Oggi oltre il fascino dell’arte e della Storia, un nuovo protagonista è salito sul podio delle motivazioni di viaggio per i turisti in Italia: il cibo. Degustazioni e cucina tipica sono diventati più di una semplice “esperienza collaterale” al soggiorno, ma spesso la ragione stessa per cui milioni di persone scelgono di venire in Italia.
Lo confermano i dati Enit (l’Agenzia Nazionale del Turismo) diffusi dal Ministero del Turismo in occasione della Giornata della Ristorazione a maggio 2025. Il numero dei soggiorni enogastronomici nel 2024 è cresciuto del +176% rispetto al 2023, con 2,4 milioni di presenze internazionali e quasi 400 milioni di euro di spesa.
Indice
L’importanza del turismo enogastronomico
Il turismo enogastronomico è oggi un asset strategico per l’economia in Italia, perché capace di generare valore per territori, comunità locali e intere filiere produttive e commerciali.
Solo fino a pochi anni fa, l’enogastronomia era considerata una nicchia, appannaggio di pochi appassionati gourmet. Oggi, invece, la cucina italiana rappresenta uno dei principali driver della scelta di viaggio, soprattutto per il pubblico internazionale.
Tra i mercati che alimentano questo fenomeno ci sono:
- Regno Unito;
- Germania;
- Spagna;
- Stati Uniti.
E il dato più interessante è proprio l’incremento dei soggiorni, saliti del 176% in un solo anno, segno che sempre più visitatori non si limitano a una cena in trattoria o a una degustazione in cantina, ma organizzano interi viaggi con il cibo come filo conduttore.
In questo contesto, l’Italia ha un vantaggio competitivo unico al mondo: una biodiversità alimentare e vitivinicola senza pari, distribuita lungo tutta la Penisola e capace di offrire esperienze autentiche in ogni regione, da Nord a Sud.
Spese in crescita e maggiori entrate
La spesa internazionale per esperienze enogastronomiche in Italia ha toccato i 395,5 milioni di euro nel 2025, secondo i dati Enit. Una cifra che va ben oltre il semplice pasto al ristorante.
Comprende visite guidate nelle cantine, cooking class, itinerari del gusto, festival gastronomici, tour dell’olio e del vino, soggiorni in agriturismo. È un turismo esperienziale, che punta a far vivere al turista la cultura italiana attraverso il sapore.
Il legame diretto tra export agroalimentare e turismo enogastronomico è un altro aspetto fondamentale.
Chi scopre e apprezza i prodotti italiani all’estero, una volta in viaggio, vuole vivere l’esperienza del gusto direttamente nei luoghi di origine. Questo fenomeno, detto turismo di ritorno del gusto, è particolarmente evidente nei mercati anglosassoni e nordamericani, dove la cucina italiana è già fortemente apprezzata.
Dal punto di vista dello sviluppo sostenibile, inoltre, il turismo legato al cibo può avere un impatto virtuoso.
Favorisce la filiera corta, sostiene le piccole imprese agricole e artigianali, incentiva la tutela dell’ambiente e del paesaggio rurale. In molti casi, contribuisce a contrastare lo spopolamento dei borghi, creando occasioni di lavoro per giovani cuochi, produttori, guide turistiche, operatori dell’accoglienza.
Destinazioni emergenti
L’aspetto più interessante del turismo enogastronomico è che si rigenera continuamente. Nuove destinazioni infatti emergono ogni anno, grazie alla capacità dei territori di reinterpretare le tradizioni in chiave moderna.
Ne sono esempio le Strade del Vino, i percorsi del tartufo, i festival dei prodotti tipici, ma anche esperienze più innovative come il trekking tra i frantoi, le cene itineranti nei borghi, i picnic tra le vigne.
Queste proposte attirano non solo turisti stranieri, ma anche italiani sempre più alla ricerca di esperienze autentiche, a contatto con le proprie radici. E proprio per questo motivo, il turismo enogastronomico si presta perfettamente a una strategia di destagionalizzazione, diluendo i flussi turistici e contribuendo a rendere sostenibile la crescita del settore.
Perché questo straordinario potenziale possa esprimersi pienamente, è necessario investire in formazione, infrastrutture, promozione e innovazione.
I territori devono essere messi nelle condizioni di:
- accogliere turisti esigenti;
- garantire standard qualitativi elevati;
- comunicare efficacemente il proprio valore unico.
Servono reti tra imprese, amministrazioni locali e istituzioni turistiche, capaci di costruire offerte integrate, accessibili e riconoscibili anche a livello internazionale.