Powerbank Anker richiamati per rischio incendio: i modelli coinvolti

La multinazionale Anker ha emesso un richiamo di sei modelli di powerbank per rischio incendio: l'azienda non procederà al ritiro, ma saranno i clienti a smaltire la batteria

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 2 Luglio 2025 12:55

Powerbank a rischio incendio ritirate dal mercato in tutto il mondo. La multinazionale Anker ha richiamato sei modelli di batterie portatili perché potrebbero sviluppare incendi. L’avviso estende a tutto il mondo il programma di richiamo volontario avviato negli Stati Uniti due settimane prima e interessa milioni di unità di ricarica.

L’azienda ha comunicato ai clienti di verificare sul sito se il proprio dispositivo è tra i modelli inclusi nel richiamo, attraverso il numero di serie. Inserendo la prova d’acquisto sarà possibile ricevere il rimborso o la sostituzione del powerbank.

Il richiamo di Anker

Anker aveva già avviato una prima campagna di richiamo limitatamente agli Usa per i powerbank PowerCore 10000, modello A1263. Modelli prodotti tra l’1 gennaio 2016 e il 30 ottobre 2019 e commercializzati tra l’1 giugno 2016 e il 31 dicembre 2022.

La multinazionale cinese aveva comunicato i gravi problemi di sicurezza alla Commissione per la sicurezza dei prodotti di consumo (CPSC) americana, in seguito a 19 segnalazioni documentate di incendi ed esplosioni dei propri dispositivi.

Gli episodi avevano causato due casi di ustioni lievi, che non avrebbero reso necessarie cure mediche, e 11 richieste di danni materiali, per un risarcimento totale di 60.700 dollari.

L’azienda ha spiegato che le anomalie sarebbero riconducibili a difetti nelle celle delle batterie prodotte da uno stesso fornitore, per scarso isolamento e presenze di impurità nelle unità agli ioni di litio. Il rischio di surriscaldamento e di sviluppare incendi, come sottolineato dalla stessa azienda, potrebbero portare a conseguenze gravi a persone o cose.

I modelli di powerbank oggetto di richiamo

L’azienda ha poi esteso il programma ad altri modelli, comunicando di aver deciso di procedere con il richiamo per eccesso di cautela, in quanto le probabilità di malfunzionamento sono considerate “minime”.

Anker ha spiegato che i difetti sarebbero emersi da nuovi sistemi di controllo qualità implementati nei suoi stabilimenti, come ispezioni allargate e test su fornitori, proprio allo scopo di rilevare eventuali problemi nelle fasi iniziali del ciclo produttivo.

L’avviso di richiamo volontario della multinazionale riguarda dunque questi sei modelli:

  • Anker MagGo Power Bank (10.000 mAh, 7,5 W), codice modello A1652
  • Anker PowerCore 10000, codice modello A1263 (venduto negli Usa tra giugno 2016 e dicembre 2022)
  • Anker Power Bank (10.000 mAh, 22.5 W), codice modello A1257
  • Anker Power Bank (20.000 mAh, 22.5 W, cavo USB-C integrato), codice modello A1647
  • Anker Zolo Power Bank (20.000 mAh, 30 W, cavi USB-C e Lightning integrati), codice modello A1681
  • Anker Zolo Power Bank (20.000 mAh, 30 W, cavo USB-C integrato), codice modello A1689

Cosa fare

L’azienda avvisa i clienti di controllare attraverso il proprio sito se il powerbank di cui si è in possesso corrisponde a queste specifiche, controllando attentamente le lettere e i numeri presenti nel numero di serie, come “1”, “L”, “l”, “2” e “Z”.

Particolare attenzione è richiesta a caratteri come “0” (zero) e “O” (lettera O), che sono facilmente confondibili: i numeri di serie interessati non contengono le lettere “O” o “I”. Nel caso il proprio dispositivo risulti tra quelli a rischio incendio è necessario interrompere immediatamente l’utilizzo della batteria.

Anker raccomanda di non smaltire la propria batteria prima di aver ricevuto la conferma dell’azienda. Una volta ricevuto il riscontro, sarà compito del cliente consegnare il powerbank in centri certificati e idonei allo smaltimento delle unità agli ioni di litio, non nei normali contenitori per la raccolta delle batterie usate, né tantomeno nella spazzatura.

In Italia si consiglia di seguire le indicazioni seguendo fornite dal Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori.

L’azienda riconosce, a chi fornisce prova di acquisto per le batterie oggetto di richiamo, un voucher per il rimborso dell’intero importo o la sostituzione con un prodotto equivalente.