A due giorni dal voto, in una giornata già particolarmente movimentata – perché sono tante in tutta Italia le scuole che restano chiuse già venerdì per le elezioni di domenica, o che comunque fanno orario ridotto – la scuola rischia il caos per via di un nuovo sciopero.
La FLC ha indetto uno sciopero della scuola proprio per venerdì 23 settembre in occasione del Global Strike 2022 per il Clima, #PeopleNotProfit lanciato da Fridays For Future. Uno sciopero che coinvolge tutti i lavoratori del comparto istruzione e ricerca – dalla scuola all’università – compresa l’area dirigenziale e i docenti universitari, oltre che la formazione professionale e le scuole non statali.
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I motivi dello sciopero della scuola il 23 settembre
La drammatica alluvione nelle Marche – scrivono i sindacati – rendono “indifferibile” fare qualcosa. L’improvviso temporale che si è abbattuto su Senigallia e nell’entroterra marchigiano, con il tragico bilancio di 11 morti e 2 dispersi, ha reso evidente sia la forza dei cambiamenti climatici in corso sia la necessità di ripensare il nostro rapporto con il territorio e i suoi rischi.
Anche la morte di un ragazzino in una piccola fabbrica di Noventa di Piave, Giuliano, studente del 5° anno di un istituto tecnico, mentre svolgeva la sua alternanza scuola/lavoro, richiede – secondo i sindacati – un ripensamento di queste strategie.
“Due eventi, un modello di sviluppo. Possono sembrare due eventi tra loro sconnessi: un intero territorio devastato da eventi sulla carta imprevedibili ma sempre più frequenti, un isolato incidente sul lavoro in una piccola fabbrica. Eppure, non è così” scrive la FLC in una nota.
“Alle spalle della devastazione nelle Marche c’è un’accumulazione estensiva e predatoria, che da decenni surriscalda l’ambiente sopra ogni soglia di attenzione, occupa il territorio senza attenzioni all’ambiente e alla sicurezza.
Alle spalle della morte di Giuliano, solo qualche mese dopo quelle di Lorenzo e Giuseppe, c’è l’idea assurda che ogni posto di lavoro possa rappresentare una occasione formativa a prescindere dai livelli di rischio e dai contenuti del contesto in cui si svolge”.
Per questo i sindacati rilanciano la mobilitazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per una radicale revisione del rapporto tra istruzione e lavoro, per l’abrogazione dell’obbligatorietà del PCTO in favore dell’istruzione integrata.
“Il 23 settembre lo sciopero nazionale per il clima, persone e non profitti, è un’importante occasione di portare queste ragioni e questi obbiettivi nelle piazze di tutto il Paese”. L’Agenda climatica per l’immediato futuro di Friday for Future pone infatti in campo richieste concrete per una svolta nelle politiche economiche e ambientali che chiedono anche diverse politiche sociali: diritti, sicurezza e riduzione dell’orario del lavoro.
Cosa deve garantire la scuola in caso di sciopero
Ricordiamo che, in caso di sciopero della scuola e degli altri servizi pubblici essenziali, la Legge 146/90 prevede che il dirigente del servizio, scolastico in questo caso, formi un gruppo minimo – il cosiddetto contingente – di lavoratori che non sciopera per garantire le prestazioni indispensabili e i servizi minimi. Nella scuola si formano contingenti solo per il personale ATA o gli educatori di convitti o educandati e solo in determinate circostanze.
Non è previsto alcun contingente per i docenti. E non è considerata prestazione indispensabile l’apertura della scuola, né la generica vigilanza all’ingresso o all’interno della scuola o di tutti i plessi. Non è previsto nessun obbligo di svolgimento di attività di segreteria, salvo alcune eccezioni.