Amazon apre a Jesi, investimento da 180 milioni di euro: come sarà l’impianto

L'undicesimo centro di distribuzione dell'azienda in Italia, il quinto nel Centro-Sud, sarà operativo dal 2025

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 29 Marzo 2024 09:58

Aprirà a metà anno nel 2025 il centro di distribuzione di Amazon a Jesi (Ancona), il quale rappresenterà l’undicesima struttura dell’azienda in Italia nel settore dell’e-commerce. Attualmente in fase di costruzione nell’area di Coppettella, Lorenzo Barbo, amministratore delegato di Amazon Italia Logistica, ha fatto il punto sullo stato di avanzamento dei lavori. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti Galeazzo Bignami e vari sindaci locali. Barbo ha precisato che l’edificio è già stato costruito, ma mancano ancora i lavori interni.

Come sarà l’impianto

Il nuovo centro Amazon sarà in un edificio di quattro piani, con una superficie totale di 240mila metri quadrati, realizzato con un investimento di 180 milioni di euro. Entro un arco temporale di tre anni, sono previsti mille posti di lavoro a tempo indeterminato, selezionati principalmente dal bacino di disoccupazione locale. Tali posti faranno così parte dei 6.500 già esistenti nel Centro-Sud Italia e i 18mila in totale nel Paese. La struttura sarà equipaggiata con la sofisticata tecnologia Amazon Robotics, che ottimizza il flusso di lavoro trasportando gli scaffali dei prodotti ordinati direttamente alle postazioni dei dipendenti, agevolandoli nelle loro attività quotidiane.

Quando l’hub sarà a regime, è stimato un traffico medio di 18 camion l’ora. Con l’apertura del nuovo centro, in molti avevano sollevato preoccupazioni riguardo l’aumento del traffico sulla Superstrada 76 e nel vicino casello autostradale di Ancona Nord; a tal proposito, Barbo ha affermato che l’azienda è pronta a valutare altre vie con le opportunità delle vicine infrastrutture presenti. Tra queste, il limitrofo interporto, ma anche l’aeroporto e il porto.

Il vicemistro Bignami ha mostrato l’attenzione del Governo nel seguire quest’operazione, giudicandola in maniera positiva, in quanto “s’inserisce in un contesto logistico di prim’ordine, anche per lo sviluppo economico che accompagnerà le infrastrutture”. Il presidente della Regione Marche Acquaroli, invece, ha parlato di “un’opportunità strategica per l’occupazione e le prospettive”, ringraziando Amazon “per aver scelto il nostro territorio e la provincia di Ancona, circondata da infrastrutture importanti”. L’auspicio è che l’operazione possa in qualche modo attirare “altri investimenti, che ci aiutino a superare la fase di Regione in transizione”.

I numeri di Amazon in Italia

In Italia, Amazon conta 18 mila dipendenti a tempo indeterminato. Secondo quanto dichiarato da Barbo, i livelli salariali sono superiori dell’8% rispetto ai contratti standard, con una retribuzione media di circa 1.780 euro al mese, comprensiva di benefit aggiuntivi come l’assicurazione medica e i ticket-restaurant. Grazie soprattutto all’indotto e alla logistica, si stima un impatto indiretto che genera circa 100mila posti di lavoro. Le Pmi che vendono tramite Amazon sul territorio nazionale sono 21.000, di cui 600 situate nelle Marche.

Dal 2010, anno della prima apertura di Amazon in Italia, sono stati investiti complessivamente 16,9 miliardi di euro nel Paese. Attualmente, vi sono 60 siti operativi, tra cui dieci centri di distribuzione, con il nuovo centro di Jesi che sarà l’undicesimo. A questi si aggiungono depositi di smistamento più piccoli, che garantiscono consegne capillari in tutta Italia.

La multinazionale ha anche sottolineato con orgoglio la percentuale di donne impiegate nei centri di distribuzione, pari al 35% contro il 22% del settore in generale. I pacchi provenienti dal centro di Jesi saranno indirizzati verso circa 200 destinazioni nel Centro-Sud Italia, con possibilità di estendersi anche verso alcuni paesi europei.