I Savoia rivogliono il “tesoro” della Banca d’Italia: quanto vale

Gli eredi della famiglia reale italiana vogliono indietro i gioielli appartenuti alla Corona, ora custoditi nel caveau di Bankitalia, che si è già espressa negativamente sulla questione

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Sarebbe avvenuto un incontro tra i legali di Vittorio Emanuele di Savoia e delle sorelle e quelli della Banca d’Italia per discutere del destino del tesoro della casata, che dal 1946 è custodito nel caveau di via Nazionale. Il figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto I vorrebbe rientrare in possesso dei gioielli della Corona, e potrebbe anche fare causa allo Stato italiano per riaverli. Ma sulle trattative vige il massimo riserbo.

Il 25 gennaio, al vertice, avrebbero preso parte i rappresentanti della casata reale e della banca centrale, oltre a quelli della presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per una vicenda apparentemente semplice, ma che è in realtà molto complicata.

Se non si troverà la mediazione sui preziosi della Corona, la casata potrebbe anche decidere di citare in causa lo Stato italiano, e avviare così una battaglia legale che definirà una volta per tutte la proprietà dei gioielli.

Perché i gioielli dei Savoia sono nel caveau della Banca d’Italia

Umberto II, prima di lasciare l’Italia, affidò al marchese Lucifero Falcone le ricchezze dei Savoia, per portarli all’allora governatore della Banca d’Italia e futuro presidente della Repubblica Luigi Einaudi, per custodirle e metterle “a disposizione di chi di diritto”, come si legge nel verbale della consegna.

Si tratta dunque degli unici beni dei Savoia che non furono confiscati con apposita legge dopo la cacciata della famiglia dall’Italia. Non risultano infatti nei lunghi verbali che sono stati redatti in seguito alla confisca di tutti i beni immobili e mobili della famiglia.

Con l’avvento della nuova forma di Stato, infatti, il Re di maggio e i suoi eredi furono banditi definitivamente dai nostri confini. Lui morì in esilio, a Ginevra, nel 1983. Vent’anni fa, però, una nuova legge costituzionale ha cancellato il divieto di ingresso ai Savoia sul suolo italiano.

E da allora la famiglia reale cerca di rientrare in possesso dei beni appartenuti alla monarchia italiana, nonostante la Banca d’Italia si sia già espressa negativamente anche lo scorso anno sulla faccenda. “La restituzione non può essere accolta, tenuto conto delle responsabilità del depositario”, aveva stabilito Bankitalia a novembre 2021.

Quanto vale il tesoro dei Savoia custodito dalla Banca d’Italia

Il tesoro dei Savoia è composto da 6.732 diamanti e oltre 2 mila perle, incastonati su orecchini, diademi, collane e spille varie. Il valore totale dei gioielli della casata reale ammonterebbe a circa 300 milioni di euro. Ma si tratta solo di una stima approssimativa, perché non è mai stata fatta alcuna valutazione ufficiale.

Insomma, ancora una nuova vicenda anima la casata, sempre pronta a far parlare di sé. Come per la questione dinastica, con il principe Amedeo di Savoia che per anni è stato il contendente al trono. Non sembra esserci pace per i gioielli dei nobili in questo periodo, visto lo scandalo attorno alla ricca eredità della marchesa Marina Ripa di Meana, messa all’asta.