Zucchero e shampoo via dagli hotel, il piano Ue per risparmiare

Il nuovo regolamento Ue sulla riduzione degli imballaggi porta con sé polemiche dure da ogni angolo d'Europa: il piano e gli obiettivi

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Quando si torna a casa da un lungo viaggio, il più delle volte, tra i maggiori souvenir delle vacanze ci sono i flaconcini di shampoo, bagnoschiuma e le cuffiette usa e getta trovate negli hotel. Chi porta con sé questi oggetti, messi a disposizione gratuitamente dalle strutture, lo fa spesso per avere un ricordo del viaggio, altri per avere il giusto dosaggio del prodotto per evitare di gettarlo via in aeroporto ai controlli. Ma ben presto questo uso potrebbe venir meno a causa di alcune nuove regole imposte dall’Ue.

In una recente proposta avanzata a Bruxelles dal vicepresidente della Commissione Ue con delega al Green Deal Frans Timmermans e il commissario all’Ambiente Virginijus Sinkevičius, infatti, si legge della possibilità di vedere banditi i mini-flaconi di shampoo dalle stanze degli hotel per ridurre i rifiuti di imballaggio di plastica.

Addio allo shampoo in hotel? Cosa succede

La proposta è stata presentata mercoledì 30 novembre 2022 a Bruxelles da parte di Timmermans e Sinkevičius che hanno ipotizzato l’addio a bustine di zucchero, mini-flaconi di sapone liquido e shampoo negli hotel, imballaggi monouso per frutta e verdura e per il consumo sul posto in bar e ristoranti. Il nuovo regolamento, che rivoluzionerà il mondo del packaging puntando sul riuso e il vuoto a rendere più che sul riciclo, mira infatti a eliminare gli imballaggi superflui con l’obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti di imballaggio che negli anni invece di diminuire sono cresciuti.

Numeri alla mano, infatti, in media, ogni europeo ne produce quasi 180 chili di plastica all’anno. I dati per l’Ue non sarebbero più da ignorare e col nuovo regolamento pensato l’obiettivo è raggiungere un taglio del 15% pro-capite per ogni Paese Ue entro il 2040 dei rifiuti di imballaggio rispetto ai livelli del 2018, declinato con percentuali diverse a seconda dei settori. L’obiettivo potrà essere raggiunto in modo graduale, ovvero il 5% di riduzione rispetto al 2018 entro il 2030 e il 10% entro il 2035. La proposta prevede anche l’introduzione di sistemi obbligatori di cauzione-rimborso per le bottiglie di plastica e le lattine di alluminio.

Le critiche al nuovo regolamento

La transizione, ovviamente, non sarà indolore. La Commissione Ue ha infatti ammesso che “i posti di lavoro nella produzione di imballaggi monouso diminuiranno notevolmente“, ma stima anche che “il nuovo sistema di imballaggio potrebbe portare alla creazione di 600.000 posti di lavoro nel settore del riutilizzo entro il 2030”. Timmermans, anticipando le polemiche, ha sottolineato che “nessuno vuole mettere fine alle pratiche di riciclo che funzionano bene o mettere in pericolo gli investimenti sottostanti”. Il vicepresidente della Commissione Ue ha infatti sottolineato che l’obiettivo e volere “ancora di più, non di meno”, sottolineando che “non c’è competizione tra i due approcci” di riciclo e diminuzione degli imballaggi.

Ma European, l’associazione che rappresenta più di 70 aziende e associazioni nazionali dell’industria europea degli imballaggi, ha criticato il regolamento che “rischia di andare contro gli obiettivi del Green deal, riportando indietro le lancette dell’orologio del riciclo”. In Italia è il viceministro all’Ambiente Vannia Gava che definisce “un muro ideologico” il nuovo regolamento, sottolineando “l’assenza di aperture al confronto e l’inadeguatezza davanti a situazioni di eccellenza come quella del nostro Paese” e promette “battaglia”. L’eurodeputato Nicola Procaccini, responsabile ambiente ed energia di FdI, promette: “Ci opporremo in tutte le sedi“.

La proposta, che sarà esaminata dal Parlamento Ue e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria, passerà o meno dopo che i due organi avranno raggiunto separatamente una posizione negoziale sul testo della Commissione e poi inizierà la trattativa per arrivare a un accordo.