Essere un architetto oggi, in Italia, è decisamente più difficile e meno remunerativo rispetto a qualche anno fa e, senza dubbio, al secolo scorso. Da figura di prestigio, quella dell’architetto è diventata una professione messa a rischio dalla crisi economica degli ultimi anni. Le innumerevoli trasformazioni del mercato immobiliare ed edilizio, i tanti liberi professionisti in questo ambito e il numero crescente di neolaureati – ben più alto dell’effettiva richiesta – hanno portato a un netto calo della media degli stipendi tra gli architetti. Le opportunità lavorative sono diminuite e intraprendere questa professione non è più così semplice, soprattutto in Italia.
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Chi è e cosa fa l’architetto
L’architetto è una figura centrale nel campo dell’edilizia, perché collega aspetti estetici con elementi pratici di progetti di ogni tipo, che riguardano case, palazzi, strutture urbane come piazze, ponti, negozi, ma anche ristrutturazioni di singoli ambienti.
Per chi non avesse chiarissima la distinzione tra cosa fa un architetto e cosa fa un ingegnere, sgombriamo subito il campo da ogni dubbio. L’architetto si occupa degli aspetti estetici e funzionali di un appartamento o di un edificio, mentre l’ingegnere si concentra sugli aspetti strutturali e tecnici. Senza dubbio, le due figure devono collaborare perché hanno ruoli assolutamente complementari.
Oggi, un’attenzione sempre più essenziale viene posta nella selezione di architetti esperti di sostenibilità, soprattutto di strategie per affrontare il cambiamento climatico, e conoscitori dell’uso di materiali bio e/o di tecnologie innovative.
Come si diventa architetti
Per diventare architetti, è necessario come prima cosa iscriversi a un corso di laurea in Architettura o simil e conseguire la laurea triennale di primo livello. Successivamente, è possibile proseguire con una laurea magistrale in Architettura (qui i 100 migliori corsi di laurea in Italia).
Durante gli studi universitari e poi al termine, è fondamentale iniziare a fare esperienze e stage presso studi professionali ben avviati. Spesso, si tratta di stage non retribuiti o in cui ci si vede riconoscere soltanto un rimborso spese.
Per iniziare a lavorare come architetti, dopo la laurea specialistica di secondo livello, è però necessario ancora affrontare e superare l’esame di Stato per l’abilitazione professionale, a meno che non si proceda con il tirocinio professionale, che lo può sostituire.
Il tirocinio professionale
Il tirocinio professionale degli architetti si configura come una esperienza strutturata, regolamentata e attestata di pratica professionale svolta all’interno di un soggetto privato o pubblico per un periodo di 900 ore, da svolgersi in un intervallo di tempo compreso tra i 6 e i 12 mesi, o al massimo 24 mesi per soggetti disabili, sotto la responsabilità, la diretta assistenza e la sorveglianza di un professionista abilitato iscritto all’Albo degli Architetti, secondo un progetto di tirocinio preventivamente concordato.
Il tirocinio professionale ha come finalità quella di fornire al neolaureato le conoscenze le competenze e le abilità necessarie al corretto esercizio della professione. Il percorso di tirocinio professionale avviene sotto la stretta supervisione dell’Ordine professionale e dell’Università, secondo le rispettive competenze, divenendo di fatto anche lo strumento per superare la prova pratica dell’Esame di Stato.
Il tirocinio professionale, che l’Italia non ha ancora recepito come obbligatorio per l’ingresso al mondo professionale, rientra all’interno della direttiva europea 2013/55/Ue, che attribuisce al tirocinio il valore di strumento di raccordo tra formazione universitaria e professione.
Quanto guadagna un architetto in Italia
Ma passiamo al compenso. Quanto guadagna un architetto in Italia? Lo stipendio medio di un architetto dipendente alle prime armi si aggira tra i 500 e i 600 euro mensili. Soltanto dopo aver accumulato qualche anno di esperienza, la cifra in media sale fino a quota 1.200-1.300 euro.
I primi anni di lavoro sono duri per tutti. Occorre mettersi in mostra, accumulare esperienza, stringere contatti e farsi notare. Ovvio che in un lavoro come questo, creatività, flessibilità e spirito di iniziativa e collaborazione sono essenziali.
In media lo stipendio di un architetto senior in Italia diventa poi di 20.692 euro l’anno, ma i professionisti con il reddito più alto sono concentrati al Nord e, in particolare, in Trentino-Alto Adige, dove si raggiungono i 36.235 euro annui. Seguono gli architetti della Lombardia e della Valle d’Aosta: per loro il guadagno è di circa 26mila l’anno.
C’è però da sottolineare un forte gender gap. Mentre un tempo l’architetto era un lavoro prettamente da maschi, via via anche le donne si sono avvicinate alla materia, popolando sempre di più le facoltà sparse in giro per lo Stivale. Tuttavia, ancora oggi, alle differenze geografiche si somma una netta distinzione tra uomini e donne in quanto a compensi: gli architetti maschi, infatti, percepiscono addirittura il 40% in più delle colleghe. Ad esempio, al Nord un professionista uomo guadagna sui 30mila euro annui, mentre una donna si ferma a circa 18.400 euro. Idem al Sud, ma con cifre più basse: parliamo di 15.600 euro, contro i 10.600 euro circa.
C’è anche un notevole “age gap“. Il reddito medio massimo lo raggiungono gli architetti, uomini, tra i 56 e i 60 anni con oltre 29mila euro, mentre le donne arrivano appena a 18.500 euro tra i 51 e 55 anni.
Quanto guadagnano gli architetti nel resto d’Europa
Considerando come il numero di neolaureati in Architettura sia sempre più elevato, ben superiore alla richiesta del mercato italiano, sempre più neolaureati in Architettura scelgono di lasciare il nostro Paese.
Gli architetti italiani sono molto apprezzati all’estero, spesso più di quanto immaginiamo, soprattutto in settori quali la conservazione e il restauro, la rigenerazione urbana sostenibile, gli edifici e i quartieri smart, l’interior design e l’arredamento, grazie anche ad alcuni nomi che hanno fatto grande la storia dell’architettura e del design italiano, come Renzo Piano, secondo italiano ad aggiudicarsi il prestigioso Premio Pritzker dopo Aldo Rossi, Ettore Sottsass, Massimiliano Fuksas, Gae Aulenti, Stefano Boeri, solo per citarne alcuni.
I Paesi in cui gli architetti guadagnano generalmente di più sono, in Europa, Svizzera e Regno Unito, e, extra continente, Stati Uniti, Canada, Australia, Emirati Arabi Uniti, Singapore, Hong Kong e Giappone (qui le città italiane ed europee dove si guadagna di più, in generale, da neolaureati).
Quanto guadagna un architetto in Svizzera
In Svizzera, un giovane architetto praticante o tirocinante può guadagnare dai 63mila agli 84mila euro l’anno. Al mese, significa dai 5.200 ai 7mila euro circa. Un professionista con esperienza può arrivare tranquillamente a prendere dai 105mila ai 158mila euro l’anno, cioè da 8.800 a 13mila euro al mese.
Quanto guadagna un architetto in Inghilterra
In Inghilterra lo stipendio di un architetto varia tra i 15mila e i 20mila euro annui, per una prima esperienza, per arrivare tra i 21mila e i 28mila euro per chi ha esperienza, con punte fino a 45mila euro l’anno.
Quanto guadagna un architetto negli Usa
Molto apprezzati anche in America, gli architetti negli Usa arrivano a incassare uno stipendio tra i 70mila e gli 80mila euro annui. In questo caso occorre però fare una precisazione: lo stipendio in questi casi è considerato medio-bassa, con circa 6mila euro mensili.
Quanto guadagna un architetto in Germania
Inferiore alla media italiana invece la Germania, con uno stipendio che si aggira intorno ai 1.500 euro, più eventuali premi. Un architetto professionista può invece arrivare a guadagnare tra i 2.800 e i 3.500 euro al mese.