Superbonus per il lavoro, deduzione al 120% per chi assume: pronta la bozza, cosa prevede

Il maxi incentivo per chi assume riguarderà giovani, donne, fragili ed ex percettori del Reddito di cittadinanza

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Dopo il Superbonus nel settore edilizio, è in arrivo anche quello nel mondo del lavoro. Il governo è all’opera per mettere all’interno della riforma fiscale una deduzione del costo del lavoro fino al 120%, con un aumento al 130% per determinate categorie di lavoratori, tra cui giovani, donne e beneficiari del reddito di cittadinanza.

Secondo il governo, la misura potrebbe coinvolgere circa 380mila imprese. Il meccanismo previsto dai nuovi incentivi scatterà per tutte le assunzioni a tempo indeterminato firmate dal primo settembre di quest’anno e fino al 31 dicembre 2025.

I dettagli della deduzione

Questo nuovo Superbonus sarà parte di un pacchetto di misure che verrà presentato al Consiglio dei Ministri martedì 30 aprile, proprio alla vigilia della festa dei lavoratori.

La super deduzione sarà concessa solo se i soggetti beneficiari hanno effettivamente esercitato l’attività nei 365 giorni precedenti il primo giorno del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 (o 366 giorni se il periodo include il 29 febbraio 2024). Inoltre, l’assunzione deve effettivamente portare ad un aumento del numero di dipendenti a tempo indeterminato nell’azienda, con il numero al termine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 che deve essere maggiore rispetto alla media dei dipendenti a tempo indeterminato occupati nel periodo d’imposta precedente.

L’aumento registrato a febbraio dall’Istat (+142mila lavoratori permanenti) sembra già aver prodotto un impatto iniziale. Infatti, maggiore sarà il numero di assunzioni nel corso del 2024, maggiore sarà l’incentivo ottenuto.

I destinatari

Scompare il Superbonus edilizio e ne riappare un altro, quello sul lavoro. Questo nuovo incentivo all’assunzione sostituisce altri provvedimenti ormai scaduti e potranno godere dell’aumento le società di capitali, gli enti non commerciali (limitatamente ai nuovi assunti impiegati nell’attività commerciale), le società di persone e analoghe, le imprese individuali, società ed enti non residenti (per l’attività commerciale svolta sul territorio tramite una presenza stabile), e coloro che esercitano arti e professioni, incluse associazioni professionali o società semplici, operanti nell’ambito del lavoro autonomo.

Esclusi dall’incentivo invece saranno i titolari privi di reddito d’impresa, come gli imprenditori agricoli e coloro che svolgono attività commerciale occasionale, e le società o enti in fase di liquidazione ordinaria, liquidazione giudiziale o altre situazioni relative alla crisi aziendale.

La bozza in discussione include, oltre al Superbonus per il lavoro, il ritorno dell’aliquota al 10% sui premi di produttività fino a 3mila euro e il bonus tredicesima, definito come “un’indennità” fino a 100 euro per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio a carico. A causa delle risorse limitate, questa misura sarà valida solo per il 2024.

La discussione oggi con i sindacati

I dettagli del decreto saranno illustrati già oggi ai sindacati, in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi, tra il governo e i rappresentanti dei lavoratori per presentare il decreto Coesione. Quest’ultimo sarà esaminato dal Consiglio dei Ministri il giorno successivo, martedì, e prevede un forte impulso all’occupazione.

Si prevede l’allocazione di 43 miliardi provenienti dalla programmazione 2021-2027 per politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese. Questi fondi, insieme al cofinanziamento nazionale, raggiungono i 74 miliardi, e non sono limitati solo alle regioni.