Aumenta il consumo di prodotti freschi in Italia con uova, formaggi, pane e pesce

La ripresa dei consumi nel primo semestre 2025: le famiglie italiane tornano a spendere per i prodotti freschi e salutari della tradizione mediterranea. I dati Ismea

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

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Nel primo semestre del 2025 le famiglie italiane hanno ricominciato a riempire la dispensa e il frigorifero con maggiore frequenza, scegliendo sempre più spesso prodotti freschi legati alla tradizione alimentare mediterranea. A confermarlo è il nuovo report sui consumi alimentari diffuso da Ismea il 14 novembre 2025, che registra una ripresa della domanda interna nel settore agroalimentare nazionale.

Dopo anni complessi segnati dall’inflazione alimentare e dalla riduzione dei volumi acquistati, gli italiani tornano dunque a spendere per prodotti considerati fondamentali per una dieta equilibrata. La crescita riguarda in special modo categorie caratterizzate da freschezza, salubrità e versatilità d’uso, come uova, formaggi freschi, pane e pesce, insieme agli ortaggi freschi, segno di un rinnovato orientamento verso abitudini alimentari più sane e sostenibili.

Volumi di acquisto in crescita: i prodotti freschi tornano protagonisti

Nel dettaglio, Ismea evidenzia una crescita dei volumi acquistati per molte delle principali categorie del carrello alimentare. Per esempio, il consumo di uova fresche è aumentato del 7,5%. C’è stato un aumento anche per i formaggi freschi (+5,3%), per il pane (+4,9%) e gli ortaggi (+4,9%). In crescita anche il consumo di pesce fresco (+3,7%).

Un altro dato interessante riguarda la maggiore frequenza degli acquisti, aumentata del 10% su base annua. Ciò significa che gli italiani tornano più spesso nei punti vendita, preferendo comprare poco e spesso, per garantire freschezza e ridurre lo spreco alimentare. Il dato riflette anche una ritrovata fiducia dei consumatori e un rafforzamento della propensione al consumo domestico, rinnovata dopo gli anni di incertezza legata all’inflazione.

Il supermercato resta il canale principale

Sul fronte dei canali distributivi, Ismea conferma la leadership del supermercato, che si posiziona come punto di riferimento per la spesa alimentare, mantenendo il 41% della quota di mercato e registrando una crescita del 6,1%. Seguono i discount, protagonisti negli ultimi anni grazie al prezzo competitivo e all’aumento dell’offerta di prodotti freschi di qualità, e gli ipermercati, sempre più orientati verso assortimenti legati al benessere e alla sostenibilità.

Queste dinamiche rafforzano un trend già osservato. La maggiore attenzione alla qualità e alla scelta consapevole, con un consumatore disposto a spendere di più quando percepisce un valore legato alla freschezza, all’origine delle materie prime o alle pratiche produttive sostenibili.

Un segnale positivo per il settore agroalimentare italiano

Il primo semestre del 2025 offre dunque un quadro incoraggiante per il sistema agroalimentare nazionale. Le imprese della filiera, in particolare quelle attive nella produzione primaria e nella distribuzione organizzata, beneficiano della ripresa dei consumi interni dopo due anni caratterizzati da contrazione dei volumi dovuta alla spirale inflattiva dei prezzi alimentari.

Per produttori agricoli, allevatori, panificatori, pescherie e caseifici locali, l’aumento della domanda interna rappresenta una boccata d’ossigeno, soprattutto in un periodo in cui costi energetici e pressioni competitive internazionali continuano a incidere sui margini di redditività.

Inoltre, la crescita della domanda di prodotti freschi contribuisce a sostenere un modello di filiera più corta e controllata, valorizzando il rapporto diretto tra territorio e consumatore finale, uno degli elementi distintivi dell’eccellenza alimentare italiana. Il futuro del mercato alimentare italiano sembra muoversi in una direzione chiara. Il consumatore è più informato, più esigente e sempre più attento alla salute e alla sostenibilità. Una sfida, ma anche un’opportunità per l’intero settore.