Cos’è la Building Automation e differenze con la domotica

La building automation si differenzia dalla più nota domotica per i campi di applicazione: riguarda infatti interi edifici, anche commerciali e industriali

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Si definisce building automation un sistema integrato che automatizza e gestisce centralmente vari impianti tecnologici di un edificio, come quelli di riscaldamento, ventilazione, climatizzazione (Hvac), illuminazione, sicurezza e altre infrastrutture. Può essere centralizzato o decentralizzato e permette di ottimizzare l’efficienza energetica, migliorare il comfort degli occupanti e garantire una maggiore sicurezza. A differenza della domotica, che si applica principalmente agli ambienti domestici, la building automation interessa anche edifici commerciali, industriali e pubblici, con un controllo avanzato e una gestione ottimizzata su larga scala.

Com’è fatto un sistema di bulding automation

Un sistema di building automation comprende diverse componenti:

  • sensori che rilevano parametri ambientali come temperatura, umidità e presenza di persone;
  • controller che elaborano i dati ricevuti dai sensori e inviano comandi ai vari impianti;
  • attuatori che eseguono i comandi inviati dai controller per regolare gli impianti;
  • protocolli di comunicazione che facilitano lo scambio di informazioni tra le diverse componenti del sistema;
  • interfacce utente che consentono agli utenti di monitorare e controllare il sistema.

Ognuna di queste può essere più o meno avanzata tecnologicamente e i software possono essere alimentati dall’intelligenza artificiale o essere sempre connessi a internet per essere controllati da remoto.

Che differenza c’è con la domotica

Benché la domotica e la building automation siano spesso confuse, rappresentano due concetti distinti con ambiti di applicazione diversi. La domotica riguarda principalmente l’automazione delle abitazioni residenziali. Consiste nell’integrazione di dispositivi intelligenti che migliorano l’efficienza e il comfort domestico, come termostati smart, luci controllabili a distanza e sistemi di sicurezza per la casa. L’obiettivo principale della domotica è rendere la gestione della casa più semplice e comoda per gli abitanti, con un focus su soluzioni individuali e su scala ridotta.

La building automation, invece, pur sfruttando tecnologie simili, a iniziare dall’internet delle cose, si applica a edifici di grandi dimensioni come uffici, edifici commerciali, industriali e pubblici. Utilizza sistemi avanzati per il controllo centralizzato e la gestione integrata di impianti tecnologici complessi, come riscaldamento, ventilazione, climatizzazione (HVAC), illuminazione e sicurezza.

L’obiettivo, in questo caso, è ottimizzare l’efficienza energetica, ridurre i costi operativi e migliorare la sostenibilità dell’intera struttura. Non è dunque la comodità e la semplicità gestionale di un singolo nucleo abitativo.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi

Per riassumere, è bene dire che grazie alla building automation si hanno grandi vantaggi in termini di:

  • efficienza energetica, dato che i sistemi ottimizzano il consumo energetico regolando automaticamente l’illuminazione, il riscaldamento e la climatizzazione in base all’occupazione e alle condizioni ambientali, riducendo significativamente i costi energetici e le emissioni di Co2;
  • comfort e benessere, grazie a temperatura, umidità e illuminazione sempre sotto controllo per creare un ambiente ideale e sistemi che migliorano la qualità dell’aria dell’edificio;
  • sicurezza, grazie a telecamere di sorveglianza, sistemi di allarme antincendio e controllo degli accessi;
  • facilità di monitoraggio da remoto degli impianti, con l’individuazione tempestiva di guasti o malfunzionamenti, programmazione automatica di interventi di manutenzione predittiva e conseguente riduzione dei tempi di inattività e dei costi di riparazione;
  • valorizzazione immobiliare, con le singole unità abitative o commerciali che possono essere vendute a prezzi più alti.

Ci sono però anche importanti svantaggi:

  • costi iniziali elevati per l’acquisto, l’installazione e la configurazione dei dispositivi e dei sistemi digitali;
  • complessità tecnica in termini di progettazione, installazione e manutenzione, che richiedono competenze avanzate e una formazione specifica, limitando la disponibilità di figure presenti sul territorio;
  • dipendenza dalla tecnologia, che può influire negativamente sulle prestazioni dell’edificio in caso di problemi tecnici o malfunzionamenti della rete;
  • fragilità in termini di sicurezza informatica, con la protezione dei dati che diventa una priorità per proteggere l’edificio da attacchi hacker che potrebbero mette a rischio anche i dati personali e bancari dei suoi abitanti o delle società che vi operano.

Quanto costa la building automation

I costi per l’implementazione di un sistema di building automation possono variare notevolmente in base alla complessità del sistema e alle specifiche esigenze dell’edificio. L’investimento iniziale può essere significativo, ma i risparmi ottenuti grazie alla maggiore efficienza energetica e alla riduzione dei costi operativi possono renderlo conveniente nel medio e nel lungo termine. I consumi energetici, ad esempio, possono essere ridotti fino al 30%.

Gli impianti domotici possono arrivare a costare tra i 5mila e i 10mila euro per unità abitativa o commerciale di circa 150 metri quadri. È facile immaginare dunque i costi per edifici con 10 o 20 appartamenti, uffici o negozi, che oltre a implementare i sistemi domotici avranno anche pannelli di controllo centralizzati e sistemi di sicurezza e ottimizzazione avanzati con funzioni globali.

I bonus per la building automation

Rientrano nei bonus per la building automation tutti i bonus per la domotica e le detrazioni per l’efficientamento energetico di case ed edifici. A titolo di esempio si possono citare:

  • bonus automazione (noto anche come bonus domotica), con una detrazione fino al 65% delle spese sostenute e fino a 15mila euro per unità immobiliare, erogati sotto forma di detrazione Irpef suddivisa in 10 quote annuali;
  • ecobonus fino al 65% e 100mila euro, che copre interventi di riqualificazione energetica, compresa l’installazione di impianti tecnologici di monitoraggio;
  • superbonus al 70%, che deve includere interventi trainanti e trainati come l’isolamento termico e la sostituzione di impianti di climatizzazione a cui la building automation può essere associata;
  • sismabonus 70% o 85%, in base alla classe di rischio, e fino a 96mila euro, che comprende la building automation se finalizzata alla messa in sicurezza degli edifici che si trovano in aree colpite da terremoti;
  • bonus barriere architettoniche al 75% e fino a 50mila euro, che comprende i sistemi di automazione se finalizzati all’abbatimento di ostacoli fisici per le persone con disabilità;
  • bonus ristrutturazioni al 50% e fino a 96mila euro, finalizzato al recupero del patrimonio edilizio.

Prima di procedere con i lavori di installazione della building automation, è bene consultare degli esperti per capire in che modo sfruttare i bonus statali che vengono messi a disposizioni dei cittadini italiani per il rinnovo della casa e degli edifici commerciali, considerando a quali interventi e a quali investimenti dare la priorità e quali devono essere necessari per rientrare nelle spese dei nuovi impianti tecnologici.