Quella di ristrutturare casa può essere una scelta molto interessante per realizzare l’abitazione dei propri sogni risparmiando rispetto al costo di una casa nuova, soprattutto se si dispone già di un immobile in condizioni non ottimali o se si trova una buona occasione sul mercato.
In realtà, i fattori da considerare sono molti ed è bene valutare bene tutte le opzioni prima di decidere se ristrutturare un appartamento oppure sceglierne uno già completo. Ecco dunque quali sono i costi e i documenti da tenere in considerazione per effettuare dei lavori di ristrutturazione.
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Ristrutturare casa: costi al metro quadro e variabili
Se stai pensando di ristrutturare un appartamento o una villetta di famiglia, oppure hai trovato una casa a un prezzo stracciato che necessita di diversi lavori per essere resa abitabile, sicuramente sei alla ricerca di informazioni chiare su quelli che sono i possibili costi da sostenere e sulle pratiche burocratiche da espletare per fare tutto a norma.
Per quanto riguarda la parte relativa ai costi legati ai lavori edili, in genere si stima che una ristrutturazione di casa si aggiri tra i 500 e i 1300 euro al metro quadro, un valore calcolato che può tuttavia variare sensibilmente in base alla scelta delle rifiniture e a eventuali imprevisti che possono influenzare il progetto e, di conseguenza, la spesa.
Non sono solo le dimensioni, infatti, a determinare il costo complessivo dei lavori, ma anche altri fattori come il luogo in cui si trova l’abitazione e le condizioni iniziali dell’immobile. Prima di partire con il progetto, infatti, occorre effettuare un sopralluogo dettagliato per capire quali sono gli interventi da eseguire e definire la portata della ristrutturazione: una struttura in condizioni di rudere, per esempio, richiederà un lavoro molto più complesso e costoso, mentre diverso è il discorso se si tratta di riprendere soltanto pavimentazioni, impianti e finiture o se si procede solo a qualche variazione sulla planimetria con demolizioni e costruzione di nuovi muri e tramezzi senza agire sull’intera struttura.
Com’è facile immaginare, dunque, se si parla di ristrutturare casa si fa riferimento a tanti aspetti differenti che possono incidere sulla spesa finale, in generale però è possibile inizialmente stimare il costo degli interventi più comuni e farsi una prima idea su ciò che bisogna affrontare.
Per esempio, la posa di pavimenti e piastrelle costa in genere circa 20 euro al mq, se si sceglie il gres porcellanato che è il materiale più conveniente, mentre il parquet arriva a 70 euro al mq. La posa dei serramenti in PVC costa 200 euro al mq, in alluminio 300 euro al mq e quelli in legno 400 euro al mq. Inoltre non bisogna dimenticare le eventuali opere murarie, infatti per coloro che intendono modificare gli spazi interni occorre preventivare circa 100 euro al mq, a cui è necessario aggiungere 15 euro al mq per la tinteggiatura. A tutti questi valori vanno però aggiunti i prezzi dei singoli materiali e manufatti, che ovviamente possono variare anche di molti euro in base alla qualità e alla tipologia degli stessi.
In linea di massima, per una ristrutturazione di media portata è possibile stimare una spesa complessiva tra i 20 e i 30 mila euro per un’abitazione di circa 40 mq, fino a salire a cifre comprese tra i 60 e gli 80 mila euro per case più grandi che raggiungono dai 100 ai 130 mq.
Da non dimenticare, però, sono anche gli eventuali costi burocratici relativi a permessi e documenti di varia natura, come spieghiamo qui di seguito, ovvero la SCIA, la CILA o il Permetto di Costruire, che a seconda del Comune di riferimento possono avere un costo comprensivo tra i 600 e i 2.500 euro.
Ristrutturare casa: documenti e burocrazia
La burocrazia italiana è purtroppo sempre una giungla difficile da esplorare per i non addetti ai lavori, per questo motivo quando si decide di ristrutturare casa è sempre opportuno affidarsi a un tecnico esperto che possa seguire tutta la trafila documentale e, al tempo stesso, i lavori effettuati.
Molti tuttavia si chiedono: “Devo ristrutturare casa: quali documenti bisogna presentare?”. Per rispondere a questa domanda, è opportuno definire innanzitutto la natura dei lavori: piccoli interventi di natura estetica o comunque di manutenzione ordinaria in genere non richiedono particolari obblighi, mentre diverso è il discorso quando bisogna effettuare manutenzioni straordinarie e opere che variano volumetria, sagoma e struttura dell’immobile o che ne cambino la destinazione urbanistica.
In casi di questo tipo, i titoli edilizi che potrebbero essere necessari sono il Permesso di Costruire, la CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata) o la CIL (non asseverata), la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
La CILA è necessaria quando bisogna ristrutturare casa eseguendo interventi che non interessano le parti strutturali dell’edificio, finalizzati a conservare l’immobile e assicurarne la funzionalità. La CIL persegue le stesse finalità ma non prevede la firma di un tecnico, tuttavia si tratta di un titolo ormai caduto quasi in disuso.
La SCIA, invece, va richiesta in tutti quei casi che riguardano interventi di manutenzione straordinaria e lavori di restauro e risanamento conservativo che riguardino le parti strutturali dell’edificio, ma anche varianti a permessi di costruire e interventi di “ristrutturazione edilizia “leggera” compresa demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria (fatte salve le adeguamento antisismico) e il ripristino degli edifici crollati o demoliti”.
Per nuove costruzioni e ampliamento di edifici esistenti, opere di urbanizzazione primaria e secondaria, realizzazione di infrastrutture e impianti e altri interventi di questo tipo, è necessario invece il Permesso di Costruire.
In realtà, nell’ottica di sburocratizzare il sistema e venire incontro ai bisogni dei cittadini, sempre più interventi vengono oggi considerati di edilizia libera, ossia senza obblighi di comunicazione e segnalazione al Comune. Il decreto SCIA 2, infatti, ha ampliato queste casistiche includendo anche molti dei lavori prima soggetti a CIL. Rientrano in questo quadro, per esempio:
- interventi di manutenzione ordinaria, come il rifacimento di pavimenti, le tinteggiature interne e la sostituzione di impianti;
- interventi finalizzati all’eliminazione di barriere architettoniche;
- opere di pavimentazione e finitura di spazi esterni;
- installazione di pannelli solari e fotovoltaici al di fuori dei centri storici;
- realizzazione di aree ludiche senza scopo di lucro (parchi giochi in strutture private e pubbliche);
- manufatti leggeri in strutture recettive come i gazebo.
Se si è deciso di ristrutturare un appartamento o una villetta, la richiesta dei titoli edilizi va effettuata presso il Comune in cui si trova l’edificio, precisamente all’Ufficio Edilizia Privata (o Sportello Unico per l’Edilizia). Per tutti i dettagli, si rimanda comunque sempre alle singole normative in vigore.
Ristrutturare casa: bonus e incentivi attivi
Anche nel 2023 si è confermato il bonus ristrutturazioni, prorogato per tutto l’anno in corso e per il 2024. In sostanza, l’incentivo resta invariato, ma ciò che muta è l’aliquota. In particolare questo garantisce una detrazione delle spese sostenute fino al 50% per un massimo di 96.000 euro. Un altro cambiamento rispetto agli anni precedenti, fa riferimento agli interventi su cui è possibile richiedere il bonus.
Nel dettaglio, si possono eseguire:
- lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria eseguiti su parti comuni degli edifici condominiali;
- lavori di manutenzione straordinaria i singole unità immobiliari;
- posa in opera di ascensori e scale di sicurezza;
- sostituzione degli infissi;
- realizzazione dei servizi igienici;
- interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche;
- lavori utili al risparmio energetico;
- recinzioni;
- bonifica dell’amianto;
- installazione di apparecchi di rilevazione di gas.
Una particolarità di questo bonus, è che può essere richiesto anche per i lavori eseguiti in autonomia, e in tal caso l’incentivo ricadrà solo sul costo dei materiali.