Tutte le novità del Ddl lavoro, dimissioni, smart working e lavoro stagionale

Il Ddl Lavoro è legge: novità su contratti stagionali, smart working e apprendistato. Non mancano le critiche sulle modifiche alle assenze ingiustificate

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 11 Dicembre 2024 17:23

È stato approvato il Ddl Lavoro. L’Aula del Senato ha confermato il testo approvato dalla Camera, con 81 voti favorevoli, 47 contrari e un astenuto. Il Ddl Lavoro non incontra il favore di tutti, soprattutto dei sindacati, che ne hanno evidenziato i possibili rischi. Tra le novità, infatti, ci sono articoli che potrebbero peggiorare le condizioni di lavoro di alcune categorie. I sindacati lamentano di non essere stati ascoltati, mentre passano i nuovi contratti in somministrazione, l’estensione dei contratti stagionali, la stretta sulle assenze ingiustificate e alcune novità riguardanti smart working e apprendistato.

Contratti in somministrazione e contratti stagionali: cosa cambia

Il Ddl Lavoro è stato approvato e ha introdotto novità in materia di contratti in somministrazione e contratti stagionali. Una delle principali modifiche riguarda i contratti in somministrazione, che non saranno più soggetti ai limiti precedentemente previsti, come il tetto del 30% di lavoratori a tempo indeterminato. I lavoratori a tempo indeterminato assunti dalle agenzie per il lavoro, quelli impiegati in nuove attività, startup, attività stagionali e sostituzioni, oltre agli over 50, sono ora esclusi da tali restrizioni. Inoltre, non si applicano i limiti di durata e le causali per i contratti a termine quando si impiegano disoccupati che beneficiano di ammortizzatori sociali o di lavoratori svantaggiati.

Una novità significativa riguarda anche i contratti stagionali: il Ddl Lavoro amplia l’uso di tali contratti anche alle attività organizzate per fronteggiare intensificazioni dell’attività lavorativa in determinati periodi dell’anno, come nel caso dei cicli stagionali dei settori produttivi.

Smart working e apprendistato

Un’altra novità riguarda lo smart working, che vede il datore di lavoro obbligato a comunicare al ministero del Lavoro la data di inizio e fine del periodo di lavoro agile entro cinque giorni dalla sua attivazione. Inoltre, è stato approvato un emendamento che prevede la possibilità di assumere lavoratori con un contratto ibrido, combinando un rapporto dipendente con un contratto autonomo (partita Iva), beneficiando del regime forfettario per il reddito autonomo.

Il Ddl lavoro prevede anche modifiche all’apprendistato: per chi consegue una qualifica o un diploma professionale, è possibile trasformare l’apprendistato di primo livello in apprendistato professionalizzante o di alta formazione e ricerca. Le modifiche renderanno il percorso formativo più flessibile.

Il problema delle assenze ingiustificate

Una delle novità più discusse riguarda però le assenze ingiustificate. Se un lavoratore è assente senza giustificazione per più di 15 giorni, il datore di lavoro avrà l’obbligo di comunicare l’assenza all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che dovrà verificarne la veridicità. In questi casi, il rapporto di lavoro si intende risolto per volontà del lavoratore.

La norma ha suscitato forti critiche, in particolare da parte dei sindacati, che temono che possano essere considerati come “dimissioni volontarie” anche casi di assenze causate da problematiche che non dipendono dal lavoratore. La Cgil ha denunciato che questa misura riduce ulteriormente le tutele dei lavoratori, aumentando la precarietà e diminuendo la dignità e la sicurezza dei lavoratori.

Secondo la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, la norma peggiorerà le condizioni di milioni di lavoratori, creando un sistema in cui le tutele del lavoro sono sempre più fragili, con conseguenze devastanti per i giovani, i neet, le donne e tutti coloro che già vivono in condizioni di precariato.