Mirafiori, Stellantis risponde allo sciopero allungando la cassa integrazione fino al 6 maggio

Operai di Mirafiori ancora in cassa integrazione: cosa succede dopo lo sciopero e la manifestazione

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Dopo lo sciopero di venerdì 12 aprile, gli operai della carrozzeria di Mirafiori rimarranno in cassa integrazione per altre due settimane. Oltre 2000 lavoratori verranno coinvolti nella misura, a rotazione, che sarebbe dovuta terminare il 20 aprile dopo essere stata rinnovata già più volte nel corso dell’inizio del 2024.

Stellantis continua intanto a chiedere al Governo italiano maggiori incentivi per le auto elettriche in Italia, dopo che Mirafiori è stata appunto riconvertita alla produzione della 500e, a batteria. Segnale distensivo da parte della società l’aver cambiato il nome al nuovo suv elettrico di Alfa Romeo, che diventerà “Junior” dopo le polemiche sul nome “Milano”.

Ancora cassa integrazione a Mirafiori

Stellantis conferma per altre 2 settimane la cassa integrazione per più di 2000 dipendenti dell’impianto di Mirafiori. Il reparto carrozzeria, il più colpito da questa misura, è quasi fermo dall’inizio del 2024. L’utilizzo dell’ammortizzatore sociale sarebbe dovuto terminare il 20 aprile, ma proseguirà fino al 6 maggio secondo quanto comunicato dalla stessa azienda.

“Questa nuova doccia fredda per tutti i lavoratori del sito di Mirafiori, dimostra come la manifestazione unitaria di venerdì 12 aprile fosse un reale grido d’allarme e non un allarmismo”, ha detto Sara Rinaudo della Fismic. Proprio i sindacati hanno guidato una grande manifestazione che ha portato 12mila persone in piazza a Torino per chiedere a Stellantis il rilancio di Mirafiori soltanto pochi giorni fa, venerdì 12 aprile.

Entrambe le linee di produzione dell’impianto, quella dell’ex stabilimento di Grugliasco che produce Maserati e quella che invece è dedicata alla 500 elettrica, sono colpite in modo quasi uguale dalla cassa integrazione degli operai di Mirafiori. La prima vede 960 operai coinvolti, mentre la seconda circa 1.260. La riduzione della produttività di Mirafiori sta colpendo anche le molte aziende dell’indotto, che negli anni si sono sviluppate attorno all’impianto e che ora sono in crisi.

Stellantis tende la mano al Governo

Stellantis continua inoltre il suo scontro con il Governo italiano, anche se con alcuni segnali di distensione. Da diverso tempo il ministero del Made in Italy chiede un nuovo investimento in Italia da parte del gruppo, in particolare proprio riguardo all’impianto di Mirafiori. Stellantis, da parte sua, ha però intrapreso una strategia di riduzione dell’importanza dell’Italia all’interno dell’azienda: da anni infatti non ci sono nuove assunzioni dell’impianto torinese, nemmeno per rimpiazzare i pensionamenti.

Di recente, Governo e Stellantis si sono scontrati anche sul nome della nuova auto elettrica dell’azienda. che doveva originariamente chiamarsi Alfa Romeo Milano. Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha però contestato che la vettura sarà prodotta in Polonia, citando anche le leggi sull'”Italian sounding” a riguardo, norme che però contemplano soltanto prodotti alimentari.

Stellantis, pur sostenendo di non aver violato alcuna legge, ha deciso di venire incontro alle richieste del Governo italiano e di cambiare il nome alla vettura, ormai prossima al lancio. Si chiamerà Junior, richiamando un vecchio modello di Alfa Romeo degli anni ’70. Un segnale distensivo dopo mesi di scontri, soprattutto sugli incentivi alla vendita e alla produzione di auto elettriche, ritenuti insufficienti da parte di Stellantis per sostenere i consumi e di conseguenza la produzione.