Tredicesima: a chi spetta, come viene calcolata e quando viene pagata

La tredicesima è una mensilità che spetta ai lavoratori dipendenti. Viene erogata nel corso del mese di dicembre, prima delle festività natalizie

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 22 Novembre 2018 14:52Aggiornato: 1 Marzo 2024 16:45

Per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, dicembre è senza dubbio un mese importante. Si tratta infatti del periodo dell’anno in cui il datore di lavoro eroga la tredicesima mensilità oltre allo stipendio, un contributo aggiuntivo previsto dalle norme di legge italiane che garantisce un supporto economico essenziale per molte famiglie.

Corrisposta in genere prima delle feste di Natale su libera volontà del datore di lavoro, la “gratifica natalizia” divenne obbligatoria in Italia il 5 agosto del 1937 sotto il Governo fascista per i lavoratori del settore industriale. Venne poi estesa nel 1960 a tutti i dipendenti. Non tutti però ne conoscono meccanismi e dettagli, perciò vediamo a chi spetta e come si calcola la tredicesima e quando viene pagata.

Cos’è la tredicesima mensilità

La tredicesima è una mensilità extra rispetto alla retribuzione mensile dei lavoratori pubblici e privati, pagata ai dipendenti in occasione dell’arrivo delle feste natalizie. I soldi compresi nella tredicesima, così come quelli contenuti nella quattordicesima, vengono definiti “retribuzioni differite“. L’importo infatti viene maturato ogni mese dal lavoratore dipendente, ma viene offerto dal datore di lavoro nel mese di dicembre, sotto forma di una mensilità addizionale.

Alcuni CCNL (Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro), però, prevedono che la tredicesima mensilità possa essere pagata anche a rate, nello stesso mese in cui viene maturata. Si tratta di una soluzione prediletta principalmente da imprese di piccole dimensioni, che preferiscono ammortizzare il pagamento di una mensilità aggiuntiva nel corso di 12 mesi piuttosto che versare tutto in un’unica soluzione a fine anno.

Tredicesima e quattordicesima: le differenze

Tredicesima e quattordicesima sembrano simili ma non lo sono. La differenza principale riguarda la platea di lavoratori che possono beneficiare di questi trattamenti. La tredicesima infatti viene accreditata a tutti i dipendenti dei settori lavorativi previsti dalla legge, inoltre viene riconosciuta dall’INPS e pagata anche ai pensionati. In più, possono usufruirne anche i lavoratori con un contratto a tempo determinato, ed è a tutti gli effetti un benefit obbligatorio che i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti a versare per legge.

La quattordicesima invece è una misura contrattuale pagata dal datore di lavoro e dipende esclusivamente dal contratto collettivo in cui si rientra, infatti non è una misura obbligatoria per legge. Non tutti i lavoratori possono beneficiarne dunque, ma appena quelli che appartengono a determinati settori, tra cui:

  • alimentare;
  • terziario;
  • commercio;
  • Turismo;
  • chimica;
  • pulizie;
  • autotrasporti.

Anche i pensionati possono ricevere la quattordicesima, purché con un reddito non superiore al doppio della pensione minima. Un’altra differenza riguarda il momento in cui vengono pagate le due prestazioni, infatti se la tredicesima è versata in genere a dicembre la quattordicesima è pagata in estate nel mese di giugno o luglio. Anche l’importo e la base di calcolo sono diversi, ad ogni modo il valore della quattordicesima è inferiore rispetto a quello della tredicesima.

A chi spetta la tredicesima mensilità

La tredicesima è prevista per tutti i lavoratori con contratto di lavoro subordinato, tra cui anche colf e badanti. Se il lavoro svolto si basa su un contratto a chiamata, il rateo della tredicesima è stabilito a livello orario. La tredicesima spetta anche ai pensionati, indipendentemente dalla natura dell’assegno pensionistico. Detto in parole più semplici, la tredicesima viene erogata a tutti i pensionati, inclusi i titolari di assegno sociale o di pensione di invalidità.

Riassumendo, ecco a chi spetta la tredicesima in Italia:

  • pensionati;
  • dipendenti pubblici;
  • dipendenti privati;
  • lavoratori con contratto a tempo indeterminato;
  • lavoratori con contratto a tempo determinato;
  • lavoratori con contratto integrale o part-time

A chi non spetta la tredicesima

Ovviamente non tutti i lavoratori percepiscono la tredicesima mensilità, infatti alcune categorie sono escluse da questo beneficio. Si tratta in particolare dei lavoratori autonomi, dei liberi professionisti e di tutti i titolari di partita IVA. Non ottengono il pagamento della tredicesima neanche i lavoratori con un contratto di stage, i tirocinanti, i lavoratori a progetto e gli amministratori.

Cosa contribuisce alla maturazione della tredicesima

Quando si parla di maturazione della tredicesima si intendono tutti gli elementi che contribuiscono al calcolo di questa prestazione, ovvero le voci contrattuali che incidono sull’importo erogato da parte del datore di lavoro. Oltre allo stipendio, considerando la retribuzione lorda mensile e annuale, sono conteggiati ai fini del conteggio di questo benefit anche:

  • scatti di anzianità;
  • indennità per la mansione;
  • indennità di contingenza;
  • elemento distinto della retribuzione (EDR);
  • trattamento di vacanza contrattuale;
  • terzi elementi.

Inoltre, sono rilevati per la tredicesima anche i periodi di prova e i momenti di assenza da lavoro per le seguenti motivazioni:

  • congedo di maternità e paternità;
  • congedo matrimoniale ;
  • infortuni sul lavoro;
  • malattia professionale;
  • malattia prevista dai limiti contrattuali;
  • donazione del sangue;
  • riposi per allattamento;
  • cassa integrazione;
  • assenze per ferie, festività e permessi retribuiti.

Come si calcola l’importo della tredicesima per i dipendenti

Di base, la tredicesima viene calcolata partendo dall’importo dello stipendio annuo lordo. Le modalità, però, possono variare da categoria a categoria, a seconda del contratto collettivo nazionale e in base a come viene corrisposta la retribuzione. La formula base per calcolare la tredicesima è piuttosto semplice, infatti basta tenere conto della retribuzione lorda mensile e dei mesi lavorati nel corso dell’anno.

L’operazione matematica che restituisce la somma che viene accreditata dal datore di lavoro è la seguente:

  • stipendio lordo mensile moltiplicato per i mesi lavorati, risultato da dividere per 12.

Nel conteggio dei mesi lavorati nel corso dell’anno solare vengono considerati soltanto i mesi nei quali si è lavorato più di 15 giorni. In caso contrario, il mese non viene tenuto in conto ai fini del calcolo della tredicesima. Alla cifra così ottenuta vanno sottratte ritenute fiscali e previdenziali, come spiegheremo tra poco. Va sottolineato, inoltre, che nel calcolo della tredicesima netta non vengono applicate le detrazioni da lavoro dipendente e carico familiare, per questo motivo l’importo della tredicesima mensilità è più basso rispetto allo stipendio mensile.

Come si calcola la tredicesima dei pensionati

Leggermente differente il metodo di calcolo della tredicesima per i pensionati. In questo caso si dovrà tenere in considerazione la Pensione Annua Lorda (o anche PAL) e lo scaglione Irpef di appartenenza. Se, ad esempio, si ha una pensione lorda di 36.000 euro annui, lo scaglione Irpef da tenere in considerazione è quello con aliquota del 35%, secondo la seguente progressione:

  • aliquota Irpef del 23% con pensione annua lorda fino a 28.000 euro;
  • aliquota Irpef del 35% con pensione annua lorda da 28.001 euro fino a 55.000 euro;
  • aliquota Irpef del 43% con pensione annua lorda oltre 50.001 euro.

Per calcolare la tredicesima pensionati si deve considerare la pensione lorda mensile e sottrarre per intero l’aliquota Irpef. Nel caso preso in esame, una pensione annua lorda di 36.000 euro, si applica lo scaglione con aliquota Irpef del 35%, quindi si dividono 36.000 euro per 12 mensilità ottenendo 3.000 euro, ai quali va sottratto il 35% ovvero 1.080 euro, per un importo della tredicesima di 1.9200 euro.

Quali tasse si pagano sulla tredicesima?

Naturalmente, anche sulla tredicesima mensilità è previsto il pagamento dei contributi. Per quanto riguarda le aliquote Irpef si applicano in base agli scaglioni, secondo le progressioni indicate in precedenza, a partire da un minimo del 23% fino a 15 mila euro. Inoltre, bisogna pagare anche la quota di contributi previdenziali che rimangono a carico dei lavoratori, pari al 9,19%. Dal calcolo della tredicesima sono anche detratti i contributi sociali e le anticipazioni di rate per l’INAIL.

Quando viene pagata la tredicesima a dipendenti e pensionati?

Nel caso di dipendenti privati la legge non fornisce una scadenza specifica, entro la quale la tredicesima mensilità deve essere accreditata al dipendente. È presente appena un’indicazione generica, mentre molti altri dettagli riguardanti l’erogazione sono definiti dal contratto collettivo di riferimento. Tra questi, alcuni prevedono una scadenza precisa entro la quale va corrisposto il pagamento, ad ogni modo la tredicesima viene pagata di solito prima del 24 dicembre.

Inoltre, la legge prevede che il datore di lavoro e il dipendente possano mettersi d’accordo sulla modalità di erogazione della tredicesima. Ad esempio, il dipendente o lo stesso datore di lavoro possono chiedere che lo stipendio extra venga frazionato mese per mese, con un pagamento che dunque viene suddiviso nell’arco dell’anno e corrisposto a rate ad ogni mensilità.

Nel caso di dipendenti pubblici, invece, la legge indica delle date precise per l’erogazione della tredicesima. Il Decreto Legge 350 del 25 settembre 2001, infatti, stabilisce che per gli statali la mensilità extra debba essere pagata con lo stipendio di dicembre, con le date che variano in base al ruolo ricoperto. A differenza degli altri mesi, il cedolino NoiPA di dicembre viene anticipato di qualche decina di giorni rispetto al solito, saldato a cavallo della metà del mese. Questo vuol dire che la tredicesima (insieme allo stipendio) vengono accreditati sul conto corrente tra il 13 e il 15 dicembre di ogni anno.

Il pagamento della tredicesima dei pensionati, allo stesso modo, avviene in contemporanea con l’accredito della pensione, quindi la prestazione addizionale viene corrisposta insieme all’assegno del mese relativo al periodo precedente. Ciò vuol dire che la tredicesima ai pensionati arriva il 1° dicembre, ad ogni modo qualora cadesse di domenica il versamento avviene il primo giorno utile del mese di dicembre.

Cosa fare se il datore di lavoro non paga la tredicesima?

Nel caso in cui il datore di lavoro non paghi la tredicesima, il lavoratore può inviare una lettera di sollecito e rivolgersi al proprio sindacato di riferimento. In caso l’azienda non dovesse corrispondere la tredicesima, anche in seguito alla richiesta e all’invio del sollecito, è necessario andare in giudizio con un’azione legale entro i 3 anni successivi, altrimenti il pagamento andrà in prescrizione.