Chip, dall’Ue in arrivo due miliardi di euro per la STMicroelectronics di Catania

Il progetto consentirà lo sviluppo di chip al carburo di silicio, che saranno utilizzati ad esempio dall'industria automobilistica

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La Commissione europea ha approvato un piano di aiuti di Stato dell’Italia del valore di 2 miliardi di euro per sostenere la STMicroelectronics (ST) nella costruzione e gestione di un impianto integrato per la produzione di chip al carburo di silicio (SiC) a Catania. Bruxelles sottolinea che questa iniziativa “rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la sovranità digitale dell’Europa nel settore delle tecnologie dei semiconduttori, in linea con gli obiettivi del Chips Act europeo”.

I finanziamenti dell’Unione Europea

L’Italia aveva notificato alla Commissione nelle scorse settimane il suo piano di supportare il progetto Catania Campus di Stm per la costruzione e la gestione di un impianto integrato per la produzione di chip per dispositivi di potenza al carburo di silicio (SiC), che dovrebbe entrare in attività nel 2033. Il SiC è un materiale composito utilizzato per produrre quelli che in ingegneria vengono chiamati wafer, ovvero delle sottili fette di materiale semiconduttore sulla quale vengono realizzati dei chip. Questi sono utilizzati per produrre dispositivi elettrici ad alte prestazioni, con applicazioni nei veicoli elettrici, nelle stazioni di ricarica rapida, nelle energie rinnovabili e in altre applicazioni industriali.

Quelli che verranno prodotti a Catania saranno grandi appena 200 millimetri di diametro. L’impianto integrato coprirà tutte le fasi di produzione, dalla materia prima ai dispositivi finiti, inclusi transistor e moduli di potenza.

La società ha comunicato che gli obiettivi per il nuovo impianto sono l’avvio della produzione nel 2026 e il ramp-up alla piena capacità entro il 2033, con una produzione a regime di fino a 15mila wafer a settimana. Si prevede un investimento totale di circa 5 miliardi di euro, con un sostegno finanziario di circa 2 miliardi di euro da parte dello Stato italiano nel quadro del Chips Act dell’Unione Europea.

Catania già al centro di progetti legati ai microconduttori

Catania da tempo è in prima linea nella costruzione di microchip. La città siciliana ad aprile aveva vinto il bando per l’assegnazione di una delle quattro linee pilota per la microelettronica del futuro. Il Ministro delle Imprese Adolfo Urso aveva annunciato il via libera della Commissione europea per un investimento significativo, pari a quasi 400 milioni di euro, la maggior parte dei quali sarà destinata al sito guida nella Etna Valley. Nella prima fase, il progetto prevede la ricerca su materiali ad alta resistenza per i chip del futuro, necessari nei settori dell’automotive e dello spazio. Il progetto comprende fondi europei pari a 180 milioni di euro, oltre a ulteriori finanziamenti statali e privati, portando il totale a circa 360 milioni di euro, di cui 212 milioni destinati all’impianto di Catania.

Gli obiettivi della fabbrica

L’autorizzazione europea alla costruzione del centro a Catania è legata alla condizione che STMicroelectronics “contribuisca allo sviluppo sul territorio comunitario di chip da 200 millimetri di diametro”. L’Unione Europea intende infatti raddoppiare la propria quota manifatturiera di semiconduttori entro il 2030, portandola dal 9% al 20% del totale mondiale. Le altre condizioni poste dall’Ue sono quelle di garantire che il progetto avrà un chiaro impatto positivo, con effetti di ricaduta sulla catena del valore dei semiconduttori dell’Ue oltre la St e l’Italia e ideare corsi di formazione per aumentare il bacino di forza lavoro qualificata. La misura contribuirà a realizzare la transizione digitale e verde richiesta dall’Ue.

“Il finanziamento di 2 miliardi di euro approvato oggi sostiene un impianto integrato unico per i chip di carburo di silicio. Rafforzerà la catena di approvvigionamento europea dei semiconduttori e garantirà il nostro accesso a una fonte affidabile di chip efficienti dal punto di vista energetico utilizzati, ad esempio, nei veicoli elettrici e nelle stazioni di ricarica. Ciò sosterrà la nostra transizione digitale e verde e contribuirà a creare posti di lavoro altamente qualificati, limitando nel contempo possibili distorsioni della concorrenza”, ha affermato la Vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, che proprio oggi sarà in Italia per visitare il nuovo impianto di produzione di semiconduttori di STMicroelectronics a Catania.