Potrebbe presto arrivare uno scudo penale per medici e infermieri. La misura, valida fino al 31 dicembre 2024, impedirebbe di far causa al personale sanitario per omissioni, per diagnosi o prescrizioni errate e per interventi chirurgici andati male. L’unica ipotesi di punibilità rimarrebbe quella correlata ai casi di colpa grave. Una misura che ricalca quella già vista durante i mesi più duri della pandemia da Covid-19.
Lo scudo penale ai tempi del Covid
Allora lo scudo penale servì per tutelare medici e infermieri che lottavano contro un male di cui si sapeva ben poco. Il personale sanitario era sotto organico e per di più privo di farmaci specifici e di protocolli efficaci. Oggi, che il Covid-19 non è più pandemia, il problema degli organici ridotti all’osso permane, costringendo i camici bianchi a turni massacranti e allungando a dismisura le liste d’attesa.
Un nuovo scudo penale per medici e infermieri
Il mondo della sanità invoca un nuovo scudo penale e questa volta, messi da parte i contrasti degli ultimi mesi, la politica sembra essere intenzionata ad accogliere la richiesta. Gli emendamenti della maggioranza e dell’opposizione al decreto Milleproroghe sono pronti.
In particolare un emendamento del centro-destra, i cui primi firmatari sono Francesco Ciancitto e Luciano Ciocchetti di Fratelli d’Italia, prevede “la limitazione della punibilità ai soli casi di colpa grave” per tutti quei fatti “commessi nell’esercizio di una professione sanitaria, in considerazione della contingente situazione di grave carenza di personale”. Resterebbe salva per i danneggiati la possibilità di chiedere un risarcimento in sede civile.
Riforma della colpa medica
Nelle intenzioni della maggioranza, lo scudo penale per medici e infermieri fino al 31 dicembre 2024 dovrebbe essere solo l’antipasto. Il fine ultimo è quello della riforma della colpa medica, al momento disciplinata dalla legge 24/2017. Oggi in Italia vengono intentate più di 35.000 cause contro i medici. Il 97% di esse vede cadere le accuse.
Governo e maggioranza giustificano la volontà di riformare la normativa tirando in ballo la cosiddetta “medicina difensiva”. Sotto tale locuzione si intende quella mole di accertamenti che i medici prescrivono per evitare eventuali accuse di negligenza, imperizia o colpa. Secondo le stime, la medicina difensiva pesa sulla spesa sanitaria per circa il 10% (oltre 11 miliardi di euro).
Pensione dei medici a 72 anni
Ma la politica con una mano dà e con l’altra toglie: oltre allo scudo penale, la maggioranza sembra nuovamente intenzionata a portare l’età pensionabile dei medici a 72 anni. Il voto sulla misura sarà il sesto. L’intenzione ha già portato a una serie di scioperi alla fine del 2023 per quella che a suo tempo il sindacato Anaao Assomed definì “un insulto alla categoria”.
Governo e maggioranza fecero un momentaneo dietrofront per chiudere la Manovra, ma il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani avvisò che la faccenda non era da considerarsi chiusa: se ne riparlerà “nei prossimi mesi”, disse per via della “esigenza oggettiva, dettata da una carenza notevole di medici sul territorio”. Considerato il muro contro muro non è escluso che alla fine si possa giungere a un compromesso.