Chips Act, entra in vigore il regolamento sui chip

È entrato in vigore il Chips Act europeo, con una serie di misure per garantire la sicurezza nell’approvvigionamento, la resilienza e la leadership dell’UE nell’ambito delle tecnologie e delle applicazioni dei semiconduttori.

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Il Chips Act europeo si pone come obiettivo il rafforzamento delle attivita’ di produzione dei semiconduttori nell’Unione, stimolandone l’ecosistema di progettazione europeo, sostenendo l’espansione e l’innovazione di tutta la value chain.

È nel discorso sullo stato dell’Unione 2021, pronunciato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che viene definita per la prima volta una strategia comune europea dei semiconduttori, per settore.

Bisognera’ attendere febbraio 2022, perche’, insieme al regolamento sui chip, la Commissione pubblichi un’indagine mirata ai portatori di interessi al fine di raccogliere informazioni dettagliate sulla domanda di chip, per comprendere meglio gli effetti della carenza di chip sull’industria europea.

Nell’aprile 2023 il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE raggiungono un accordo politico in merito al regolamento.

Le misure adottate aiuteranno l’Europa a conseguire gli obiettivi del programma strategico per il Decennio digitale 2030, promuovendo un’Europa più verde, più inclusiva e digitale.

L’Unione europea ribadisce, con questo atto, le sue mire: raddoppiare l’attuale quota di mercato a livello mondiale, toccando quota 20% nel 2030.

I semiconduttori sono componenti essenziali per la realizzazione dei prodotti, soprattutto digitali, interessando trasversalmente una molteplicità di industrie, ma, soprattutto, attirando forti interessi geostrategici.

L’Europa e il mercato dei chip

L’UE vanta una lunga e proficua collaborazione con l’industria nel quadro di diversi programmi e azioni di ricerca, sviluppo e innovazione nel campo dei semiconduttori, quali ECSEL e il partenariato per le tecnologie digitali fondamentali (KDT).

Il Consiglio europeo per l’innovazione (CEI), che sostiene investimenti in capitale proprio nelle innovazioni pionieristiche, sta già investendo nella creazione di ecosistemi dei semiconduttori dinamici e resilienti nell’ambito delle sue attività.

Ridurre i costi e i tempi di progettazione dei nuovi chip, ridurre al minimo il consumo di energia e i rifiuti generati durante la fabbricazione, rendere i chip più rapidi ed efficienti sono solo alcuni esempi di obiettivi del portafoglio di finanziamenti del CEI.

Attraverso il sistema dell’acceleratore, il CEI rafforzerà il sostegno alle start-up e alle PMI dotate di potenziale innovativo nel settore dei semiconduttori e delle tecnologie quantistiche, aiutandole a maturare le loro innovazioni e ad attirare gli investitori.

Un numero significativo di Stati membri sta preparando attualmente un nuovo importante progetto di comune interesse europeo (IPCEI) sulla microelettronica e sulle tecnologie della comunicazione.

IPCEI è uno strumento di aiuti di Stato per gli Stati membri, che consente il cofinanziamento pubblico a condizione che si tratti di grandi progetti transfrontalieri integrati, intesi a superare i fallimenti del mercato e a rendere possibili innovazioni pionieristiche in settori e tecnologie chiave, fino alla prima applicazione industriale, come pure importanti investimenti infrastrutturali, con ricadute positive per l’economia dell’UE in generale.

Il settore dei semiconduttori, nell’UE, è caratterizzato da un’intensa attività di ricerca e sviluppo. Le principali imprese del settore reinvestono oltre il 15% delle loro entrate nella ricerca sulle tecnologie di prossima generazione.

L’Europa è sede di organizzazioni di ricerca e tecnologia, leader a livello mondiale e di istituti di ricerca e università di eccellenza, all’avanguardia nel progettare e applicare tecniche per la produzione di chip, tra i più avanzati al mondo.

Il continente europeo offre, inoltre, materiali e attrezzature necessarie per il funzionamento di grandi impianti di produzione di chip e molte delle sue imprese svolgono un ruolo essenziale lungo l’intera catena di approvvigionamento.

Tuttavia, se l’Europa presenta molti punti di forza nella value chain dei semiconduttori, emergono, al contempo, anche alcuni punti deboli.

L’Europa detiene una quota inferiore al 10% sul mercato globale dei semiconduttori e dipende fortemente dai fornitori dei paesi terzi.

In caso di gravi perturbazioni della catena di approvvigionamento globale, le riserve di chip europee in alcuni settori industriali, come quello automobilistico o dei dispositivi sanitari, potrebbero esaurirsi in pochissimo tempo, anche qualche settimana, paralizzando molte industrie europee.

I tre pilastri

Il Chips Act europeo si articola su tre pilastri:

Il primo pilastro, “Chip per l’Europa”:

  1. consolida la leadership tecnologica dell’Europa
  2. facilita il trasferimento di conoscenze “dal laboratorio alla fabbrica”
  3. colma il divario tra la ricerca e l’innovazione e le attività industriali
  4. promuove l’industrializzazione delle tecnologie innovative da parte delle imprese europee.

L’iniziativa “Chip per l’Europa”, attuata principalmente nel quadro del Chips Joint Undertaking, sarà sostenuta con 3,3 miliardi di euro di fondi dell’UE, integrati da fondi degli Stati membri.

Questi investimenti sosterranno attività quali:

  • la creazione di linee di produzione pilota avanzate per accelerare l’innovazione e lo sviluppo tecnologico
  • lo sviluppo di una piattaforma di progettazione basata sul cloud
  • l’istituzione di centri di competenza
  • lo sviluppo di chip quantistici
  • la creazione di un fondo per i chip per facilitare l’accesso al finanziamento tramite capitale e tramite debito.

Il secondo pilastro incentiva gli investimenti pubblici e privati negli impianti di produzione a favore dei produttori di chip e dei loro fornitori.

L’obiettivo principale e’ quello di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento attirando investimenti e rafforzando le capacità produttive nel settore della fabbricazione di semiconduttori in Europa. Pertanto, delinea un quadro per la realizzazione di impianti di produzione integrata e fonderie aperte dell’UE, nuove per un contesto come quello europeo.

Il terzo pilastro istituisce un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione per rafforzare la collaborazione con gli Stati membri e tra di essi, monitorando l’approvvigionamento di semiconduttori, stimando la domanda, prevedendo le carenze e, se necessario, attivando una fase di crisi.

Il 18 aprile di quest’anno è stato istituito, come primo passo, un sistema di allarme sui semiconduttori, che consente ai portatori di interessi di segnalare le perturbazioni della catena di approvvigionamento dei semiconduttori.

 Il Chips Act nel tempo

Il Chips Act rappresenta un’opportunità unica per un’azione congiunta europea in tutti gli Stati membri, a vantaggio dell’Europa nel suo complesso. La carenza di chip costituisce un problema sistematico per il quale non esiste una soluzione rapida.

A breve termine, si desidera consentire un immediato coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione. Ciò permetterà di discutere e decidere in merito a misure di risposta alle crisi tempestive e proporzionate, se ritenuto necessario.

A medio termine, il Chips Act rafforzerà le attività manifatturiere nell’Unione e sosterrà l’espansione e l’innovazione nell’intera catena del valore, nell’ottica di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e un ecosistema più resiliente.

Nel lungo termine, il Chips Act manterrà la leadership dell’Europa in campo tecnologico, preparando, nel contempo, le capacità tecnologiche necessarie per sostenere il trasferimento di conoscenze dai laboratori alla produzione e per far sì che l’Europa diventi leader tecnologico.

Investimenti per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento nell’UE

Per salvaguardare la sicurezza dell’approvvigionamento nell’UE, la resilienza della catena di approvvigionamento come pure le ricadute e le interazioni a livello di ecosistema, sono indispensabili investimenti in nuovi impianti di produzione avanzati, che genereranno al tempo stesso importanti effetti positivi per l’economia in generale.

Per attirare questi investimenti, il Chips Act fornisce la definizione di due tipi di impianti che si pensa contribuiscano alla sicurezza dell’approvvigionamento in Europa.

Si tratta:

  • delle cd. “fonderie aperte dell’UE“, ovvero impianti che progettano e producono componenti principalmente per altri attori industriali
  • dei cd. “impianti di produzione integrata“, ossia industrie che progettano e producono componenti per il proprio mercato. Tali impianti devono essere i primi nel loro genere in Europa e il loro operatore dovrebbe impegnarsi a continuare a investire nell’innovazione nel settore dei semiconduttori nell’Unione.

Il riconoscimento come uno dei due tipi di impianto comporta una serie di vantaggi e consente di accedere alla procedura accelerata di rilascio delle autorizzazioni negli Stati membri per la costruzione e la gestione degli impianti.

Il riconoscimento come fonderie aperte dell’UE o impianti di produzione integrata permette, a determinate condizioni, di accedere in via prioritaria alle linee pilota istituite nell’ambito dell’iniziativa “Chips for Europe“.

Per raggiungere la sicurezza dell’approvvigionamento nell’Unione, gli Stati membri possono offrire un sostegno pubblico a tali impianti, fatte salve le norme in materia di aiuti di Stato. Ai fini della sua valutazione degli aiuti di Stato la Commissione, ove opportuno, terrà conto degli effetti positivi di tali impianti per l’ecosistema europeo.

Gli investimenti privati in impianti di produzione di chip possono richiedere un sostegno pubblico. Tenuto conto delle barriere all’ingresso estremamente elevate e dell’intensità di capitale che caratterizzano il settore, la Commissione può valutare l’opportunità di autorizzare gli aiuti per tali impianti direttamente ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE.

Questa disposizione consente alla Commissione di autorizzare gli aiuti di Stato destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività economiche, a condizione che gli effetti positivi di tali aiuti siano superiori al loro potenziale impatto negativo sugli scambi e sulla concorrenza.

Nella sua valutazione la Commissione deve verificare in particolare che gli aiuti:

  • abbiano un “effetto di incentivazione” e siano necessari. Ciò significa che gli aiuti di Stato possono essere concessi solo per sostenere un progetto che non sarebbe realizzato nell’Unione senza sostegno pubblico
  • siano adeguati, vale a dire che non esistono altri strumenti alternativi meno distorsivi per la concorrenza
  • siano proporzionati e limitati al minimo necessario.

Per garantire che gli effetti positivi degli aiuti di Stato superino quelli negativi occorre tenere conto, tra l’altro, del fatto che:

  • gli impianti saranno i primi nel loro genere in Europa, vale a dire che non esistono ancora impianti equivalenti in Europa.
  • gli impianti finanziati non escluderanno le iniziative private esistenti o per le quali sono stati assunti impegni
  • il sostegno pubblico copre fino al 100 % di un deficit di finanziamento comprovato, ossia l’importo minimo necessario per garantire che tali investimenti siano realizzati in Europa.

In base a una valutazione del merito di ciascun singolo caso saranno presi in considerazione ulteriori effetti positivi per compensare i rischi di distorsione della concorrenza, tra cui:

  • il rafforzamento della catena del valore dei semiconduttori, per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento a favore delle imprese europee che utilizzano chip nei loro prodotti. A tale proposito sarà importante l’impegno a soddisfare gli ordini prioritari dell’UE
  • un contributo positivo in termini di attrazione di manodopera qualificata in Europa
  • un impatto positivo sull’innovazione in Europa, che apporti benefici alle PMI e agli utilizzatori finali. A tale riguardo conterà anche l’impegno a investire nell’innovazione previsto nella proposta di legge sui semiconduttori ai fini del riconoscimento delle fonderie aperte dell’UE e degli impianti di produzione integrata.

“Chips for Europe”

L’iniziativa, che costituisce una parte importante del pacchetto complessivo di finanziamenti per la legge sui semiconduttori, raccoglierà 11 miliardi di euro di investimenti pubblici dell’Unione e degli Stati membri fino al 2030 e mobiliterà ingenti investimenti privati.  Altre attività di finanziamento, attraverso un nuovo fondo UE per i chip, contribuiranno al capitale proprio delle start-up e delle scale-up del settore, per un valore complessivo previsto di 2 miliardi di euro.

L’iniziativa “Chips for Europe” mira a rafforzare le capacità tecnologiche e di innovazione dell’UE nel settore dei semiconduttori e a garantire la leadership tecnologica europea in materia di chip a medio e lungo termine. Garantirà la diffusione in tutta Europa di strumenti per la progettazione di semiconduttori avanzati, di linee pilota per realizzare prototipi della prossima generazione di chip e di impianti di prova per applicazioni innovative delle tecnologie più recenti nel campo dei chip. Svilupperà, inoltre, tecnologie avanzate e capacità di ingegneria nel campo dei chip quantistici.

“Chips for Europe” sarà attuata dai programmi Europa digitale e Orizzonte Europa, utilizzando per la maggior parte delle sue azioni la nuova impresa comune UE per i chip.

Il programma Europa digitale sostiene lo sviluppo di capacità digitali in settori digitali chiave. Si tratta dei casi in cui la tecnologia dei semiconduttori contribuisce a migliorare le prestazioni, in particolare il calcolo ad alte prestazioni, l’intelligenza artificiale e la cybersicurezza, come pure lo sviluppo delle competenze e la diffusione dei poli dell’innovazione digitale.

Il programma Orizzonte Europa sostiene attività intensive precompetitive di ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione nel settore dei materiali e dei semiconduttori.

L’iniziativa si baserà sulla leadership dell’Europa nel campo della ricerca, utilizzando anche le capacità dei suoi centri di ricerca di punta, dei principali fornitori di attrezzature di produzione e dei settori utilizzatori più forti.

L’iniziativa “Chips for Europe” sosterrà interventi in materia di istruzione, formazione, qualificazione e riqualificazione.

Gli interventi incideranno sull’accesso a programmi post-universitari nel settore della microelettronica, a corsi di formazione di breve durata, a tirocini e programmi di inserimento professionale e ad apprendistati e corsi di formazione in laboratori avanzati. L’iniziativa sosterrà, inoltre, una rete di centri di competenza situati in tutta Europa. L’obiettivo è aumentare la disponibilità di tirocini e apprendistati, sensibilizzare gli studenti in merito alle opportunità che offre il settore e sostenere borse di studio specifiche per master e dottorati, anche al fine di aumentare la partecipazione femminile.

Il regolamento sulle imprese comuni Chip (IC)

E’ entrato in vigore, anche, il regolamento relativo alle imprese comuni “Chip” (IC), che consente di iniziare l’attuazione della parte principale dell’iniziativa “Chip per l’Europa”, ovvero il primo pilastro e anche il fondo per i chip avvierà le sue attività.

Con l’entrata in vigore del regolamento sui chip, inizieranno formalmente anche i lavori del Consiglio europeo dei semiconduttori di recente istituzione, che costituirà la piattaforma chiave per il coordinamento tra la Commissione, gli Stati membri e i portatori di interessi.

Nell’ambito del secondo pilastro l’industria potrà presentare domanda per gli impianti “primi nel loro genere” pianificati per ottenere lo status di “impianto di produzione integrata” (IPF) o di “fonderia aperta dell’UE” (OEF), consentendo l’istituzione e l’operatività di tali strutture all’interno dell’Unione, per un approccio semplificato alle domande amministrative e alle autorizzazioni.

Gli impianti dovranno rispettare i criteri per garantire il loro contributo agli obiettivi dell’UE e la loro affidabilità in quanto fornitori di chip in tempi di crisi.

L’impatto a livello internazionale

Migliorando la sicurezza della propria catena di approvvigionamento e sfruttando la sua capacità di progettare e produrre semiconduttori potenti ed efficienti sotto il profilo delle risorse, l’UE contribuisce al riequilibrio della catena di approvvigionamento globale dei semiconduttori.

L’obiettivo generale dell’UE è soddisfare la domanda mondiale, che aumenterà in misura sostanziale, e conquistare la sua quota di un mercato in crescita.

L’Europa punterà a creare, inoltre, partenariati equilibrati nel settore dei semiconduttori con Paesi che condividono gli stessi principi. L’obiettivo di tali partenariati sarà cooperare su iniziative di reciproco interesse e garantire la continuità dell’approvvigionamento in tempi di crisi.

Al tempo stesso l’UE dovrebbe essere preparata per eventuali cambiamenti improvvisi della situazione politica o crisi impreviste, che potrebbero minacciare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE.

Il pacchetto di strumenti di risposta alla crisi previsto dalla legge UE sui semiconduttori fornirebbe all’Unione i mezzi necessari per affrontare tali situazioni e, in ultima istanza, per garantire la resilienza complessiva dell’Europa.