Condannata Betty Blue, l’azienda di Elisabetta Franchi: ecco perché

L'imprenditrice della moda e influencer emiliana aveva fatto scalpore per le sue parole sulla donna nel mondo del lavoro

Era salita gli onori della cronaca per un intervento infelice sul ruolo della donna nel mondo del lavoro, ma, suo malgrado, le luci della ribalta sono rimaste accese su di lei proprio per una vicenda legata alle lavoratrici della propria azienda. La “Betty Blue”, società dell’imprenditrice Elisabetta Franchi, è stata, infatti, condannata per comportamento anti-sindacale.

Condannata Betty Blue, l’azienda di Elisabetta Franchi: la bufera sull’imprenditrice

L’imprenditrice e influencer emiliana era finita nella bufera per aver detto di assumere in ruoli dirigenziali solo donne “anta”, cioè sopra i 40 anni, per non doverne poi fare a meno per lunghi periodi in caso di maternità.

“Queste donne se dovevano sposarsi si sono già sposate, se dovevano far figli li hanno già fatti e se volevano separarsi hanno già fatto anche quello. Quindi diciamo che io le prendo quando hanno già fatto tutti i giri di boa e sono lì belle tranquille con me al mio fianco e lavorano h24” aveva detto Elisabetta Franchi, aggiungendo che “questo è importante, un problema che gli uomini invece non hanno”.

Le dichiarazioni della stilista dell’omonimo brand di moda erano state pronunciate in occasione della Festa della mamma (qui avevamo parlato della truffa per la Festa della Mamma) durante il convegno “Donne e moda: il barometro 2022”, organizzato da PwC Italia in collaborazione con il quotidiano Il Foglio, suscitando grande scalpore.

Di fronte alle polemiche, di cui avevamo parlato qui, Elisabetta Franchi aveva risposto di non accettare strumentalizzazioni in quanto “l’80% della mia azienda sono quote rosa di cui il 75% giovani donne impiegate e il 5% dirigenti e manager donne”, ammettendo però di essersi “espressa in modo inappropriato“.

Condannata Betty Blue, l’azienda di Elisabetta Franchi: la vicenda

A finire al centro della scena adesso è però la sua azienda “Betty Blue”, condannata per condotta anti-sindacale.

Il tribunale del lavoro di Bologna ha infatti dato ragione alla Cgil, secondo la quale la società con sede a Granarolo (Bologna) avrebbe imposto sanzioni ai dipendenti che si erano rifiutati di andare a lavoro di sabato.

Il sindacato aveva proclamato lo stato di agitazione con il blocco degli straordinari e diffidato l’azienda dagli ordini di servizio con i quali si richiamavano i dipendenti al lavoro, proclamando lo sciopero di sabato, durante la giornata di straordinari.

Secondo i rappresentati sindacali, le lavoratrici e i lavoratori che in quell’occasione non si sono presentati a lavoro sarebbero poi stati raggiunti da provvedimenti disciplinari, che la Betty Blue afferma fossero stati cancellati.

Sulla vicenda la giudice del tribunale di Bologna, Chiara Zompi, ha accolto la causa della Cgil, stabilendo “che non può essere messa in atto alcuna azione contro le lavoratrici e i lavoratori in sciopero”, come spiegato da Lorenza Giuriolo della Filcams Cgil.

La “Betty Blue” ha però annunciato ricorso contro la decisione del giudice, spiegando  in una nota “di non aver mai nella sua storia impedito o sanzionato alcuna lavoratrice per l’adesione ad uno sciopero, iniziativa o protesta sindacale e ritiene quindi errato il decreto del giudice contro cui opporrà formale opposizione”. In più la società di Elisabetta Franchi si duole “della abnorme e ingiustificata durata del procedimento”.