Lavorare in vacanza, cos’è la “workation” e la classifica delle città migliori

Due studi analizzano città in tutto il mondo per stilare la graduatoria delle più adatte al lavoro in vacanza

Pubblicato: 24 Luglio 2022 12:00Aggiornato: 22 Aprile 2024 19:00

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

L’impiego sempre più convinto dello smartworking in pandemia, da parte delle aziende, ha cambiato il punto di vista sul lavoro da remoto. A distanza, però, si può lavorare anche in un luogo di villeggiatura.

Ecco perché c’è chi sa già cosa si intende con il fenomeno della cd. workation che, come ogni estate, anche quest’anno torna di moda. Il termine nasce dall’unione tra “work” e “vacation” e identifica la possibilità di combinare la voglia di andare in vacanza con la necessità di continuare a lavorare. Un’attività di lavoro in modalità smart ma non dalla propria residenza, bensì da un luogo turistico, come ad es. una seconda casa vicino al mare oppure un albergo o resort in montagna.

Scopriamo di più della workation, che agli italiani piace per la facilità di coniugare lavoro e tempo libero, ma vediamo anche quali sono le località più gradite per svolgere l’attività di lavoro non in ufficio, nella modalità classica. Ecco cosa sapere grazie alle classifiche Preply e Iwg.

Lavorare in vacanza, cos’è la “workation” e le mete più gettonate secondo Preply

La piattaforma digitale per l’apprendimento delle lingue Preply ha realizzato un vero e proprio indice per classificare le mete nel mondo, che risultano le più adatte per la “workation” (qui avevamo parlato dei lavori più richiesti in smart working).

Lo studio prende in esame 74 città del mondo che sono state valutate sulla base di dieci criteri suddivisi in tre categorie: “qualità della vita”, “clima e ambiente” e “costi e sicurezza”. I dati raccolti sono stati poi inseriti in un sistema di punteggio, in modo da poter confrontare tutte le città allo stesso modo.

Il podio delle città top per workation

Dove lavorare in vacanza? Secondo l’elaborazione del “workation index“, per raggiungere la terza migliore scelta della classifica delle città dove lavorare in vacanza non si deve viaggiare poi così tanto. Si tratta di Nicosia, capitale di Cipro e perla del Mediterraneo, che vanta 283 giorni di sole all’anno, a temperature medie di 20 gradi, e una spesa per l’alloggio che supera di poco i 500 euro.

Al secondo posto di questo elenco c’è un’altra capitale europea assai gettonata, Lisbona, che ottiene punteggi sopra la media in quasi tutti i settori presi in considerazione e spicca per la convenienza sull’affitto medio delle case, circa 870 euro. La città portoghese spicca per gli angoli pittoreschi, la bellezza dell’architettura e un costo della vita sostenibile. Ecco allora che per chi ama la workation, potrebbe rivelarsi la scelta giusta.

Ma per l’analisi di Preply la città migliore in tutto il globo per lavorare in vacanza – e scansare il burnout – sarebbe Brisbane, in Australia.

Un lungo viaggio in aereo ma la meta è in grado di premiare lo sforzo del trasferimento. La capitale dello stato australiano del Queensland, infatti, sarebbe particolarmente adatta a lavorare in vacanza, per diversi fattori. Innanzitutto per le temperature in media sui 22 gradi, favorevoli sia per il relax sia per il lavoro. Da considerare poi l’uso della lingua inglese, un sistema sanitario particolarmente efficiente a costi sostenibili.

Inoltre l’offerta culturale e le meraviglie naturali dell’Australia e, in particolare, di Brisbane assicurano diversi spunti per godere del soggiorno come le visite al Queensland Gallery of Modern Art, allo Sciencentre, o ai giardini botanici del monte Coot-tha.

Workation, la top ten della città dove lavorare in vacanza

Tra i primi dieci posti in classifica Preply ci sono altre mete altrettanto valide per realizzare i propri progetti di “workation”.

Restando in Europa, al fondo della top ten troviamo la capitale dell’Islanda, Reykjavik, che, se da una parte non è assai vantaggiosa per i costi della casa, che si aggirano intorno ai 1.380 euro, né per le temperature medi sui 4 gradi, dall’altra è sicuramente una meta invidiabile per le attrazioni naturalistiche come vulcani e geyser. Chi ama il freddo e vuole provare climi estremi rispetto a quello del Mediterraneo, potrebbe coniugare utilmente vacanza e lavoro.

Salendo in classifica troviamo al nono posto Ottawa, in Canada, all’ottavo Auckland, capitale della Nuova Zelanda, al settimo Vienna, al sesto Helsinki, al quinto Lubiana, capitale della Slovenia, e al quarto un altro esempio da non sottovalutare come Taipei, capitale di Taiwan, dove i costi medi per un appartamento non superano i 600 euro. Anche se le recenti tensioni con la Cina potrebbero spingere non poche persone a ripiegare per una meta differente.

Nella graduatoria delle migliori città dove lavorare in vacanza, rimangono molto in basso le località italiane. Nella categoria “qualità della vita” della “workation index” infatti le nostre città ottengono un punteggio insufficiente, con livelli di padronanza della lingua inglese bassi e tempi di percorrenza urbani molto lunghi.

Roma e Milano, rispettivamente al 43esimo e al 50esimo posto, risultano inoltre città costose, sarebbero dietro alle altre destinazioni europee anche per il clima e l’ambiente. Non una scelta adatta per il lavoratore straniero che ama fare workation, insomma.

La classifica Iwg sulle migliori mete per lavorare in vacanza

Per avere un quadro più completo dei posti migliori dove un lavoratore subordinato può fare workation, vediamo anche i dati pubblicati da Repubblica nel 2023, e riferiti alla classifica redatta da Iwg, società ai vertici globali per ciò che attiene alle soluzioni di hybrid work e spazi di lavoro flessibile. In particolare Iwg ha confrontato 26 città tra le più visitate dai nomadi digitali, redigendo una propria classifica in materia.

I parametri di valutazione utilizzati sono stati – tra gli altri – trasporti, velocità di connessione al web (fondamentale per chi lavora a distanza), costi dell’alloggio, clima, felicità, cultura e qualità del cibo locale.

Milano nella top 10 Iwg: ecco in quale posizione

Probabilmente colpirà i più la presenza di una città italiana nelle prime dieci di Iwg. Ci riferiamo a Milano, addirittura al quarto posto delle migliori mete per la workation a livello globale. Per la città punteggio totale pari a 57 su 90, per gli ottimi voti incassati in tema di cibo, servizi di ristorazione e costi dei trasporti.

Potrà sorprendere ma Milano spicca in positivo anche per i costi degli affitti che, confrontati con altre metropoli del mondo, non sono così alti.

Il podio della classifica Iwg

In testa alla top 10 delle mete workation, secondo la classifica Iwg, troviamo una città americana e una città europea. Infatti Barcellona e Toronto si dividono il primato con un punteggio di 58,5 su 90, seguite dalla metropoli cinese Pechino – che ha totalizzato un punteggio di 57,5 su 90.

Si tratta di luoghi in cui la banda larga è assai performante e, dunque, adatta a chi – proprio per ragioni di lavoro – deve stare collegato ad internet più ore al giorno. Ma anche i prezzi degli alloggi sono assolutamente concorrenziali.

La top ten delle località dove lavorare in vacanza

A chiudere la top dieci delle città migliori abbiamo – nell’ordine – New York, Rio de Janeiro, Amsterdam, Parigi, Giacarta e Lisbona.

Secondo il Ceo e fondatore di Iwg, infine, fare workation sarà un trend che si consoliderà sempre più, estendendosi a nuove aziende e lavoratori. Le politiche cd. Work from Anywhere (“lavorare da qualsiasi posto”) vengono infatti sempre più viste come uno strumento per migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei dipendenti, accrescere la produttività, ridurre lo stress e aumentare la propria attrattiva come azienda, impedendo che le più valide risorse cerchino lavoro altrove.