Intelligenza artificiale, dipendenti pubblici nel mirino: 218mila sostituiti

Il futuro della Pubblica amministrazione sarà differente da quanto si pensava: ci sarà un crollo di dipendenti

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il tema dell’intelligenza artificiale che fa calare l’ascia sul mondo del lavoro “classico” è costantemente discusso. Si tratta di un timore che attanaglia numerose categorie, che stanno vedendo i propri ruoli automatizzati.

In quasi tutti i campi il consiglio principale è quello di specializzarsi. Raggiungere un livello di capacità tale da essere indispensabile o, in alternativa, vantare numerose “skill” da risultare comunque allettante sul mercato.

Cosa accadrà, però, a chi svolge un lavoro da scrivania, immerso tra gli incartamenti, sotto contratto con la pubblica amministrazione? Un nuovo studio non promette scenari rosei. Il futuro della Pa potrebbe essere ben diverso da quello che si immaginava fino a pochi anni fa.

Intelligenza artificiale e dipendenti pubblici

Nel giorno d‘avvio di Forum Pa 2024, un’indagine presentata da Fpa al Palazzo dei congressi di Roma ha evidenziato alcune particolari implicazioni dell’IA sul mondo del lavoro. Sguardo rivolto alla Pubblica amministrazione, che nel prossimo futuro potrebbe essere di fatto spaccata in due.

Una quota notevole di dipendenti, pari a circa 1,8 milioni di persone (il 57% del totale) potrà essere aiutata e, dunque, avvantaggiata dalle nuove introduzioni tecnologiche. Lo svolgimento delle proprie mansioni sarà semplificato e la resa aumentata.

Una previsione rosea che riguarda però una fetta marginale. Si prevede infatti come 12 dipendenti su 100 possano essere di fatto totalmente sostituti. In termini pratici si ipotizzano circa 218mila persone, le cui mansioni saranno delegate a un sistema di intelligenza artificiale integrato. Ciò vuol dire licenziamenti? Si tratta di dipendenti pubblici e di certo questa non è una prospettiva realistica. Di certo si faranno delle valutazioni, che mireranno a ridurre tempi e costi. Da un lato ci saranno quelli avvantaggiati, come detto, dall’altro coloro che probabilmente dovranno ottenere nuove specializzazioni, e infine i non sostituiti. La previsione è dunque relativa a una netta diminuzione del novero di dipendenti statali nel prossimo futuro (non così distante).

L’indagine

È importante scendere nel dettaglio, così da garantire una visione migliore di quanto potrebbe accadere. Si usa il condizionale, non avendo modo di prevedere il futuro, ma l’IA è parte del nostro quotidiano al momento e lo sarà sempre più. Parlare di cambiamenti e anzi trasformazioni è soltanto logico.

Del gruppo dei soggetti supportati fanno parte i dipendenti con impieghi più ricchi di contenuti e creatività. Si parla di insegnanti, dirigenti, ricercatori, architetti, ingegneri e professionisti della sanità, ad esempio.

Il gruppo dei sostituibili, invece, è caratterizzato quasi totalmente da soggetti/ruoli meno specializzati. Chi oggi svolge mansioni ripetitive e prevedibili, potrà ben presto cedere il posto a un sistema semi-automatizzato. Ciò ci riporta alla necessità di specializzarsi e rendersi indispensabili, come detto.

Ci attende un futuro oscuro in cui le macchine sostituiranno gli uomini? In un mondo ideale ciò non sarebbe qualcosa di sgradevole, se avvenisse quasi in toto e ci consentisse di vivere senza lavorare, ottenendo comunque i beni per vivere. La realtà è però differente e “semplicemente” si procederà verso una trasformazione del processo di assunzione.

Saranno altre le figure d’interesse e non è da escludere che per quei 218mila posti di lavoro ripetitivi sostituiti, altrettanti o quasi ne saranno creati. Non si dovrà però essere spaventati dall’avanzamento scientifico, abbracciandolo, comprendendolo e sfruttandolo per trovare la propria via, seppur diversa da quanto immaginato.