Record contagi gravi nonostante la quarta dose? Il caso Israele

Israele è uno dei sei Paesi al mondo che ha iniziato a somministrare la quarta dose, ma i casi gravi a Tel Aviv sono un migliaio: qual è la situazione

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Redazione

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La quarta dose è realtà in sei Paesi, visto che al momento – seppur con modalità diverse, solo Israele, Danimarca, Stati Uniti, Ungheria, Spagna e Germania hanno dato il via libera. I dati che arrivano da Tel Aviv, però, parlano di un aumento dei contagi gravi: da una parte i No Vax sottolineano – a loro dire – l’inutilità del vaccino, dall’altra le autorità locali spiegano che proprio grazie alle varie dosi il Paese ha potuto rimuovere ogni limitazione, Green pass compreso.

Quarta dose, il piano dell’Italia e il giudizio dell’Ema

Come confermato fa Francesco Broccolo, virologo dell’Università di Milano Bicocca, nella storia della vaccinazione non si era mai arrivati a dare quattro dosi così ravvicinate fra loro: il massimo erano state tre, con le prime due ravvicinate e la terza distanziata.

In Italia, al momento, non è prevista la quarta dose. Ed è cauta anche l’Agenzia europea dei medicinali (Ema), che preferisce attendere ulteriori dati prima di dare disposizioni.

Lo stesso Roberto Speranza, ministro della Salute, ha sottolineato che sulla quarta dose del vaccino si ragionerà sulla base delle indicazioni della comunità scientifica italiana e internazionale. In sostanza, per adesso la strategia prevede l’attesa. Il Commissario per l’emergenza sanitaria, Francesco Paolo Figliuolo, a Repubblica ha invece spiegato che una quarta dose come le precedenti “per ora non è prevista: se necessaria, in futuro, si farà in farmacia o dal dottore” ovviamente nel caso in cui non esploda una nuova situazione emergenziale.

Secondo Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, è ancora presto per chiudere all’ipotesi quarta dose in maniera tassativa, soprattutto perché si è in fase di raccolta dei dati riguardanti non solo la durata della protezione vaccinale, ma anche la qualità e la persistenza della risposta immunitaria. È possibile, dunque, che vengano utilizzati altri richiami “magari il prossimo autunno, con un vaccino polivalente e aggiornato, se si conferma l’attuale calo della curva epidemica”, ha riferito al Corriere della Sera.

Record di contagi gravi, cosa succede in Israele

A gennaio 2021 Israele ha somministrato circa 600 mila dosi tra over 60 e maggiorenni a rischio. Negli Stati Uniti, invece, le autorità sanitarie hanno dato il via libera per le persone immunocompromesse a 5 mesi dalla terza dose. Anche Spagna e Germania l’hanno autorizzata per le persone a rischio, mentre l’Ungheria la prevede per tutta la popolazione.

I dati arrivati da Tel Aviv, però, fotografano un Paese che ha sfiorato 38 mila nuovi casi giornalieri, con un aumentano dei casi gravi: in tutto sono almeno 1.000, soprattutto a causa del diffondersi della variante Omicron. C’è però da aggiungere che Israele è attualmente un Paese aperto: è stato rimosso anche il Green pass.

Arnon Shahar,  responsabile del piano vaccinale, ha riferito che, grazie alla somministrazione delle dosi, nelle terapie intensive e nei reparti le persone hanno meno bisogno di ossigeno rispetto all’inizio dell’emergenza. Ha poi aggiunto che se nel Paese si fosse raggiunto il 95% di vaccinati, la quinta ondata “non l’avremmo sentita”.

Shahar, comunque, ha concluso dicendo che la quarta dose è necessaria per i pazienti a rischio, ossia:

  • iper fragili;
  • anziani;
  • immunocompromessi.

Una persona sana e senza fattori di rischio, infatti, secondo Shahar può fare a meno di ricorrere alla quarta dose.