Autovelox non omologati, la Cassazione annulla le multe: come riconoscerli e fare ricorso

Dopo la sentenza della Cassazione, è più facile farsi annullare una multa ricevuta da un autovelox non omologato: ecco come riconoscerli

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Una sentenza della Corte di Cassazione potrebbe revocare molte multe date dai rilevatori automatici di velocità stradale comunemente noti con il nome Autovelox. Un avvocato di Treviso ha ottenuto che i giudici annullassero le multe di un suo cliente perché l’apparecchio che le aveva comminate era approvato ma non omologato.

Esiste un grande dibattito giuridico sulla differenza tra omologazione e approvazione di un autovelox, a cui questa sentenza potrebbe aver posto fine. Buona parte degli apparecchi posti sulle strade italiane sono approvati, ma non omologati.

Come fare ricorso

Esistono due tipi di ricorsi. Quello al prefetto, che dà 60 giorni di tempo e non comporta spese se vinto, e quello presso il giudice di pace, che però ha tempi più ristretti, soltanto un mese, e apre la strada un contenzioso legale con il comune che ha installato l’autovelox che può durare anche molto tempo.

La sentenza della cassazione e la differenza tra autovelox omologati e approvati

La Corte di Cassazione ha deciso, in una sentenza sul ricorso di un automobilista veneto contro alcune multe che aveva ricevuto per eccesso di velocità, che i provvedimenti andavano annullati perché l’autovelox che aveva rilevato le infrazioni era approvato, ma non omologato.

La differenza tra questi due termini deriva dalla poca chiarezza con cui è scritto il Regolamento di attuazione del codice della strada. Nell’articolo 192 il Regolamento utilizza entrambi i termini. Nell’interpretazione giuridica più diffusa il primo, omologazione, si riferisce a precise verifiche che il ministero dello Sviluppo economico deve effettuare in laboratorio su determinati apparecchi. Il secondo invece, approvazione, farebbe riferimento alla verifica di elementi non espressi nel Regolamento.

Più volte i ministeri hanno tentato di equiparare i due termini. Nel 2020, con una circolare, il ministero dei trasporti aveva espressamente affermato che omologazione e approvazione di un autovelox erano la stessa procedura. La giurisprudenza però ha sempre rifiutato questo tipo di interpretazioni con numerose sentenze dei giudici di pace e, infine, quella della Cassazione.

Come riconoscere gli autovelox non omologati

Il motivo per cui è così importante per il ministero dei Trasporti equiparare i due termini lo spiega il direttore veneto dell’Anci (associazione dei comuni italiani)  Carlo Rapicavoli al quotidiano La Repubblica: “La legge parla di approvazione e omologazione come fossero la stessa cosa, ma secondo un filone giurisprudenziale maggioritario sono distinte. La stragrande maggioranza di quelli che si trovano tra le strade non sono omologati”.

Controllare quali autovelox siano omologati e quali soltanto approvati è però un procedimento complesso: “Si può fare un accesso agli atti e verificare se quell’apparecchio ha un certificato di omologazione. In alcuni casi il Comune potrebbe anche aver messo a disposizione queste informazioni online” spiega sempre a la Repubblica l’avvocato Emanuele Ficara.

Se però si riesce ad accedere ai dati e a verificare che un autovelox non è omologato, dopo la sentenza della Cassazione il ricorso dovrebbe avere un esito quasi certo. Anche se le sentenze della Suprema Corte non equivalgono a leggi come nei sistemi anglosassoni, i giudici sono comunque tenuti a uniformare le sentenze dopo una sua decisione. Se vinto, il ricorso è di fatto gratuito per chi lo presenta. Se perso però, la sanzione raddoppia.