporaneo. Per meno di un italiano su tre (28,1%), il social housing costituisce un’alternativa all’acquisto di una casa di proprietà.

Il consenso per il senior housing, una soluzione abitativa dedicata alle persone anziane, è molto più elevato, con il 78,9% degli italiani favorevoli. Il 76,1% lo considera una soluzione che consente di affrontare la vecchiaia con serenità, vivendo in un ambiente protetto, mentre il 20,7% ritiene che offra l’opportunità di un accesso agevolato a servizi sanitari e socio-assistenziali.