Caffè sempre più costoso, +20% al bar: qual era il prezzo pre Covid

Un rito quotidiano per milioni di italiani si fa sempre più caro. Anche nel 2025 il "caro-tazzina" non accenna a fermarsi, con picchi del +40% in alcune città

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Non si placa la corsa del caro-tazzina. Anche nel 2025, il classico caffè al bar vede un’ulteriore impennata dei prezzi, confermando una tendenza che, dal 2021, ha reso l’appuntamento quotidiano degli italiani più caro di oltre il 20%. A scattare la fotografia è uno studio del Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.) in collaborazione con Assoutenti, diffuso in occasione della Giornata Internazionale del Caffè dell’1 ottobre.

I prezzi in Italia

La tazzina di espresso continua a subire rincari. Il prezzo medio nelle grandi città è passato da 1,04 euro nel 2021 a 1,25 euro nell’agosto 2025, segnando un aumento del 20,6% in soli quattro anni.

Come sottolinea il Crc, i listini restano però estremamente diversificati sul territorio. In quattro province il costo supera ormai la soglia di 1,40 euro, con Bolzano che si conferma la città più cara d’Italia, con un prezzo medio di 1,47 euro, seguita da Ferrara (1,43), Padova (1,41) e Belluno (1,40). In altre diciassette province la spesa supera 1,30 euro per tazzina.

Città 2021 (€) 2025 (€) Variazione
Bolzano 1,18 1,47 24,6%
Ferrara 1,11 1,43 28,8%
Padova 1,13 1,41 24,8%
Belluno 1,14 1,40 22,8%
Parma 1,00 1,39 39,0%
Pescara 1,00 1,39 39,0%
Trieste 1,14 1,37 20,2%
Mantova 1,07 1,36 27,1%
Rovigo 1,12 1,36 21,4%
Udine 1,11 1,36 22,5%

All’estremo opposto, Catanzaro si conferma la provincia più economica. È l’unica tra quelle di grandi dimensioni in cui la tazzina resta sotto 1 euro. La seguono a ruota Reggio Calabria e Messina, entrambe con un prezzo medio di 1,06 euro.

L’aumento ci costa 1,3 miliardi

L’impatto di questi aumenti sul portafoglio degli italiani è tutt’altro che trascurabile. Come spiega Assoutenti, la pausa caffè è un appuntamento fisso quotidiano per milioni di cittadini, con circa 6 miliardi di tazzine consumate ogni anno nei locali pubblici. Questo significa che, a parità di consumi, la spesa complessiva nazionale per l’espresso è passata da 6,2 miliardi di euro nel 2021 agli attuali 7,5 miliardi, con un aggravio di 1,3 miliardi di euro che grava sulle tasche degli italiani.

Afferma il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso:

In Italia il costo del caffè al bar viaggia spedito verso quota 1,5 euro a tazzina, e considerato l’andamento delle quotazioni del caffè e i ripetuti allarmi delle aziende di settore, di questo passo l’ipotesi di pagare presto 2 euro per un espresso appare sempre più concreta. La crescita dei listini, che riguarda non solo un prodotto ma una vera e propria tradizione quotidiana, rischia di modificare le abitudini degli italiani, spingendoli a ridurre i consumi al bar o dirottandoli verso la classica, e più economica, moka in casa.

Perché i prezzi aumentano

Il settore del caffè sta vivendo un momento di profondo cambiamento, tra scarsità delle riserve nei paesi produttori, la speculazione e i cambiamenti climatici. Situazione che ha portato ad un aumento dei prezzi sia del prodotto macinato che quello in grani.

Il rincaro si riflette non solo nei prezzi al dettaglio, ma anche nella crescente difficoltà per le aziende di mantenere stabili le proprie forniture. Massimiliano Fabian, Presidente della European Coffee Federation, spiega:

L’instabilità dell’offerta di caffè verde, la scarsità di stock di riserva nei paesi consumatori, il clima e l’incertezza economica del dollaro hanno creato un mercato tanto dinamico quanto complesso. La sfida principale per le aziende odierne consiste nel riuscire a inserire il settore in un contesto globale, integrando sempre di più sostenibilità, qualità e affidabilità lungo tutta la filiera.