Le città italiane ed europee dove si guadagna di più da neolaureati

Quali sono le destinazioni migliori per ragazze e ragazzi che hanno appena conseguito la laurea e puntano ad avere migliori condizioni di lavoro e stipendi più alti

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Per molti neolaureati andare via dall’Italia non è per forza una necessità, ma semplicemente conviene. Sono sempre di più i ragazzi e le ragazze che appena concluso il percorso di studi universitari si trasferiscono all’estero alla ricerca di migliori condizioni di vita e soprattutto stipendi più alti. Un numero che negli ultimi dieci anni è aumentato del 42%, secondo quanto emerge dai dati del ‘Libro bianco sulle Scienze della vita in Italia, presentato a Milano da The European House-Ambrosetti alla nona edizione del Technology Life Sciences Forum 2023.

La fuga dei cervelli

Dallo studio risulta come tra i 337mila, con più di 25 e meno di 34 anni, che hanno deciso di andare a vivere all’estero, oltre 120mila (il 35,6%) abbiano una laurea, mentre tra il 2013 e il 2021 sono stati 94mila le persone della stessa fascia di età che sono rimpatriati, di questi il 43,6% ha completato il percorso di studi universitario, circa 41mila.

Uno scarto consistente che può essere rappresentato con la fuga dei ricercatori italiani: la stragrande maggioranza degli studiosi connazionali all’estero si dicono soddisfatti della propria scelta e 8 su 10 ritengono improbabile un loro rientro in Italia, mentre chi è rimasto lo ha fatto principalmente per motivi personali o familiari (86%), ma nel 43% dei casi, potendo tornare indietro, proverebbe una carriera all’estero.

Secondo i risultati di un’indagine conoscitiva della Community Life Sciences di The European House – Ambrosetti tra i ricercatori italiani vincitori di grant Erc nell’area delle Scienze della Vita negli ultimi cinque anni, l’86% degli studiosi in Italia lamenta salari bassi e poco competitivi con l’estero, l’80% mancanza di meritocrazia.

Per i ricercatori all’estero, invece, gli ecosistemi internazionali risultano attrattivi soprattutto per la presenza di finanziamenti (secondo 84% degli intervistati) e per l’alta qualità della ricerca scientifica (72%), affiancata dalla facilità di accesso e progressione nella carriera accademica (56%) (qui la classifica delle migliori università italiane tra quelle europee mentre qui per scoprire quali sono le 40 università italiane tra le migliori al mondo).

Un quadro che aiuta a capire come mai i ricercatori italiani siano al secondo posto tra i più premiati dal Consiglio europeo della ricerca (Erc) dietro soltanto ai colleghi tedeschi, e allo stesso tempo il nostro sia l’unico tra i grandi Paesi a ad avere un saldo netto negativo (-25 nel 2023) tra grant ottenuti e i grant ottenuti per nazionalità del responsabile del progetto.

Dall’analisi condotta da The European House – Ambrosetti emerge inoltre come nonostante l’Italia sia prima per citazioni di pubblicazioni scientifiche, quarta per numero di brevetti, terza per export e ottava per competitività in Europa, risulti soltanto dodicesima per capitale umano qualificato e quindicesima per vitalità delle imprese (qui abbiamo spiegato quanti neolaureati trovano lavoro in Italia).

Le città con gli stipendi più alti

Del resto, uno dei motivi principali della fuga dei neolaureati, sono gli stipendi: secondo i dati Eurostat, nel 2021 le buste paga in Europa hanno raggiunto in media i 33.511 euro lordi, 3.560 euro in più di quanto prende un dipendente italiano.

In particolare il Paese che assicura più alte possibilità di guadagno è il Lussemburgo, dove la retribuzione è di 72.247 euro all’anno, più del doppio del valore medio europeo, seguito dalla Danimarca con 63.261 euro e l’Irlanda con 50.347 euro. Compensi più consistenti rispetto all’Italia anche in Germania e in Francia, dove lo stipendio medio annuo arriva rispettivamente a 44.404 euro e a 40.135 euro lordi.

In Italia è Milano la città dove lo stipendio di un lavoratore dipendente è il più alto a livello nazionale. Secondo i dati del Centro studi delle camere di commercio ‘Guglielmo Tagliacarne’, aggiornati al 2021, nel capoluogo lombardo la retribuzione media è di 30.464 euro nel 2021, due volte e mezzo la media di 12.473 euro e nove volte quello di Rieti, ultima in classifica. Sul podio delle città con gli stipendi più alti, tra il 2019 e il 2021, dietro Milano c’è Bolzano con 18.942,08 euro e al terzo posto Bologna, con 18.628,65 euro all’anno.