Frontalieri in Svizzera, smart working fino al 25% del monte ore: firmato il protocollo

I frontalieri italiani in Svizzera hanno diritto a trascorrere un quarto del loro monte ore in Italia lavorando da casa. I dettagli del protocollo italo-svizzero

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha firmato il protocollo di intesa Italia-Svizzera riguardante la possibilità di operare in telelavoro per i frontalieri. Questi lavoratori potranno prestare la loro opera presso il proprio domicilio fino al 25% del loro monte ore. Lo smart working non avrà ripercussioni né sullo Stato legittimato a imporre il reddito da attività lucrativa dipendente né sullo statuto di lavoratore frontaliero.

Accordo Italia-Svizzera sui frontalieri

Tutto parte da una dichiarazione di intenti sottoscritta dalla Svizzera e dall’Italia nel novembre del 2023. Il protocollo appena firmato va a sostituire quella dichiarazione di intenti, con efficacia retroattiva fino all’1 gennaio 2024. Il protocollo sarà immediatamente operativo non appena entrambi i Paesi avranno concluso le procedure interne di approvazione. Il nuovo protocollo è stato siglato a Roma e a Berna dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter.

L’ultimo protocollo Italia-Svizzera riduce le ore in cui viene permesso il telelavoro, che prima arrivavano al 40%. Il precedente accordo era figlio dell’emergenza pandemica, che aveva costretto a casa migliaia di amministrativi residenti in Italia, ma con un contratto di lavoro in Svizzera. Viene così integrato e aggiornato l’accordo stipulato nel giugno del 2020.

L’accordo sullo smart working avrà dirette conseguenze anche sulla tassazione: i tre quarti del reddito maturato in Svizzera dovrebbero essere assoggettati a tassazione concorrente tra i due Paesi, eliminando la doppia imposizione in Italia. La quota di reddito percepita a fronte dell’attività lavorativa svolta a casa (se condotta in Italia) sarà assoggettata a imposizione esclusiva nel nostro Paese.

Chi sono i lavoratori frontalieri

Il lavoratore frontaliero (o frontaliere) è qualsiasi lavoratore occupato sul territorio di uno Stato e residente sul territorio di un altro Stato dove torna ogni giorno o almeno una volta alla settimana. Questa la disciplina generale dettata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il nuovo accordo italo-svizzero definisce “lavoratore frontaliero” colui che risiede entro 20 km dalla frontiera, lavora come dipendente nell’area di frontiera dell’altro Stato e che, in linea di massima, rientra ogni giorno dal lavoro al proprio domicilio.

Il lavoratore frontaliero è soggetto alla legislazione dello Stato di residenza per l’indennità di disoccupazione e per altre questioni in materia di welfare (malattia, pensione, prestazioni familiari, eccetera).

A chi si applica il nuovo accordo fra Italia e Svizzera

Il nuovo accordo si applica alle persone fisiche residenti in:

  • Svizzera relativamente ai cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese;
  • Italia per quanto riguarda le Regioni Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano.

Alla fine di dicembre, il numero di lavoratori frontalieri attivi in Svizzera era pari a 392.831 persone (78.738 quelle attive in Ticino).

Il nuovo accordo verrà sottoposto a riesame ogni 5 anni. Prevista la possibilità di mettere in atto consultazioni e adeguamenti periodici in materia di lavoro agile e telelavoro. Viene infine prevista una commissione di rappresentanti delle autorità dei due Paesi per la composizione amichevole di eventuali controversie.