Taglio del personale Nexi in Italia, 10% a casa e trattative con i sindacati

Via agli esuberi per l'azienda leader dei pagamenti digitali: in 400 pronti a lasciare, tagli anche in altri Paesi d'Europa per ringiovanire il gruppo

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Nexi è pronta a mettere in atto un taglio del personale in Italia, con oltre il 10% dei dipendenti che nei prossimi mesi saranno da considerarsi in uscita dall’azienda dei pagamenti digitali. Il colosso, infatti, sta negoziando con i sindacati un piano di uscite che potrebbe coinvolgere circa 400 persone sugli oltre 3.900 dipendenti presenti nel Paese, un taglio che ha l’obiettivo di riorganizzare l’azienda che si sta trasformando sempre più dopo le recenti acquisizioni dell’italiana Sia e della danese Nets. Tagli che, va sottolineato, non avverranno solo in Italia, ma anche a livello globale dove gli esuberi saranno pari a quelli messi in atto nel Bel Paese.

Nexi dà un taglio al personale

Inserita tra le 25 migliori aziende italiane dove fare carriera, Nexi sta programmando l’uscita di almeno 400 persone tra i suoi dipendenti in Italia. Non una scelta presa a cuor leggero da parte del gruppo fondato nel 1939 e con sede centrale a Milano, ma piano frutto di una decisione per riorganizzare al meglio l’azienda per un futuro ancor più florido.

A essere interessati al taglio, infatti, non saranno dipendenti qualunque dei 3.900 presenti sul territorio nazionale, ma quelli che per età sono già prossimi all’uscita. Infatti, come sottolineato dal Corriere della Sera, le uscite riguarderanno soprattutto lavoratori vicini alla pensione e saranno in gran parte gestite tramite il fondo di solidarietà per il settore del credito.

Non mancheranno, però, anche altri casi d’uscita e la società potrebbe ricorrere a incentivi all’esodo. Ma non solo Italia, perché come detto anche altri Paesi in Europa in cui è presente Nexi saranno interessati dal taglio. È il caso della Grecia, con esuberi per 300, ma anche della Danimarca dove i sindacati sono al lavoro per cercare di mettere in atto un programma che sia il meno impattante possibile sul lavoro che il gruppo sta portando avanti a Copenaghen e dintorni dopo l’acquisizione di Nets.

L’obiettivo di Nexi

Il piano sul taglio del personale di Nexi, però, ha un chiaro obiettivo. Infatti il gruppo ha intenzione di proseguire con la crescita che l’ha contraddistinta negli ultimi anni e per farlo potrebbero essere necessarie forze nuove.

È questo che si augurano i sindacati che, sedendosi al tavolo col gruppo per trattare sulle uscite, hanno auspicato un piano di assunzioni importante per favorire il cambio generazionale in azienda per affrontare al meglio le sfide che il futuro ha in serbo per il gruppo.

Con un fatturato al 2022 di oltre 3.260 milioni di euro e un utile netto di 693 milioni nello stesso anno, infatti, Nexi è presente in 26 Paesi europei (con reti in Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Svizzera, Albania, Svezia, Bosnia, Lussemburgo e Regno Unito) oltre che in Sud Africa. E gli obiettivi per il futuro sono chiari.

Il gruppo, infatti, ha lo scopo di confermare la propria posizione nel settore, di recente celebrata anche dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) che l’ha premiata come una delle aziende capaci di esportare nel mondo l’eccellenza italiana.