Stellantis, cassa integrazione prolungata per i lavoratori di Mirafiori

Prolungata dal 2 al 20 aprile la cassa integrazione per i lavoratori Stellantis di Mirafiori: i sindacati preparano uno sciopero.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Brutte notizie per i lavoratori Stellantis delle carrozzerie di Mirafiori che, per decisione diretta dell’azienda, vedono prolungare il periodo della loro cassa integrazione dal 2 al 20 aprile. La scelta interessa i dipendenti che operano sui modelli 500 Bev e Maserati, ovvero un totale di 2240 persone.

Non si tratta, purtroppo, di una novità per lo stabilimento, con l’azienda che aveva già messo in cassa integrazione i propri dipendenti per un mese nel periodo a cavallo tra il 2023 e il 2024 e per tre settimane tra il 12 febbraio e il 3 marzo, con il periodo che è stato prima prolungato al 30 marzo e, ora, fino al 20 aprile. L’annuncio ufficiale da parte di Stellantis è arrivato nel tardo pomeriggio del 6 marzo.

Prolungata la cassa integrazione a Mirafiori: la protesta dei sindacati

La decisione di Stellantis di prolungare la cassa integrazione dei lavoratori nello stabilimento di Mirafiori non ha naturalmente trovato il parere concorde dei sindacati che, già la scorsa settimana, avevano fatto sentire la loro voce promettendo uno sciopero collettivo unitario che dovrebbe tenersi alla metà di aprile 2024. “È sempre più evidente – ha detto Luigi Paone, segretario generale UILM Torino dopo il prolungamento della cig – che a Mirafiori serva un nuovo modello, ci aspettano mesi complicati, chiediamo alle istituzioni di accelerare un percorso che dia prospettive e futuro a tutto il comparto automotive torinese”.

Le promesse del gruppo Stellantis in Italia

Da una parte i sindacati con i lavoratori, dall’altra il gruppo franco italiano Stellantis che, già nei mesi scorsi, aveva indicato gli stabilimenti di Mirafiori e di Pomigliano come quelli più a rischio ridimensionamento. Lo avevo annunciato l’amministratore delegato del gruppo, Carlos Tavares, che se l’era presa soprattutto con il governo italiano, incapace a suo dire di fornire il giusto appoggio al settore automobilistico nostrano.

“L’Italia – aveva detto Tavares – dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno nel nostro Paese. Si tratta di un capro espiatorio nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in l’Italia”.

L’Ad chiedeva dunque, e chiede, degli incentivi al governo, per spingere il passaggio ai veicoli elettrici: “Stellantis in Italia può produrre un milione di veicoli all’anno, ed è nostro interesse sfruttare a pieno questa capacità – aveva aggiunto – È un obiettivo già condiviso con il governo. Tuttavia è stato spiegato che affinché questo accada, occorre che ci sia un sostegno per l’acquisto di veicoli elettrici per gli italiani, in un Paese dove i consumatori hanno già dimostrato una sensibilità importante rispetto al prezzo”.

Gli investimenti di Stellantis in Sud America

Le parole riportate di Carlos Tavares erano state pronunciate dallo stesso nel corso di una conferenza a Brasilia dove il gruppo franco italiano ha annunciato un investimento di ben 5,6 miliardi di euro tra il 2025 e il 2030, mentre altri 370 milioni di euro verranno investiti in Argentina. Il gruppo guarda quindi all’estero, ma in Italia si rischiano molti posti di lavoro. Si ricorda, infine, che il gruppo Stellantis ha chiuso il 2023 con profitti pari a 18,6 miliardi di euro.