Solitamente l’annuncio di un nuovo bando di concorso per la Pubblica Amministrazione rappresenta una notizia positiva. Non sempre, però, è possibile confidare nella capacità della politica italiana di rispettare tutti i crismi del caso. È accaduto con ben due opportunità d’ingresso in graduatoria, per il ministero dell’Agricoltura e della Difesa. Il Consiglio di Stato ha annullato i bandi, definendoli illegittimi.
Bandi annullati
È stata di fatto ribaltata la decisione del Tar, il che si traduce in quasi 650 posti di lavoro sfumati. Non di certo una notizia come le altre, quella che vede il Consiglio di Stato annullare due concorsi ministeriali.
Risultano illegittimi perché al momento della loro pubblicazione, avvenuta a dicembre 2023, risultava ancora efficace la graduatoria di un concorso precedente. Tutto ciò sarebbe passato sotto silenzio, con ogni probabilità, se proprio gli idonei precedenti non avessero fatto ricorso.
I ministeri avrebbero dunque avviato una proceduta per “scavalcare” questa graduatoria attiva, “senza una precisa e dettagliata motivazione”. Una svista che costa tanto, in termini economici e non solo. Entrambi i bandi di concorso, infatti, risultano essere in avanzato stato di svolgimento. A generare maggior imbarazzo è la tempistica che contraddistingue questa doppia operazione. Per mancanza di verifiche o per un errore di calcolo, i due concorsi sono stati indetti due settimane prima che le precedenti graduatorie risultassero “scadute”.
La sentenza
Uno spreco di risorse di caratura notevole per i ministri posti sotto la guida di Francesco Lollobrigida e Guido Crosetto. Le somme investite fino a questo punto non avranno alcuna applicazione concreta.
Cambiano inoltre i piani di molti cittadini, giunti alle battute finali del processo. È il caso di 267 unità di personale non dirigenziale da inquadrare nell’ambito dell’Area Funzionari della Difesa. Per loro sono terminate le prove scritte lo scorso luglio. Pubblicate inoltre due delle graduatorie definitive dei vincitori.
Lo scorso 20 novembre invece hanno avuto inizio le prove scritte per il reclutamento di 374 unità di personale da inquadrare nei ruoli del ministero dell’Agricoltura. Il tutto ha avuto termine il 26 novembre, ovvero il giorno dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Non restava altro che procedere con l’orale, ma così non sarà.
“I due bandi sono pubblicati il 28 e 29 dicembre 2023. (…) La graduatoria nella quale gli appellanti figurano come idonei era senza dubbio ancora efficace, essendo stata pubblicata il 14 gennaio 2022”.
Queste classifiche restano valide per due anni, il che vuol dire che i ministeri di Lollobrigida e Crosetto avrebbero semplicemente dovuto attendere il 14 gennaio 2024 per procedere. Non che risulti senza precedenti l’accantonamento di una graduatoria ancora attiva. In questo caso, però, occorre esserne consapevoli e allegare alla documentazione le dovute motivazioni.
I soggetti ricorrenti hanno evidenziato “l’assenza nei provvedimenti impugnati di qualsiasi giustificazione della scelta compiuta dall’Amministrazione di ‘scavalcare’ la graduatoria che li riguardava, per bandire due nuovi concorsi, evidenziando una grave criticità dell’operato”.
Era stato inoltre chiesto ai giudici di prolungare la validità della graduatoria fino al 27 dicembre 2025. Ciò però non è stato accolto.
Nuovi bandi di concorso
Non resta altro che chiedersi quale sarà il prossimo step per i ministeri dell’Agricoltura e della Difesa. I rispettivi siti ufficiali non fanno riferimento alla sentenza, che c’è e blocca l’intero iter. Si sta però presumibilmente lavorando dietro le quinte per tentare di offrire un comunicato unico che possa offrire chiarezza ai cittadini.
Non è possibile tener conto in alcun modo degli esiti delle prove e delle graduatorie finali già svelate. È stato tempo perso da parte dei candidati. Non risultano esserci speranze significative neanche per quanto riguarda un ipotetico ricorso in Cassazione. Ciò può avvenire, infatti, soltanto per eventuali motivazioni giurisdizionali.
Il vuoto amministrativo resta ma, con scadenza a gennaio 2024, come detto, risulta difficile pensare si possano reclutare soggetti idonei da quelle graduatorie. Sembra davvero che l’unica via sia quella di ripartire da zero, con nomina delle commissioni, prove scritte e orali, e soprattutto soldi pubblici sprecati.