Bere un vino nato sulle piccole isole italiane significa compiere un viaggio sensoriale e culturale unico. Le vigne che si arrampicano sui terrazzamenti dell’Isola del Giglio, quelle sospese sui versanti lavici di Stromboli o affacciate sul mare di Ponza raccontano storie di resilienza e passione. Sono vini figli di condizioni estreme, di viticoltura eroica e di scelte di vita coraggiose da parte di produttori che hanno deciso di investire in territori difficili, spesso lontani dai grandi circuiti commerciali.
Queste bottiglie racchiudono un’identità precisa, un paesaggio che si traduce in profumi e sapori netti, spesso inaspettati. E se un tempo il vino delle isole era associato prevalentemente ai dolci passiti, oggi il trend è diverso: sempre più produzioni si orientano verso versioni secche, pensate per un consumo quotidiano e a tutto pasto, pur mantenendo il loro fascino raro e inconfondibile.
Per chi vuole provare e cerca questo, la selezione curata da Gambero Rosso e firmata da Marzio Taccetti offre una bussola preziosa: otto etichette rare premiate che uniscono accessibilità e grande personalità senza superare i 50 euro.
Quali sono i migliori vini rari premiati sotto i 50 euro
La rassegna dei vini delle piccole isole mostra come anche in contesti marginali possano nascere capolavori enologici. Ecco gli otto vini selezionati, tutti sotto la soglia dei 50 euro:
- Ansonaco ’22 – Altura (Isola del Giglio, punteggio ottenuto 92/100, 45 euro), un orange wine complesso, nato da vigneti terrazzati a picco sul mare. Profumi di salsedine, macchia mediterranea e frutta essiccata. Strutturato e tannico, racconta l’anima autentica del Giglio;
- Strulli ’23 – Cantina Parasole (Isola del Giglio, punteggio ottenuto 90/100, 30 euro), sempre da ansonaco, ma con uno stile più immediato: note iodate e di frutta secca, sorso fresco e strutturato. Un vino giovane, già ricco di personalità;
- Súlana ’23 – La Mursa (Isola di Capraia, punteggio ottenuto 92/100, 40 euro), il bicchiere profuma di frutti rossi freschi e fiori, con acidità brillante e tannini eleganti. Lungo e armonioso, con grande potenziale evolutivo;
- Biancolella ’23 – Antiche Cantine Migliaccio (Ponza, punteggio ottenuto 93/100, 35 euro), macchia mediterranea, agrumi e fiori di cappero: un sorso sapido e croccante che fotografa l’anima di Ponza. Uno dei più riusciti esempi di bianco isolano;
- Faro della Guardia Biancolella ’23 – Casale del Giglio (Ponza, punteggio ottenuto 92/100, 35 euro), altro gioiello ponzese, con freschezza verticale e mineralità marcata. La sua sapidità lo rende un vino marino per eccellenza;
- Verticale ’22 – Vigne di Mare (Stromboli, punteggio ottenuto 94/100, 42 euro), malvasia che sprigiona tutto il carattere dell’isola vulcanica. Fiori, macchia mediterranea, pietra lavica e un finale salino. Potente ed emozionante;
- Grotta dell’Oro – Hibiscus (Ustica, punteggio ottenuto 92/100, 30 euro), da uve zibibbo, profumi aromatici di frutta tropicale ed erbe mediterranee. Al palato è elegante, fresco e con una chiusura nitida e piacevolmente amarognola.
Disclaimer: nall’elenco non c’è il Capri Rosso ’20 – Masseria Frattasi, selezionato da Gambero Rosso come uno degli migliori vini rari (punteggio ottenuto 91/100), escluso in questo caso solo per via del prezzo, 180 euro.
Come sono stati scelti i vini da Gambero Rosso
La selezione nasce dal lavoro di Gambero Rosso, che da anni analizza con attenzione il panorama enologico italiano attraverso la sua guida Vini d’Italia. I criteri di valutazione combinano aspetti tecnici (punteggio in centesimi, equilibrio, pulizia aromatica, potenziale di invecchiamento) e aspetti identitari come il legame con il territorio, la capacità di raccontare un paesaggio e la coerenza stilistica con le condizioni di produzione.
In questo caso, i vini delle piccole isole italiane sono stati valorizzati come esempi di viticoltura eroica: terreni impervi, rese limitate, difficoltà logistiche. Tutti elementi che, invece di essere ostacoli, diventano punti di forza, imprimendo ai vini carattere e unicità.