Il gruppo Stellantis continua a utilizzare lo strumento della cassa integrazione per i suoi lavoratori italiani e avvia la terza ondata di Cig nello stabilimento Europe Atessa in provincia di Chieti. Nel periodo compreso tra l’8 e il 21 luglio 2024, nello specifico, un totale di 800 dipendenti resteranno a casa per il calo della domanda dei furgoni cabinati destinati alla camperistica e dei furgoni a passo corto. Per i sindacati la scelta della cassa integrazione rappresenta un segnale preoccupante del fatto che lo stabilimento di Atessa stia perdendo centralità per il gruppo Stellantis.
Stellantis, ulteriore cassa integrazione ad Atessa
La situazione dei lavoratori dello stabilimento Stellantis Europe Atessa è quanto mai instabile in questo periodo, visto che si tratta già del terzo ricorso in poco tempo della cassa integrazione. Il 10 giugno 2024 è iniziato il primo stop che avrà durata di due settimane e che interessa in totale 400 lavoratori, mentre altre due settimane di cassa integrazione ci saranno dal 24 giugno al 7 luglio, coinvolgendo un numero massimo di 570 operai e 30 impiegati. Il terzo blocco delle misure è ancora più netto, con Stellantis che tra l’8 e il 21 luglio 2024 ha deciso di lasciare a casa ben 800 lavoratori divisi tra 770 operai e 30 impiegati. Dall’azienda fanno sapere che il reparto ckd di lastratura non sarà coinvolto nel periodo di cassa integrazione, mentre i sindacati Fim Uilm Fismic Uglm Aqcf annunciano che “nei prossimi giorni verrà indetta l’assemblea per informare le lavoratrici e i lavoratori”.
Stellantis Atessa, i timori dei sindacati
Alfredo Fegatelli, segretario generale della Fiom provinciale di Chieti, ha espresso tutta la sua preoccupazione per l’ulteriore blocco di cassa integrazione nello stabilimento Stellantis Europe Atessa. “L’azienda ha confermato che la causa è il calo della domanda di furgoni cabinati destinati alla camperistica e di furgoni a passo corto – ha detto – Come Fiom siamo preoccupati perché riteniamo che non possa essere solo un problema di mercato”.
Fegatelli ritiene paradossale la situazione in quanto “in America i volumi dei veicoli commerciali leggeri crescono, così come in Polonia e nel Regno Unito, dove le vendite sono in aumento e la produzione di veicoli commerciali leggeri elettrici è attiva nello stabilimento di Ellesmere Port. Inoltre, a Luton verrà realizzato un nuovo stabilimento nel 2025”.
Il timore espresso dei sindacati è dunque quello che lo stabilimento di Atessa “stia perdendo la centralità nella produzione di veicoli commerciali leggeri all’interno di Stellantis, iniziando a subire la concorrenza degli altri stabilimenti del gruppo. Tutto questo – aggiunge Alfredo Fegatelli – non colpisce solo i lavoratori della ex Sevel, ma sta creando problemi anche ai lavoratori dell’indotto”.
Una situazione poco chiara, dunque, per i sindacati dei lavoratori che si rivolgono al gruppo guidato da Carlos Tavares chiedendo una revisione completa delle strategie produttive per lo stabilimento. Viene chiesta nello specifico una maggiore trasparenza nella comunicazione dei volumi previsti di produzione, così come una gestione più equilibrata e sostenibile che la smetta di gravare sui lavoratori.
I ricavi in calo di Stellantis nel 2024
Stellantis ha di recente pubblicato il bilancio dei suoi primi tre mesi del 2024 evidenziano un calo dei ricavi pari al 12 per cento (41,7 miliardi) rispetto al periodo gennaio – marzo del 2023. Questa frenata, dicono dall’azienda, è dovuta ai minori volumi di vendita (meno il 10 per cento, poco più di 1,3 milioni di unità) e al calo del prezzo medio di vendita.