Chip, via libera dell’Ue per un progetto pilota a Catania per innovare i semiconduttori

La strategia italiana sui chip continua a riscuotere risultati positivi, con un ulteriore passo avanti dopo la Fondazione di Pavia e l'annuncio di Silicon Box

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

L’Etna Valley si aggiudica una delle quattro nuove Linee pilota sui chip finanziate dall’Impresa comune sui semiconduttori (Chips Joint Undertaking). L’Unione Europea intende rafforzare il ruolo dell’UE nel mercato cruciale dei chip e ha annunciato il finanziamento di quattro nuove Linee pilota. L’Etna Valley ha avuto successo nell’ottenere uno di questi progetti, portando un’ottima notizia per l’Italia.

Il Mimit, l’organismo che promuove l’innovazione tecnologica nel nostro Paese, si è espresso con soddisfazione per questo risultato. È importante sottolineare che questa notizia arriva a meno di un mese dall’annuncio dell’investimento miliardario di Silicon Box in Italia.

Questi sviluppi positivi indicano un interesse crescente per l’Italia nel settore dei semiconduttori e dei chip, che può portare a ulteriori opportunità di crescita economica e tecnologica nel futuro.

Il ruolo chiave dell’European Chips Act

La trasformazione digitale sta permeando ogni aspetto della nostra società, alimentando un’inevitabile crescita della domanda di chip da parte dell’industria. I semiconduttori, veri e propri mattoni dell’era digitale, sono componenti cruciali in un’ampia gamma di prodotti, dagli smartphone alle automobili, dalle applicazioni mediche alle infrastrutture critiche per l’energia, la difesa, le comunicazioni e l’automazione industriale.

Per questo motivo, i semiconduttori rappresentano non solo un fattore chiave per lo sviluppo economico, ma anche un elemento centrale di forti interessi geostrategici e della corsa tecnologica globale.

Consapevole di ciò, l’Unione europea ha deciso di agire con decisione, approvando il 21 settembre 2023 il Chips Act. Questo piano ambizioso mira a salvaguardare la sicurezza dell’approvvigionamento di chip in Europa, rafforzare la resilienza della filiera produttiva e posizionare l’UE come leader tecnologico nel settore dei semiconduttori.

Il Chips Act prevede una serie di misure concrete, tra cui:

  • Raddoppiare la quota di mercato globale dell’UE nei semiconduttori al 20% entro il 2030.
  • Rafforzare le attività manifatturiere di chip in Europa.
  • Sostenere l’ecosistema europeo del design di semiconduttori.
  • Promuovere lo scale-up e l’innovazione lungo l’intera catena del valore dei semiconduttori.
  • Attrazione di investimenti in ricerca e sviluppo.

L’attuazione del Chips Act rappresenta un passo fondamentale per l’Europa nel suo percorso verso l’autosufficienza tecnologica e la leadership nel settore strategico dei semiconduttori.

Con questo piano ambizioso, l’Ue si propone di ridurre la dipendenza da attori esterni e di garantirsi un accesso sicuro e affidabile a queste componenti cruciali per il futuro della sua economia e della sua sicurezza.

L’Europa investe 1,67 miliardi nelle linee pilota

Nel contesto del Chips Act europeo, Bruxelles si impegna a competere con gli ingenti investimenti di USA e Cina nel settore cruciale della microelettronica. Le linee pilota, destinate a sperimentare e commercializzare tecnologie all’avanguardia, beneficiano di un finanziamento comune di 1,67 miliardi di euro, stanziato nel primo bando emesso recentemente. Altri tre segmenti del programma includono:

  • Sviluppo di chip a 2 nanometri
  • Chip a 7 nanometri ad alta efficienza energetica
  • Innovazioni nel campo del packaging avanzato

L’Italia, insieme ai suoi alleati, propone un progetto più piccolo del valore di circa 180 milioni di euro.

L’avvio delle quattro Linee pilota per i chip, Italia protagonista

La Chips Joint Undertaking (ChipsJU) ha annunciato i risultati delle quattro call per l’avvio delle Linee pilota, suscitando l’interesse del ministero per le imprese e il made in Italy (Mimit). Il Public Authorities Boards della ChipsJU ha pubblicato i quattro progetti selezionati, uno dei quali è guidato dall’Italia attraverso il Cnr di Catania.

Accanto al progetto italiano, si trovano altre iniziative promosse da CEA leti (Francia), Fraunhofer (Germania) e IMEC (Belgio), ma al loro interno non sono presenti altri soggetti italiani. Questa notizia sottolinea il ruolo di primo piano che l’Italia sta assumendo nel settore dei chip e dei semiconduttori, con il Cnr di Catania che guiderà una delle quattro Linee pilota selezionate.

Catania alla guida dell’innovazione dei chip, un successo italiano

“L’approvazione del progetto della Linea Pilota di Catania da parte delle istituzioni europee rappresenta un traguardo significativo, evidenziando le competenze industriali e la collaborazione istituzionale che possono posizionare l’Italia come leader nel settore a livello mondiale. La strategia italiana sui chip continua a dimostrarsi efficace. Dopo la creazione di Pavia e l’annuncio di Silicon Box, oggi si aggiunge un altro importante tassello: i chip diventano sempre più centrali nel nostro panorama produttivo, con la Valle dell’Etna che si afferma come protagonista delle nuove frontiere dell’innovazione tecnologica”.

Queste le parole pronunciate dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in seguito alla valutazione positiva della Chips Joint Undertaking europea sulle prime quattro linee pilota promosse nell’ambito del Chips Act, tra cui quella di Catania. Il progetto, guidato dall’Italia e realizzato insieme a Finlandia, Polonia, Svezia, Austria, Francia e Germania, prevede la creazione di un impianto altamente innovativo specializzato nella ricerca su prodotti basati su nuovi materiali come carburo di silicio e nitruro di gallio, fondamentali per applicazioni come automotive e rinnovabili.

Progetto pionieristico nel settore dei microsistemi

La Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Maria Chiara Carrozza, si è detta molto orgogliosa per il fatto che il progetto che sarà coordinato dal Cnr e prevede la realizzazione di un’infrastruttura chiave per il settore industriale della microelettronica, con particolare attenzione sull’area catanese. “Questa iniziativa – ha commentato Carrozza –  è resa possibile grazie agli investimenti continuativi del Cnr nel settore della microelettronica e dei microsistemi, che hanno creato la massa critica necessaria per sviluppare questa significativa opportunità per lo sviluppo economico e tecnologico del nostro Paese, destinato a svolgere un ruolo centrale in questo contesto. Inoltre, si inserisce in un contesto globale caratterizzato da una crescente domanda di semiconduttori e dalla loro importanza cruciale per l’industria tecnologica. In risposta a ciò, l’Europa ha varato il Chips Act, stanziando 43 miliardi di euro per raddoppiare entro il 2030 la produzione europea di chip e renderne autonomi gli Stati membri dalle forniture esterne all’Unione Europea”.

La strategia italiana sui chip dà i suoi frutti.

L’assegnazione della Linea Pilota a Catania dimostra l’efficacia della strategia italiana sui chip. Il Governo è impegnato a sostenere il settore, favorendo gli investimenti e l’innovazione. L’obiettivo è quello di posizionare l’Italia come leader globale nella produzione di semiconduttori, componenti essenziali per l’economia digitale.

La realizzazione della Linea Pilota porterà notevoli benefici all’Etna Valley, che si consolida come polo d’innovazione di riferimento a livello internazionale. L’arrivo di nuove tecnologie e di importanti investimenti genererà nuove opportunità di lavoro e di sviluppo per il territorio.

Italia in prima linea nella microelettronica, il progetto da 360 milioni per Catania

Il progetto italiano sui chip, guidato dal Cnr di Catania (IMM), come anticipato, è stato selezionato insieme a quelli di importanti centri di ricerca europei in Francia, Germania e Belgio, posizionando l’Italia in un gruppo esclusivo di leader nel campo della microelettronica. La scelta del Cnr di Catania come ente guida è stata motivata dalla sua consolidata esperienza nella ricerca in questo settore.

Il progetto coinvolge anche altri partner italiani di eccellenza: la Fondazione Chips.IT di Pavia, la Fondazione Bruno Kessler e il consorzio interuniversitario IUNET. Il costo totale del progetto ammonta a 360 milioni di euro, che sarà suddiviso equamente tra i fondi comunitari e quelli forniti dagli Stati partecipanti alla proposta. L’Italia riceverà la quota più ampia di finanziamento, pari a 212 milioni di euro, di cui 106 milioni provenienti dalla Comunità Europea, 53 milioni dal MUR e una quota equivalente dal MIMIT. Di questa somma, circa 190 milioni di euro saranno destinati al Consiglio Nazionale delle Ricerche per la realizzazione della linea pilota, che avverrà tramite le competenze dell’Istituto di Microelettronica e Microsistemi (Cnr-Imm).

Verso l’autosufficienza tecnologica dell’Europa nel settore dei semiconduttori

Le Linee Pilota, vere e proprie fucine di ricerca per microchip avanzati, rappresentano un elemento chiave del Chips Act europeo, nato per garantire il vantaggio tecnologico e competitivo dell’Europa in questo settore strategico.

L’Unione Europea, come abbiamo visto, ha stanziato 1,67 miliardi di euro per la promozione e la creazione di queste strutture all’interno dell’Unione, cifra che raddoppierà a circa 3,3 miliardi di euro con il coinvolgimento dei finanziamenti degli Stati membri.

L’obiettivo è quello di colmare il divario tra la fase di ricerca e sviluppo e la produzione su larga scala, favorendo l’innovazione e l’autosufficienza tecnologica europea nel campo dei semiconduttori.

La costruzione del centro di ricerca che, come abbiamo anticipato, coinvolgerà il Cnr, altri partner italiani ed europei e aziende, inizierà nel 2025, a seguito della formalizzazione dei contratti. Un passo importante per il futuro dell’Europa e per la sua leadership nel settore tecnologico.

Impatto della linea pilota italiana sulla microelettronica

“Il progetto rappresenta il culmine di un percorso decennale finalizzato a ridurre i tempi di sviluppo nell’ambito dei semiconduttori, consentendo un efficace trasferimento delle consolidate competenze dalla ricerca di base alle tecnologie emergenti. L’infrastruttura sarà disponibile per il settore produttivo regionale e nazionale, svolgendo un ruolo cruciale per le piccole e medie imprese attive nel settore della microelettronica. Queste imprese avranno l’opportunità di sviluppare dispositivi innovativi basati su nuovi materiali, potenziando così la loro capacità di produrre piccole serie a costi contenuti,” ha affermato Stefano Fabris, direttore del Dipartimento di Scienze Fisiche e Tecnologie per la Materia del Cnr (Cnr-Dsftm).

“Anche le grandi aziende trarranno notevoli vantaggi dalla presenza di questa linea pilota, poiché avranno la possibilità di sperimentare le tecnologie di prossima generazione. Inoltre, l’importante investimento previsto per la Linea Pilota italiana avrà un impatto significativo sul territorio, promuovendo l’occupazione, stimolando l’insediamento di nuove attività imprenditoriali e alimentando lo sviluppo industriale in un settore di eccellenza come la microelettronica, già ampiamente rappresentato nell’area”.

Strategia italiana per l’innovazione dei microchip

Durante la conferenza stampa tenutasi lo scorso febbraio per illustrare la riunione ministeriale del G7 Industria e Spazio prevista per marzo, il Ministro Urso ha delineato i prossimi passi della strategia italiana per i chip. Ha annunciato che il governo è pronto a fornire “4,75 miliardi di euro di incentivi su più anni alle multinazionali che intendono stabilirsi nel Paese e sviluppare progetti industriali legati alla microelettronica. Siamo convinti che alcune di queste multinazionali vorranno stabilirsi nel Paese a breve”.

Urso ha menzionato l’istituzione della Fondazione per i Chip a Pavia e la possibile partecipazione di Intel, la cui presenza è stata però definitivamente smentita il mese scorso. “Sia questo governo che il precedente hanno fatto tutto il possibile per attrarre Intel. Tuttavia, è l’azienda stessa che ha rivisto i suoi piani, rinunciando ad alcuni dei suoi progetti più avanzati. Se desiderasse completare il suo progetto in Europa, con la ricerca in Francia e le nuove tecnologie in Italia, noi saremmo disponibili”, ha dichiarato Urso durante la conferenza stampa a marzo, al termine dei lavori del G7 Industria.

Attualmente, l’attenzione è rivolta verso l’importante investimento di 3,2 miliardi di euro da parte di Silicon Box, azienda asiatica, per avviare un impianto produttivo di chiplet, il primo del suo genere in Europa. La sua ubicazione esatta non è ancora stata confermata, ma tre regioni italiane sono in lizza: Lombardia, Piemonte e Veneto.

Strategie italiane sui semiconduttori, focus sulle nicchie di eccellenza

L’Italia sta attuando una strategia mirata per il settore dei chip, aggiungendo un nuovo elemento alla sua iniziativa governativa. Nonostante il ritardo rispetto ad altri paesi e alle loro maggiori risorse, il governo italiano sta lavorando per avanzare in questo ambito. Le iniziative già avviate includono il credito d’imposta per la ricerca e la creazione del centro per il design dei semiconduttori – Fondazione Chips.it – che verrà istituito a Pavia per facilitare il collegamento tra ricerca e industria, con il compito di coordinare le attività dello stabilimento pilota di Catania.

Ciò che manca ancora è una componente produttiva, un ambito in cui Germania, Francia e Spagna hanno stanziato miliardi di aiuti di Stato per attrarre le grandi multinazionali del settore sul loro territorio. Piuttosto che competere in una gara al rialzo per attirare superfabbriche, l’Italia si sta concentrando sulle sue aree di competenza, cercando di espanderle. Questa strategia potrebbe essere meno ambiziosa, ma potenzialmente più realistica.

ChipsJU, un salto avanti per l’europa nella microelettronica

Il programma “ChipsJU” rappresenta un’iniziativa internazionale che armonizza le risorse dell’Unione Europea, inclusi Horizon Europe e Digital Europe, con quelle degli Stati membri e del settore privato, al fine di promuovere lo sviluppo di transistor all’avanguardia, processori efficienti dal punto di vista energetico e chip quantistici. Il programma ha stanziato inizialmente 1,67 miliardi di euro per avviare bandi destinati alle organizzazioni che vogliono creare linee pilota negli Stati membri, focalizzandosi su quattro tecnologie chiave: “Fully Depleted Silicon on Insulator”, “Leading-edge nodes below 2nm”, “Heterogeneous system integration and assembly”, “Wide-band semiconductors”. A medio e lungo termine, la campagna “Chip per l’Europa” implementerà finanziamenti significativi e iniziative per potenziare l’innovazione e la produzione all’interno dell’Ue. Vittorio Privitera, direttore del Cnr-Imm, sottolinea che l’Italia è tra i pionieri nell’adottare il Chips Act Europeo, rafforzando così la propria posizione strategica nel campo della microelettronica e dei semiconduttori.