Assenza per fisioterapia, cosa succede in caso di visita fiscale

In caso di visita fiscale, il lavoratore che si allontana da casa per questo tipo di cure non è sempre giustificato

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

L’assenza giustificata dal lavoro per motivi di salute o infortunio certificati dal medico curante, fa scattare una serie di obblighi a cui il dipendente deve attenersi per non incorrere in sanzioni.

I più importanti riguardano la reperibilità del lavoratore presso il suo domicilio, negli orari stabiliti dall’Inps per gli accertamenti da parte dei medici fiscali – sia per il settore pubblico che per il privato.

Tuttavia, ci sono dei casi in cui l’assenza durante la visita fiscale può essere giustificata anche se si verifica nei suddetti orari.

Ad esempio, può succedere che il lavoratore debba allontanarsi dall’abitazione per sostenere una visita medica, un accertamento diagnostico, per svolgere attività di volontariato, assistere un familiare o per altre cause di forza maggiore.

In alcune circostanze particolari, però, il confine tra ciò che giustifica l’assenza e ciò che invece non consente l’allontanamento da casa è molto sottile. Ad esempio: cosa succede se la visita fiscale arriva mentre il dipendente in malattia si è allontanato da casa per svolgere una seduta di fisioterapia? Sgomberiamo il campo da possibili dubbi e vediamo insieme cosa sapere a riguardo.

Visite fiscali Inps e fisioterapia, gli obblighi di comunicazione

Come accennato in apertura, durante tutto il periodo della malattia coperto economicamente dall’istituto di previdenza grazie ad un’indennità ad hoc, l’istituto può eseguire dei controlli a domicilio nei confronti del lavoratore, per controllare che si trovi effettivamente nella sua abitazione – e dunque in una reale condizione di inabilità al lavoro.

Ovviamente non bisogna rimanere tutto il giorno in casa, infatti è necessario farsi trovare presso l’indirizzo riportato nel certificato medico esclusivamente negli orari prestabiliti.

Ebbene, con riferimento alle sedute di fisioterapia, caratterizzate da attività di riabilitazione e trattamento di pazienti affetti da disturbi fisici, lesioni o disabilità, non sempre il paziente o la paziente è giustificato/a in ipotesi di assenza durante fasce di reperibilità Inps.

E ciò, in particolare, se il percorso fisioterapico non è stato preventivamente comunicato all’ente di previdenza e al datore di lavoro.

Tale comunicazione è prioritaria e ha la massima importanza se, durante il periodo di mancanza dal lavoro per malattia, al lavoratore viene prescritto un percorso di riabilitazione fisioterapica specifico, giustificato dalla stessa patologia che ha determinato la sospensione dall’attività lavorativa. Mal di schiena, sindrome del tunnel carpale o disturbi muscolo-scheletrici sono soltanto alcuni esempi che possono giustificare trattamenti fisioterapici anche di una certa frequenza.

Vero è però che, in linea di massima, resta preferibile farsi trovare negli orari prestabiliti, dato che il lavoratore – o la lavoratrice – in malattia sono tenuti al rispetto delle fasce orarie di reperibilità, presso il domicilio previamente specificato, per una possibile visita medico-legale al fine di accertarne l’incapacità lavorativa.

Il rilievo della documentazione medica per la fisioterapia

Nel comunicare all’Inps e alla propria azienda tale necessità, il dipendente dovrà presentare la documentazione medica attestante:

  • il proprio attuale stato di salute
  • il motivo dell’assenza dal domicilio durante gli orari della visita fiscale (e dunque nella fascia di reperibilità)
  • i giorni e orari in cui la fisioterapia potrà coincidere con un’eventuale visita fiscale dei medici a ciò incaricati

Il lavoratore che non comunica tempestivamente queste informazioni, non è giustificato in caso di accertamento fiscale e va incontro alle sanzioni economiche previste dalla legge, che si riflettono sul trattamento percepito in malattia. In caso di assenze ingiustificate reiterate, può scaturire il licenziamento per giusta causa a seguito di altri provvedimenti disciplinari meno pesanti.

È opportuno ricordare che, qualora non si sia provveduto a informare chi di dovere dell’assenza per fisioterapia, durante le fasce orarie di reperibilità, il lavoratore ha 15 giorni di tempo per regolarizzare la propria posizione e giustificare l’allontanamento dall’abitazione. Tale termine di tempo vale anche per visite e accertamenti diagnostici.

Il carattere di urgenza e indifferibilità della prestazione di fisioterapia

Nel caso in cui l’interessato, o l’interessata, utilizzi come giustificazione dell’assenza al controllo domiciliare la sussistenza di visite, terapie o accertamenti presso strutture sanitarie – in questo caso quelle di carattere fisioterapico – avrà in particolare l’obbligo di fornire prova documentale idonea, ossia elementi utili a chiarire che:

  • la prestazione ha elementi di urgenza e/o indifferibilità
  • non è stato possibile concordare un orario che avrebbe consentito di trovarsi nel proprio domicilio durante le fasce di reperibilità e dunque nella piena disponibilità per le visite dei medici fiscali (leggi qui di un recente bando per l’assunzioni di questi ultimi)

Inps ha precisato altresì che la valutazione delle ragioni dell’assenza durante la fascia di reperibilità, spetterà al Dirigente Medico-Legale di Sede. Egli emetterà un motivato parere sulla sussistenza o meno di una valida ragione per la mancanza dal domicilio.

In situazioni come queste, il fisioterapista dovrà perciò redigere un documento a sostegno della seduta di fisioterapia svolta in un certo orario, indicando:

  • la data e l’ora del trattamento
  • le ragioni per le quali la prestazione era urgente, indifferibile o comunque che non era proprio possibile eseguirla in un momento compatibile con l’orario delle visite fiscali
  • la firma

Può succedere che una persona debba svolgere la seduta in un orario combaciante con le visite fiscali, perché ad es. il fisioterapista ha l’agenda piena in altri orari oppure perché, per le specifiche condizioni sanitarie del paziente, posticiparla ad altro orario rischierebbe di alterare il piano riabilitativo.

In ogni caso, l’ultima parola sull’effettiva fondatezza delle ragioni spetterà all’Inps, quindi non è escludibile a priori che queste ultime non siano accettate (permanendo quindi i rischi di sanzione).

Infine, per ulteriori approfondimenti sugli orari delle visite fiscali Inps e sulle fasce orarie per non incorrere nelle sanzioni previste, si rimanda al nostro articolo specifico.