Rimborso voli in ritardo, cosa cambia dopo la decisione Ue: taglio ai risarcimenti

Il ritardo aereo si tradurrà in un rimborso più difficile da ottenere: la riforma europea è ancora in discussione, ma non promette nulla di buono per i viaggiatori

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 9 Giugno 2025 19:11

Potrebbe presto diventare più complicato ottenere un rimborso perché l’aereo è in ritardo.

Il testo della riforma Ue sui rimborsi aerei prevede infatti meno indennizzi e più tutele alle compagnie. Cosa che ha fatto scattare la protesta delle associazioni in difesa dei consumatori.

Più difficili i rimborsi aerei per ritardi

Dopo oltre dieci anni di attesa, il Consiglio dei Trasporti dell’Unione Europea ha partorito un testo che potrebbe provocare più d’un mal di pancia ai viaggiatori. La riforma, che modifica il Regolamento CE n. 261/2002 è ora all’esame dell’Europarlamento.

La novità più controversa, come anticipato, riguarda le condizioni per accedere al rimborso in caso di ritardo:

  • fino a 3.500 chilometri l’indennizzo scatterà solo dopo 4 ore di ritardo, mentre prima erano 3; e l’importo massimo sarà di 300 euro, anziché di 400;
  • oltre i 3.500 chilometri si dovranno attendere 6 ore di ritardo per ottenere un massimo di 500 euro, contro i 600 previsti dalle norme attuali.

Secondo le stime di associazioni come Codacons e RimborsoAlVolo, con le nuove soglie l’85% dei passeggeri che oggi ha diritto a un indennizzo ne rimarrebbe escluso, generando una riduzione complessiva dei rimborsi per circa 170 milioni di euro all’anno.

In caso di volo cancellato, le compagnie aeree avranno l’obbligo di offrire entro tre ore una soluzione alternativa, anche tramite altri vettori o mezzi. Se non riescono, i passeggeri potranno acquistare un altro volo autonomamente e richiedere un rimborso fino al 400% del prezzo del biglietto originario, ma con un tetto massimo di 500 euro.

Un esempio emblematico riguarda i voli low cost: chi ha acquistato un biglietto a 30 euro e ne spende 250 per un volo alternativo, potrà ottenere al massimo 150 euro di rimborso. “Una fregatura a tutti gli effetti per i viaggiatori che, oltre al danno, subiranno la beffa“, attacca a testa bassa il Codacons.

Bagaglio a mano, ogni compagnia farà da sé

La proposta iniziale, sostenuta dalla presidenza polacca del Consiglio Ue, prevedeva la legalizzazione del pagamento per il bagaglio a mano, prassi ormai diffusa tra le compagnie low cost ma bocciata da diverse sentenze della Corte di Giustizia Ue. Il compromesso finale non fissa dimensioni o regole uniformi per cui ogni compagnia potrà decidere liberamente le proprie regole. L’unico diritto garantito a livello Ue è quello di portare gratuitamente un “oggetto personale” a bordo.

Assistenza e nuovi diritti

Ma qualcosa di positivo per i passeggeri si prospetta, oltre ai tagli ai rimborsi: le compagnie dovranno fornire cibo, bevande e alloggio in caso di ritardo. E se il volo è bloccato in pista per oltre 3 ore, i passeggeri dovranno essere sbarcati. Vengono poi introdotti 31 nuovi diritti, tra cui la possibilità di modificare il nome del passeggero fino a 48 ore prima della partenza e una maggiore trasparenza sulle comunicazioni.

Governo italiano favorevole

L’Italia, tramite il Ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini, ha accolto positivamente la riforma definendola una “innovazione normativa” che introduce “significative migliorie” per i viaggiatori.

Fra le opposizioni, gli eurodeputati italiani dei Verdi alla vigilia del voto del Consiglio Ue avevano accusato il governo italiano di voler far prevalere “gli interessi delle lobby sulle tutele dei consumatori”.

Durissimo il Codacons, che parla di una “follia che rappresenta un immenso regalo per le compagnie aeree e un danno enorme per i consumatori”. L’associazione si dice pronta “ad una battaglia legale per contrastare le nuove norme”.

Fra chi si oppone al Parlamento europeo c’è il gruppo Ppe, che parla di un “passo indietro” sui diritti dei viaggiatori.

Cosa succede adesso

La riforma passerà ora all’esame della Commissione Trasporti del Parlamento europeo, che potrà confermarla o introdurre modifiche. Solo dopo il trilogo (o negoziato informale) tra Consiglio, Commissione e Parlamento, le nuove regole diventeranno effettive.