Studio Zeta, la tradizione che ispira il futuro della moda

Incontro con Mauro Galligari, fondatore e CEO dello showroom Studio Zeta e promotore della nascita di Camera Showroom Milano.

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Paolo Gelmi

Esperto di moda e lifestyle maschile

Esperto di moda e lifestyle, è stato direttore di svariate riviste cartacee nel settore luxury.

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Nel mondo della moda ci sono realtà che non sono conosciute da tutti ma che esercitano un valore altissimo e strategico per i brand, grazie al loro lavoro atto a costruire e sviluppare l’espansione di un marchio, il marketing e il commerciale, una di queste realtà è lo showroom: uno spazio fisico o virtuale dove un brand può presentare in anteprima le proprie collezioni a un pubblico selezionato che a differenza di un negozio che vende direttamente al cliente finale è un punto di incontro tra il marchio e i suoi partner commerciali, si rivolge a Buyer e responsabili acquisti che accorrono a visionare i capi e fare eventualmente gli ordini per la stagione successiva per conto di boutique, multibrand o Department Store importanti, ma anche giornalisti e influencer hanno la possibilità di entrare in questi spazi per conoscere le nuove tendenze e ricevere i look book, oppure per selezionare i capi d’abbigliamento o accessori da fotografare e indossare per servizi e articoli.

Tra gli showroom di Milano capitale della moda mondiale abbiamo selezionato lo Studio Zeta uno dei più importanti e rappresentativi showroom della città meneghina, nato nel 1983 inizialmente nella città di Firenze per spostarsi nel 1988 a Milano, lo spazio si apre su un antico cortile, un portale discreto e silenzioso che conduce dall’asfalto urbano al silenzio luminoso di uno spazio perfetto, qui Studio Zeta svolge la propria attività, la sua forza è radicata nella curiosità, nella ricerca e scoperta non solo nel rappresentare marchi già conosciuti, ma nella grande capacità nell’individuare voci nuove, visionarie e non ancora diffuse nell’universo del retail, il team dello showroom scruta i segnali, le tendenze, i materiali e le attitudini che un marchio trasmette e quando qualcosa di questi emerge le cattura, perché Studio Zeta non è solo uno spazio espositivo ma un laboratorio, una stazione di osservazione, uno snodo cruciale dedicato ai buyer di tutti i continenti che sanno che qui troveranno non solo le firme, ma la promessa di ciò che accadrà nella moda nel prossimo futuro.

Nonostante il respiro internazionale dettato dalle sedi di Milano e Parigi, Studio Zeta conserva una sensibilità profondamente artigianale e italiana grazie a una selezione minuziosa dei brand e alla cura dei dettagli, la sua capacità di cogliere il ritmo veloce della moda contemporanea, il saper interpretare le sfilate, il comprendere le collezioni sono tutti valori importanti e strategici che permettono a Studio Zeta di garantire ai buyer la fruibilità di uno spazio dove la gestione del brand, la strategia di crescita, l’espansione sul mercato vengono curate con la precisione di un atelier, lo showroom ha consolidato rapporti con buyer internazionali di oltre 90 paesi nel mondo con una rete che copre Europa, Asia, Medio Oriente e paesi dell’ex Unione Sovietica, questo spazio promuove anche l’eccellenza artigiana italiana sia nella scelta dei brand da rappresentare, che nelle strategie di marketing da utilizzare, offre anche un importante supporto ai giovani stilisti offrendo loro visibilità, spazio e connessioni con i mercati internazionali, con il passare del tempo Studio Zeta ha ampliato le sue funzioni non solo come showroom ma come piattaforma che assiste stilisti in licenze, produzioni, relazioni con i buyer globali e supporto alla progettazione.

Per l’occasione QF LifeStyle ha incontrato Mauro Galligari cofondatore e Ceo dello Studio Zeta e promotore della nascita di Camera Showroom Milano (CSM) con il ruolo di Direttore della Comunicazione per farsi raccontare come si svolge questa attività così importante per i brand della moda e le novità delle prossime stagioni.

Più di quarant’anni di storia, come è cambiato il lavoro dello showroom in questi anni?
Partiamo da un contesto storico, Studio Zeta nasce nel 1983 a Firenze dentro casa mia in Piazza della Signoria, in una realtà che è sempre stata una fucina di idee, ricordiamo che fino alla fine degli anni 70 la moda era concentrata su questa città e quella di Roma, nel 1988 mi trasferisco a Milano e in quel periodo tutto è cominciato a cambiare grazie all’arrivo delle nuove tecnologie, internet, dei social, delle mail, il nostro modus operandi ha subito molteplici variazioni, una volta era tutto molto più difficile sia nella comunicazione con i brand che verso i buyer, nella ricerca di nuove opportunità si era obbligati a spostarsi se si voleva avere la massima visibilità, oggi se si desidera rivedere una collezione basta un collegamento via internet, Studio Zeta negli anni successivi si è evoluta, si è messa al passo con i tempi. In origine eravamo solo un agenzia che curava l’aspetto commerciale dei brand presenti all’interno dello showroom, oggi invece abbiamo 3 settori importanti, il primo è sicuramente quello commerciale, poi abbiamo il customer service un insieme di servizi a disposizione dei nostri clienti, per ultimo ma non per importanza le consulenze, per quanto riguarda quest’ultimo aspetto ammetto che è quello che mi stimola di più, lo seguo personalmente, perché riesco a traferire ai miei clienti tutta l’esperienza acquisita in più di quarant’anni, consulenze commerciali e di marketing, ricerca di fornitori e produttori o nella scelta dei tessuti, studio delle tendenze e dei mercati di riferimento.

Quali sono le caratteristiche fondamentali per aver successo nella sua attività
Innanzi tutto una grande curiosità, molta ricerca e tanta competenza nella selezione dei brand, una buona tecnica commerciale, un forte intuito e conoscenza dei mercati, devo dire che noi conosciamo profondamente agni angolo del mondo e tutti i buyer di riferimento.

Come seleziona i brand da inserire in Studio Zeta?
Questa è la parte più delicata, riceviamo almeno tre chiamate al giorno da stilisti e brand che ci chiedono di essere seguiti dalla nostra agenzia, la prima cosa che facciamo e farci inviare immagini della collezione, dettagli tecnici e look-book, da quel momento inizia la prima fare dello studio del brand, per quanto mi riguarda per la selezione di un nuovo marchio da inserire si deve accendere una lampadina, devo intuire che c’è del valore aggiunto e delle potenzialità sia in termini di stile che di prodotto, dopodiché si fissa un incontro, comunque rispondiamo sempre a tutti anche a quei brand che non riteniamo interessanti, perché abbiamo un grandissimo rispetto dei nostri potenziali clienti.

Uomo o donna cambia il vostro modo di approcciare i mercati?
Con la donna è tutto più “semplice” ci sono molte più opzioni e gli stilisti sono più agevolati nel potersi districare tra tessuti, forme e colori, con la donna si può osare andare al limite della femminilità, mentre per l’uomo è tutto più difficile, uscire dagli standard classici della tradizione maschile non è facile e questo segmento è in notevole affanno, ci sono meno possibilità creative e il commerciale spesso limita la creatività a favore del capo vendibile, basti notare come la Milano Fashion Week Uomo sia in leggero calo, mentre quella della donna cresce anno dopo anno. Una cosa a favore dell’universo maschile è racchiusa nella fidelizzazione del consumatore, se un uomo si trova bene con un brand è molto difficile che cambi direzione, mentre la donna è meno fedele al singolo marchio, insegue molto di più tendenze e mode del momento.

Orgoglio e rimpianti, ci può dire qualcosa in merito alla sua attività?
Senza dubbio in termini di orgoglio posso vantare di aver lanciato sui mercati molti brand, ma uno in particolare mi rende profondamente orgoglioso Maison Martin Margiela, siamo stati i primi a portare al successo questo importantissimo marchio, per quanto riguarda i rimpianti invece è il non aver preso all’interno della mia agenzia il brand P.A.R.O.S.H che oggi è importantissimo, non l’ho selezionato perché ero troppo amico del suo fondatore e per quanto mi riguarda ho una regola fondamentale nella mia attività, non mischiare mai lavoro e amicizie, comunque è sicuramente un gran rimpianto.

Le sfilate e le fiere hanno ancora un’importanza strategica nel 2025?
Direi assolutamente di si, per molto tempo si è cercato di capire cosa potesse sostituire le sfilate, ma alla fine ci si è resi conto che nulla è più glamour e commercialmente incisivo di una sfilata di moda, la stessa cosa vale per le presentazioni che a differenza delle sfilate si svolgono con dei tempi più lunghi e permettono a buyer e stampa di toccare con mano le collezioni, per quanto riguarda le fiere sono in leggero affanno a parte il Pitti Immagine Uomo e Milano Unica, le altre soffrono e forse andrebbero riviste, ma non si è trovata ancora la formula giusta.

Lei è stato promotore della nascita di Camera Showroom Milano e ne è Direttore della Comunicazione, ci vuole raccontare cosa l’ha portata in questa direzione e quali sono gli obiettivi?
Tutto nasce da un esigenza, l’anno del Covid19 all’ultimo momento decidono di cancellare Pitti immagine Uomo, per noi quella fiera oltre che importantissima per mille motivazioni era strategica perché il giorno dopo la sua chiusura partiva a Milano la campagna vendita per tutti gli showroom e i brand del settore, non avendo più un punto e una data di riferimento si rischiava di perdere un momento commercialmente strategico e importantissimo per il settore, così decisi di inviare una mail a tutti gli showroom di Milano per coordinarci su una data, da quel momento abbiamo capito che non potevamo più considerarci solo competitor, ma che dovevamo ragionare da colleghi perché tutti avevamo gli stessi obiettivi, questo ci ha permesso di scambiarci informazioni, opinioni e di dare un servizio maggiore ai nostri clienti, uniti collaboriamo con la Camera Nazionale della Moda Italiana e con la Camera Buyer, la cosa che mi rende orgoglioso e che solo in Italia esiste una tale associazione a dimostrazione che il nostro paese è sempre un passo avanti, ad oggi siamo oltre i trentasei associati, tra gli showroom multibrand di Milano cito alcuni come: Casile&Casile Fashion Group, Panorama Moda, Gruppo Zappieri, Elisa Gaito e Daniela Ghiselli.

Milano e Parigi sono le vostre 2 sedi: ne vogliamo parlare?
Milano è la nostra sede per eccellenza dal 1988, poi nel 2010 ho deciso di aprire anche a Parigi sugli Champs-Elysées, inizialmente era solo lo showroom di Studio Zeta, dopo la nascita della Camera Showroom Milano durante la Paris Fashion Week ospitiamo i brand della nostra associazione per la campagna vendita, insieme si è più forti.

Lei è famoso per credere molto nell’artigianalità italiana e nei giovani stilisti?
Vero, amo molto la tradizione italiana manifatturiera e credo moltissimo nelle giovani risorse, quando ne incontro una cerco di seguirlo, consigliarlo e promuoverlo al meglio, l’Italia continua ad essere una fucina di talenti creativi, non solo nella moda ma in moltissimi settori.

Che consiglio darebbe a un giovane che vuole intraprendere la sua professione?
Di armarsi di tanta pazienza, è un lavoro che al suo interno prevede varie figure professionali dal Brand Director al Marketing Manager sino al Visual Merchandiser per citarne alcune, consiglio anche passione e grandi capacità intuitive, a Brescia c’è una scuola che si chiama ITS Accademy Machina Lonati che ha istituito un corso per avvicinare gli studenti a questa professione, io insieme ad altri colleghi ho l’onore e il piacere d’insegnare in questa realtà.