Inflazione, c’è chi scommette sul taglio dei tassi per il prossimo anno

Un imminente taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE) è previsto nel secondo trimestre del prossimo anno

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il 14 dicembre 2023 si svolgerà la successiva assemblea della BCE, durante la quale gli esperti stimano una riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea. Nell’ultima occasione, la BCE ha mantenuto i tassi al 4%, ma ora sorge la domanda su quale sarà la sua prossima decisione e perché ciò riveste un’importanza significativa.

Perchè aumentano i tassi

L’aumento dei tassi di interesse impatta negativamente sui consumatori poiché i costi dei mutui e degli interessi su altri prestiti sono diventati onerosi. Inoltre, le imprese, confrontate con tassi di interesse elevati, trasferiscono gli aumenti di costi ai consumatori, che devono quindi affrontare prezzi più alti per i beni di consumo.

Questo ciclo alimenta l’aumento del costo della vita, influenzando in vari modi la maggior parte dei cittadini europei. Al contrario, quando i tassi di interesse diminuiscono, si verifica l’effetto opposto, contribuendo a un’espansione economica complessiva.

La Banca Centrale Europea, responsabile della politica monetaria nella zona euro, si riunisce otto volte all’anno, approssimativamente ogni sei settimane, durante il Consiglio direttivo per determinare i tassi di interesse e influenzare le condizioni economiche.

L’aumento generale dell’inflazione

L’incremento dei tassi di interesse svolge diverse funzioni, ma la sua importanza primaria risiede nella lotta contro l’inflazione.

Dopo la pandemia, l’inflazione è cresciuta a livello globale a causa di diversi fattori, tra cui l’aumento della quantità di moneta in circolazione, problemi nelle catene di approvvigionamento e l’aumento dei prezzi delle merci. Questi fenomeni hanno innescato un aumento dei costi delle materie prime. Ad esempio, un’azienda europea che importa tessuti dal Bangladesh si trova ora a dover affrontare costi doppi rispetto al periodo precedente alla pandemia. I proprietari trasferiscono tali aumenti di costi ai consumatori, generando così l’inflazione.

Le banche centrali di tutto il mondo, compresa la Banca Centrale Europea (BCE), hanno risposto a questa situazione incrementando i tassi di interesse per contenere l’inflazione.

I tassi si abbasseranno il prossimo anno?

A novembre, l’inflazione nell’Eurozona è scesa al 2,4%, il livello più basso dal luglio 2021, avvicinandosi all’obiettivo del 2% della BCE. Questo trend ha portato a speculazioni sulla possibilità che la BCE diventi la prima banca centrale a ridurre i tassi di interesse, come indicato dal governatore della Banca Centrale Francese, François Villeroy de Galhau. Egli ha sostenuto che, a meno di sorprese significative, il ciclo di aumento dei tassi sembra essersi concluso, in quanto i progressi nella disinflazione sono stati più rapidi del previsto.

L’indicazione di un possibile taglio dei tassi ha influito sui rendimenti dei titoli di Stato, con gli investitori che ora scommettono con una probabilità del 75%, rispetto al 40% della settimana precedente, sulla decisione della BCE di ridurre i tassi. Goldman Sachs ha anche avanzato una stima, fissando la data prevista per un taglio dei tassi nel secondo trimestre del 2024.

Tuttavia, alcuni esperti mettono in guardia contro un’eccessiva ottimismo, sottolineando che la lotta all’inflazione potrebbe non essere ancora conclusa. Innes McFee, capo economista di Oxford Economics, ha esposto la preoccupazione che una decisione affrettata di tagliare i tassi potrebbe rappresentare un errore di politica monetaria da parte della BCE. La discussione sull’andamento della politica monetaria della BCE rimane dunque aperta, con opinioni divergenti tra gli esperti del settore.

Le parole di Lagarde

Christine Lagarde, la presidente della BCE, ha recentemente lanciato un avvertimento alla zona euro riguardo a un possibile nuovo aumento dell’inflazione, soprattutto ora che gli aiuti contro l’incremento dei prezzi dell’energia stanno gradualmente diminuendo. La sua dichiarazione evidenzia la preoccupazione per la potenziale persistenza delle pressioni inflazionistiche nella regione.

Inoltre, Lagarde ha chiarito che la BCE non prevede di iniziare a tagliare i tassi di interesse prima dei “prossimi due trimestri”, stabilendo un orizzonte temporale per eventuali decisioni sulla politica monetaria.