Mascherina sul lavoro, caos dipendenti pubblici: chi deve portarla

La circolare emanata dal ministro Brunetta cerca di chiarire tutte le novità in vigore dal 1°maggio: rimangono i dubbi dei dipendenti degli uffici statali

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Redazione

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Come ripetuto a più riprese dai virologi, la pandemia non è ancora finita. Però sono molti i passi avanti verso la normalità, ottenuti anche grazie all’inizio della campagna della quarta dose del vaccino Covid. Questo nonostante la proroga dell’obbligo di mascherina fino al 15 giugno tramite una ordinanza emanata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che contiene la raccomandazione all’utilizzo nei luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico, senza tuttavia prevedere alcun obbligo specifico.

In questi giorni invece è stato il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, a firmare ed emanare una circolare indirizzata a tutte le amministrazioni pubbliche in cui vengono sviscerati i dettagli della nuova normativa (in vigore dal 1° maggio) per quanto riguarda il comportamento dei dipendenti statali.

Le regole per i lavoratori della Pubblica amministrazione

In merito all”uso della mascherina sul lavoro “con la circolare ho fornito solo indicazioni generali, perché spetta alle singole amministrazioni impartire le necessarie misure operative. Di certo non c’è l’obbligo di mascherina, ciascuno sarà responsabile. È bene anche dire basta alle prescrizioni onnicomprensive. Facciamo riferimento al grande senso di responsabilità dimostrato da tutti gli italiani”, ha spiegato il ministro di Forza Italia ai microfoni di Radio Uno.

Nel testo della circolare emanata sull’uso della mascherina negli uffici pubblici da parte del suo dicastero, si legge come “l’uso delle mascherine Ffp2 negli uffici pubblici è raccomandato, in particolare, per il personale a contatto con il pubblico sprovvisto di idonee barriere protettive”. I lavoratori più esposti alle relazioni interpersonali sono dunque invitati a non abbandonare i dispositivi di protezione individuale.

Dalla mensa agli ascensori, ecco dove va indossata la mascherina

Ma la stessa raccomandazione vale anche “per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni, per chi condivide la stanza con personale fragile o con attestata immunodeficienza”, ma anche “negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti”. La mascherina è raccomandata – secondo quanto si legge – anche per il personale che svolga la prestazione in stanze in comune con uno o più lavoratori, anche se si è solo in due, salvo che vi siano spazi tali da escludere affollamenti ma anche nel corso di riunioni in presenza”.

Aldilà delle situazioni strettamente attinenti agli spazi e alle attività sul luogo di lavoro, la mascherina deve essere comunque indossata correttamente se si è in coda o in attesa all’interno di un locale – anche al bar o per entrare in un ufficio statale – e “in presenza di una qualsiasi sintomatologia che riguardi le vie respiratorie“.

Gli spazi idonei dove non servirà più

I dispositivi di protezione invece non sono necessari – chiarisce la circolare – in caso di attività svolta all’aperto, in caso di disponibilità di stanza singola per il dipendente, in ambienti ampi anche comuni (vengono citati corridoi e scalinate) in cui non vi sia affollamento o si mantenga una distanza interpersonale congrua.

“Ciascuna amministrazione – conclude la circolare – dovrà quindi adottare le misure che ritiene più aderenti alle esigenze di salute e di sicurezza sui luoghi di lavoro, tenendo ovviamente conto sia dell’evoluzione del contesto epidemiologico che delle prescrizioni di carattere sanitario eventualmente adottate, anche a livello locale, dalle competenti autorità“.